Gli Stati Uniti erano sbarcati per primi sulla Luna, ma installarvi una base permanente

poteva essere un premio di consolazione non disprezzabile. Correvano ormai gli anni Settanta e anche la NASA, pur proseguendo le esplorazioni lunari, doveva confrontarsi con continue riduzioni di bilancio. Era indispensabile trovare una giustificazione economica a spese così ingenti. Come Cristoforo Colombo aveva magnificato ai sovrani di Spagna le favolose ricchezze del Nuovo Mondo, così Mishin propose di raccogliere sulla Luna il mitico isotopo Elio 3. Il successo conseguito dai Russi grazie al Tokamak negli esperimenti sulla fusione termonucleare controllata aveva riacceso gli interessi verso questa fonte di energia e l’Elio 3, inesistente sulla Terra, sembrava il combustibile ideale per alimentare i reattori ormai ritenuti di prossima realizzazione. Mishin fu autorizzato a proseguire il programma lunare costituendo un gruppo di lavoro che negli ambienti aerospaziali russi veniva ironicamente soprannominato i “Lunatici”. Ogni lunedì alle nove del mattino i responsabili dei reparti tenevano una riunione in cui concordare le attività della settimana e discutere piccoli problemi. La riunione della prima settimana di maggio 1974 fu un poco ritardata a seguito di un comunicato pervenuto la sera precedente nel quale si annunciava la visita di un funzionario da Mosca. L’ospite rimase in silenzio e in disparte sino alla consueta pausa di ristoro in cui veniva servito del the in un locale adiacente la sala. Al rientro prese posto a capo del tavolo e con poche frasi comunicò la chiusura del dipartimento a seguito della riorganizzazione del settore aerospaziale. Poi, ringraziati i presenti per il lavoro svolto, salutò e scomparve. Se Norman Mailer aveva scritto che il volo americano sulla Luna era finito nelle paludi del Vietnam, ancor più amaramente il sogno russo era affogato in una tazza di the durante una pausa aziendale.

La conquista della Luna rappresenta l’unico esempio nella storia umana di come uno scontro ideologico si sia trasformato da conflitto militare a contesa tecnico-scientifica. Tale evoluzione sembra al momento inimmaginabile per gli attriti con il mondo islamico. L’impresa lunare è stato anche il più complesso sforzo organizzativo dopo la costruzione delle piramidi sulle quali però abbiamo notizie incerte. La coralità dell’opera che ha coinvolto migliaia di persone e la sua dimensione tecnologica a volte non immediatamente comprensibile hanno però relegato i protagonisti in secondo piano a differenza di altre imprese rimaste nell’immaginario collettivo come il volo di Charles Lindberg. Cambiare il punto di vista può aiutare a rimettere l’Uomo al centro della scena. Senza dimenticare la fascinosa e inquietante compagna dei giocatori che non disdegna la frequentazione anche di austeri scienziati, la Sorte: senza i suoi favori non si torna sulla Luna né si va su Marte.