Hulk è tornato ancora una volta al cinema, con un cast, forse, superiore al film diretto da Ang Lee.

Il problema è che le idee sono rimaste più o meno le stesse e la sceneggiatura, purtroppo, non è migliorata di molto. Anzi. Rispetto al film di qualche anno fa, la situazione si è, addirittura, 'semplificata' dando vita a una produzione sorprendentemente ingenua sotto il profilo della narrazione e delle animazioni digitali, che risultano particolarmente finte e poco credibili.

L'Incredibile Hulk prende sensibilmente a modello i telefilm degli anni Settanta - Ottanta con Bill Bixby e Lou Ferrigno che si propone anche in un piccolo cameo.

Peccato, però, che l'andamento del film sia appesantito da dialoghi al limite del demenziale e da un andamento estremamente 'meccanico' della trama.

A poco servono il carisma di Edward Norton e di Tim Roth, dinanzi a uno script semplicistico che rende del tutto bidimensionali i personaggi di Betty e del Generale Ross interpretati da una Liv Tyler non particolarmente bella e da un William Hurt al minimo sindacale.

Anche se L'Incredibile Hulk non è propriamente un sequel, il pubblico rincontra Bruce Banner in Brasile dove è finito per condurre una vita anonima come tecnico di una fabbrica dove si imbottiglia una bibita gassata al Guaranà. Lo scienziato, però, non dispera di trovare una 'cura' ed è in contatto con qualcuno in America che sta cercando di aiutarlo a fare regredire la contaminazione di raggi gamma delle sue cellule e, al tempo stesso, segue un corso per cercare di controllare la violenza ed evitare di trasformarsi nel mostro verde.

Nel frattempo qualcuno lo sta ancora cercando: il Generale Ross, infatti, coinvolge dei soldati specializzati pronti a tutto pur di catturare chi viene descritto loro come qualcuno che ha rubato dei segreti militari.

L'incontro tra Hulk e il militare Emil Blonsky ha qualcosa di 'rivelatore' per quest'ultimo che chiede di essere esposto ai raggi gamma pur di diventare come il suo nemico.

Nel frattempo Banner incontra di nuovo, e per caso, Betty. Lei si è rifatta una vita, ma quando rivede il suo ex fidanzato qualcosa la riporta al passato.

Un po' 'Frankenstein', un po' 'La Bella e la Bestia', l'Hulk del regista francese Louis Leterrier è un film stanco e con tanti problemi di costruzione che rendono l'andamento della storia non interessante e poco credibile. Come, ad esempio, il primo attacco in Brasile che inizia di notte, poi diventa giorno eppoi è di nuovo notte nell'arco di pochi minuti.

Ma i problemi di questa pellicola non sono solo di natura tecnica. L'Incredibile Hulk è un'opera 'non ispirata', senza trovate e senza capacità di andare oltre ad un'evoluzione prevedibile.

Un film non originale di cui non si comprende il senso, perché sembra poco probabile che questa pellicola possa, in qualche maniera, ravvivare una franchise che ha bisogno di una 'visione' prima ancora dell'ennesima variazione sul tem di una storia deja vu.

Due considerazioni ancora: il cameo finale di Robert Downey Jr. nel ruolo di Tony Stark è come una fiammata di intelligenza ed eleganza in una storia stanca e asfittica. Anche se dura pochi secondi, questa scena vale l'intero film e dimostra come tutto può essere raccontato al cinema a patto che ci sia la capacità di coniugare il carisma degli attori alla forza di un'idea.

Inoltre una riflessione finale: anche se il film di Ang Lee aveva molti limiti, quel film aveva una drammaticità che a questo manca del tutto derivata

dal fatto che mentre Lee è un regista originale, Leterrier, per quanto talentuoso, è un cineasta commerciale.

La differenza tra i due Hulk, dunque, è, nel bene o nel male, la stessa esistente tra il cinema di un autore e quello commerciale.