Dopo il successo di La dodicesima carta, Lincoln Rhyme e la sua aiutante Amelia Sachs sono chiamati a risolvere un’altra serie di efferati omicidi, tutti riconducibili alla stessa mente criminale: un misterioso individuo soprannominato l’Orologiaio perché usa lasciare, a testimonianza delle sue imprese, costosi e sofisticati orologi.

Gli indizi suggeriscono la pista di un killer geniale e meticoloso, che non lascia nulla al caso e pianifica con precisione i suoi delitti, un individuo tanto più pericoloso quanto più ossessionato dal tempo, che agisce con grande velocità. L’unico modo per impedirgli di proseguire nel suo disegno criminale sembra essere quello di intuire e anticipare le sue mosse, proposito che si rivelerà molto arduo anche per l’imbattibile Rhyme. Gli aspetti oscuri della vicenda aumentano ora dopo ora e il criminologo, sempre più scettico nei confronti di indizi e testimonianze, viene affiancato nelle indagini da un’equipe affiatata composta, oltre che dalla fidata Amelia Sachs, anche dall’ostinato detective Stellitto, dal tecnologico Cooper, dal giovane Ron Pulaski, già comparso nel precedente romanzo La dodicesima carta e da una nuova e inattesa collaboratrice, l’abilissima Kathryn Dance, esperta nella lettura del linguaggio non verbale negli interrogatori. Grazie al loro aiuto il complesso meccanismo di inganni e doppi giochi che si nasconde dietro alla misteriosa identità dell’Orologiaio potrà essere smantellato, svelando una verità inimmaginabile. Contemporaneamente Amelia Sachs, che è per la prima volta impegnata in un’autonoma indagine di sospetto suicidio, si addentra in uno spinoso caso di corruzione della polizia, che finirà per coinvolgere la memoria del padre poliziotto e non risulterà estraneo alle indagini sull’Orologiaio.

"Il mio romanzo più e psicologicamente più complesso” dice Jeffery Deaver a Fantascienza.com. Lo abbiamo intervistato proprio al termine del lavoro per il nuovo libro intitolato The Sleeping Doll, La bambola addormentata, in uscita in Italia nell’estate 2007.

La dodicesima carta sembra segnare l’ennesima evoluzione del suo lavoro…

I miei lettori sono come degli ‘dei’ per me. Lavoro molto duramente per trovare sempre nuove idee che li possano interessare. Non posso essere pigro. Non voglio esserlo. Molti scrittori che fanno il loro lavoro da troppo tempo non fanno altro che scrivere sempre lo stesso libro. Io non posso farlo: scrivere un libro richiede molti sforzi. I libri costano e non posso deludere le aspettative dei miei fans. Certo, alle volte, sbaglio o fallisco. Ma questo errore non è dovuto a delle mie colpe in particolari e certo non perché sono stato pigro o sciatto. Le regole per lo scrivere sono semplici da seguire a partire dall’idea di andare sulle orme di un modello di narrazione molto classico. Credo che un autore debba sapere cosa fa paura al pubblico, cosa lo fa stare sveglio la notte per finire il tuo libro e cosa davvero lo interessa. Il mio interesse è quello di creare un corpo di thriller in grado di soddisfare la voglia che tutti abbiamo di leggere delle buone storie.

Questo è il motivo per cui non va in cerca di storie e situazioni facili?

Esattamente. Per me l’esperienza di un romanzo di suspense ha a che fare con livelli differenti. Deve esserci un conflitto che riguarda il crimine, deve esserci un altro subplot e un elemento proveniente dal sociale o la politica. Per me è importante che il lettore viva la sua esperienza più complicata possibile e per farlo io cerco di elaborare personaggi complessi ed evoluti. I lettori devono provare qualcosa per questi personaggi in modo che - al momento in cui faccio vivere loro dei conflitti interiori – sappiano che potrebbero ‘perdere’ qualcosa. Altrimenti è facile creare delle figure innocenti eppoi ucciderle anche se nessuno prova qualcosa per loro. E’ facile. Troppo facile. Più complicato è, invece, stabilire un personaggio, inserirlo in contesto realistico eppoi sviluppare una storia conflittuale che lo riguarda. Io, personalmente, non amo i finali ambigui.

Parliamo di Katrhyn Dance: un personaggio molto moderno e decisamente interessante…

Continuerò a scrivere libri su Lincoln Rhyme, ma – credo – che dall’anno prossimo inizierò a sviluppare una nuova serie di romanzi incentrati proprio su Katrhyn Dance. Questo perché sono interessato non solo alla scienza forense di cui Lincoln è uno dei massimi esperti, ma anche alla psicologia connessa al crimine. Così ho dato vita a questa figura femminile esperta di interrogatori che attraverso il linguaggio corporeo è in grado di interpretare i segni e i messaggi che lanciamo inconsciamente. Mi divertiva sviluppare una serie di romanzi dove le prove fossero molto poche e la maggior parte del racconto si basasse sul ragionamento. Per me Lincoln e Kathryn sono come lo Ying e lo Yang.

Sarebbe perfetta anche per una serie televisiva…

Lo spero. Potrebbe esserci presto qualche sorpresa. Del resto Kathryn è una figura multidimensionale. E’ una vedova. Suo marito è morto. Ha due bambini. E’ una persona molto reale e con i piedi per terra. Questo mi piace moltissimo di lei.