Dopo aver considerato motivazioni e mezzi soffermiamoci ora sugli elementi che avranno a

disposizione gli Skrull di Bendis per riuscire dove i loro predecessori hanno fallito e soprattutto su quali di questi ha lavorato lo sceneggiatore per rendere attuale una razza di conquistatori spaziali che fino ad ora non ha mai visto tempi propizi. Abbiamo già accennato alla capacità migliorata di mutare forma irrintracciabile fino dai telepati o dai maghi più capaci: un perfetto strumento narrativo per ovviare e mettere a tacere qualsiasi successiva obiezione dei fan ma soprattutto per mettere fuori strada, una volta “in gioco”, anche personaggi potentissimi come il Professor Xavier degli X-Men o il Dottor Strage, Mago Supremo del nostro pianeta, senza dover inventarsi arzigogolati stratagemmi narrativi. Viene in effetti per la prima volta utilizzata a fondo ed in dettaglio la scienza superiore della razza aliena cui è associata un’altrettanto avanzata e complementare conoscenza in campo magico. È plausibile infatti che una razza in grado di realizzare la propria versione del Cubo Cosmico sia altrettanto capace e versatile nella soluzione di problemi logistici di minore entità.

Bendis però non ha finito ed aggiunge a questa base una nuova capacità degli Skrull: proprio attraverso un rituale tecno-mistico, sui particolari del quale lo sceneggiatore non si sofferma mai a lungo, i nostri alieni riusciranno ad imitare non solo l’aspetto o i poteri di chi andranno a sostituire, ma anche esperienze e ricordi cancellando così anche l’ultimo appiglio per distinguere la copia aliena dall’originale. Con tempo e risorse a disposizione, cosa che non manca ai guerrieri Skrull, qualsiasi metaumano terrestre catturato potrà essere duplicato così in dettaglio da non venir individuato nemmeno da parenti o amici stretti, capacità ancora più utile in un universo narrativo in cui i superesseri continuano ad intrecciare rapporti non solo operativi esclusivamente fra loro stessi.

I nuovi Skrull andranno ad assomigliare quindi sempre di più alla loro controparte inventata da Mark Millar per l’universo Ultimate con alcuni elementi aggiuntivi di un’altra famosissima razza aliena appartenente però ad una casa editrice diversa: i Demoniti, per la prima volta apparsi sui Wildcats di Jim Lee.Se in effetti analizziamo la capacità di duplicare mente ed anima delle proprie vittime, oltre che corpo e poteri, e la caratteristica di associare magia e tecnologia, nonché le fattezze rettiliformi, fra le due razze non ci sono troppe differenze se non quella che da una parte i Demoniti posseggono l’ospite condividendone il corpo mentre dall’altra gli Skrull si tramutano nell’ospite lasciando questo “praticamente” intatto.

È buffo notare come una razza derivata negli anni Novanta proprio dagli Skrull della Marvel e poi evolutasi incorporando col tempo caratteristiche che la rendessero più moderna ed interessante riesca di rimando ad attualizzare anche il modello di ispirazione. Bendis colleziona, quindi, elementi dai suoi predecessori per creare l’ultimo baluardo dei mutaforma e per riuscire a colpire ed a scioccare la fantasia del lettore. Se in più si aggiunge alla formula un pizzico di fanatismo religioso si ottiene un composto altamente esplosivo anche perché nell’immaginazione dell’americano medio comincia a configurarsi un parallelismo abbastanza evidente: il terrorismo.

Agenti capaci di infiltrarsi indisturbati in qualsiasi società, in primo luogo in quella americana principale teatro d’azione del crossover, in attesa dell’ordine di colpire in modo devastante per minarne difese ed istituzioni allo scopo di assoggettare il modo di pensare delle vittime al proprio, sono già sufficienti per scatenare gli incubi peggiori dell’americano medio. Una religione che viene seguita da questi agenti e dal loro capo in modo fanatico e che, tramite dettami strettissimi e profezie costruite ad arte, li “costringe” a conquistare non solo materialmente ma anche mentalmente e spiritualmente i propri avversari piegandoli subdolamente ad un unico modo di pensare, il loro, è come buttare ulteriore benzina su un incendio che già divampa e risvegliare nello spettatore sentimenti potenti marchiati a fuoco nel suo background personale. Che i cattivi di questa storia siano alieni o no per alcuni potrebbe anche cominciare a perdere d’importanza mentre comincia a crescere il desiderio di vedere gli antagonisti non solo sconfitti, ma completamente distrutti, un desiderio che cresce ad ogni nefandezza compiuta da questi ultimi.