Remake del film omonimo del 1981, Scontro tra Titani porta il 3D tra i picchi ammantati di nuvole del monte Olimpo, raccontando le avventure dell'eroe mitologico Perseo, anche se si tratta di una storia quasi completamente distaccata dal mito originale.
Un pescatore greco trova in mare una cassa, all'interno una donna e un neonato, la donna è morta, ma il bambino sopravvive e viene adottato con il nome di Perseo: diventato un robusto ragazzone, affianca la famiglia nel duro lavoro della pesca.
Ma un giorno la barca passa nei pressi della gigantesca statua di Giove, eretta nei pressi della potente città di Argo, proprio quando i soldati ne provocano il crollo; la reazione degli Dei non si fa attendere, e Perseo perde padre, madre e sorella in un colpo solo.
Condotto dai soldati sopravvissuti ad Argo assiste al secondo attacco di Ade, Dio degli inferi, e apprende di essere figlio di Giove, quindi un semidio; il re di Argo gli affida una missione impossibile, entro dieci giorni deve trovare il modo di sconfiggere il Kraken, terribile mostro in grado di distruggere l'intera città.
Argo sarà risparmiata solo se il re sacrificherà Andromeda, la bellissima figlia, al mostro marino, Perseo è l'unica, disperata speranza di evitare la morte della ragazza.
Affiancato da un manipolo di compagni, e aiutato da Io, condannata dagli Dei all'eterna giovinezza, Perseo si incammina verso le lande desolate dello Stige, dove le streghe potranno indicargli il modo di sconfiggere il Kraken.
Ma contro di lui le forze degli inferi si stanno mobilitando, e il giovane dovrà affrontare prove terribili per riuscire a trionfare.
Assieme a Percy Jackson e gli Dei dell'olimpo questo film è forse il prologo di una ondata di film legati alla mitologia greca ma, a differenza del primo capitolo della (possibile) serie, non riesce ad appassionare e a coinvolgere lo spettatore.
Trattandosi di mitologia si possono forse perdonare le licenze poetiche prese dagli sceneggiatori, tuttavia Perseo alle prese con il Kraken è decisamente difficile da mandare giù per un appassionato della mitologia classica.
Ma ben altri sono i difetti del film, la trama è un pretesto per mettere assieme una miriade di effetti speciali, l'azione è spesso confusa quanto quella di Transformers, il 3D totalmente inefficace (raccomando di evitare l'esborso del sovrapprezzo, molto meglio ripiegare sul 2D, non si perde nulla).
il regista Louis Leterrier abbandona, assieme a tutto il film, qualsiasi velleità di originalità, Argo è ricalcata sullo schema di Minas Tirith, gli scorpioni giganti richiamano quelli di Damnation Alley, il film tratto dal romanzo di Roger Zelazny, L'arrivo del Kraken ad Argo sembra quello di Godzilla a New York.
Sul fronte recitazione il confronto con il vecchio film di Desmond Davis, che pure non è rimasto come pietra miliare nella storia del cinema, è imbarazzante, là gli Dei erano interpretati da attori famosi che interpretavano la parte in modo eccellente, qui sembra di essere alle prese con una serie di sagome di cartone, appena sufficienti gli altri attori.
Tra le curiosità del film la comparsa di un pupazzetto meccanico, omaggio al predecessore, e le armature degli Dei, ispirate a quelle disegnate da Masami Kurumada per il manga mitologico Saint Seiya (conosciuto in Italia come I cavalieri dello zodiaco): il regista Leterrier è un grande fans del disegnatore giapponese, che è stato incaricato di disegnare le quattro locandine per il lancio del film in Giappone, e ha voluto rendergli omaggio.
Ultimo pregio del film è che i bambini si divertono, portateli senza problemi, i mostri non spaventeranno nemmeno loro, e la vostra noia vale bene la felicità di vostro figlio.
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