Dopo la visione dei primi venti minuti di Star Trek in uscita anche in Italia il 9 maggio 2009, si hanno una serie di consapevolezze.

La prima è quella di dovere correre  (anche dopo anni di assenza…) presso la chiesa più vicina (ma anche un tempio, una sinagoga o una moschea all’occorrenza…) e rendere grazie all’alto dei cieli per l’esistenza di JJ Abrams.

La seconda è che Star Trek ha di nuovo davanti a sé un grande e radioso futuro.

Il fatto che Abrams, dichiaratamente, non sia mai stato un vero fan della serie o un ‘trekkie’ in senso lato, ha reso il suo approccio alla franchise molto diretto e senza quel timore reverenziale di dovere rispettare troppo il lavoro fatto fino ad oggi.

In questo senso, Star Trek è – in parte – un tradimento della serie e di alcune istanze del mondo trekkiano, eppure, per un paradosso logico tanto inatteso, quanto evidente, è profondamente fedele allo spirito originale. E questo perché Abrams, come era Gene Roddenberry è un ‘autore’: un vero filmaker che ha cercato un punto di vista nuovo sulla saga e ha avuto il coraggio di reinventarla. La ‘visione’ di Abrams fa di Star Trek non l’undicesimo lungometraggio, bensì il ‘primo’ di una nuova era in cui Star Trek può parlare non più solo ai milioni di fans, ma agli spettatori di tutto il mondo. Salendo sul palco del cinema Adriano di Roma, Abrams ha dichiarato subito di non essere mai stato un fan, ma che – progressivamente – durante la produzione del film si è innamorato del grande cuore della storia e al punto da volerla dirigere lui. “Star Trek non è un film per i fan, ma per conquistare una nuova generazione di appassionati.” Ha detto. E le quattro sequenze mostrate al pubblico dimostrano non solo le sue intenzioni, ma, soprattutto, la sua capacità di creare una storia nuova eppure, al tempo stesso, ‘classica’.

Dopo il trailer che sarà nelle sale a dicembre (verosimilmente prima di Madagascar 2) in cui vediamo un James T. Kirk bambino che quasi finisce in un canyon come Willy il Coyote, Abrams ha presentato quattro scene estrapolate da momenti differenti del film.

Nella prima, inseguendo una sexy Uhura interpretata da Zoe Saldana, Kirk, che ha il volto di Chris Pine, scatena una rissa con dei cadetti dell’Accademia stellare in un bar. Dopo averle prese di santa ragione, si siede a tavola con Christopher Pike (Bruce Greenwood) che gli racconta di come suo padre, capitano di una nave stellare per appena dodici minuti, il giorno della sua nascita, abbia salvato con il suo sacrificio ottocento persone tra cui lui neonato e sua madre. Kirk non vuole saperne di andare all’Accademia, eppure, la mattina dopo lo vediamo imbarcarsi su uno shuttle dove incontra Pike.

La seconda sequenza, tre anni dopo, vede Kirk imbarcarsi di nascosto grazie all’aiuto del suo amico giovane dottore ‘Bones’ McCoy (Karl Urban), su una nave stellare costretta ad anticipare il suo viaggio inaugurale durante una tempesta di fulmini che sta investendo Vulcano. Enterprise, questo il nome dell’astronave, è comandata da Pike che ha come suo Primo Ufficiale, un giovane vulcaniano di nome Spock (Zachary Quinto). Al timone c’è un cadetto di origine russa di nome Pavel Chekov (Anton Yelchin) e tutti ascolteranno con grande attenzione le parole di Kirk riguardo il fatto che la tempesta di fulmini, in realtà potrebbe nascondere un attacco romulano. Kirk, bocciato all’Accademia e portato sulla nave da McCoy secondo una regola per cui un dottore non può abbandonare il suo paziente, riesce a convincere Pike ad alzare gli scudi prima di uscire dalla curvatura.

Nella terza sequenza, Kirk è stato mandato da Spock, che non lo sopporta, su un pianeta di ghiaccio dove fa la conoscenza di un ingegnere scozzese di nome Montgomery Scott (Simon Pegg). Nella base c’è anche Spock, ma non quello del presente, bensì uno più anziano proveniente dal futuro che propone il cameo del grande e indimenticabile Leonard Nimoy. È lui a rispedire Kirk sull’Enterprise e a scambiare un dialogo degno della più grande epica trekkiana. “Venire dal futuro per alterare il passato significa imbrogliare.” Nota Kirk e Spock risponde “È un qualcosa che ho imparato da un vecchio amico. Lunga vita e prosperità!”.

Nella quarta sequenza, Kirk deve conquistare una piattaforma sospesa nel cielo di Vulcano che consentirà a Nero (Eric Bana) il capo dei Romulani di creare un Buco Nero all’interno del pianeta. Insieme a due cadetti, di cui uno giapponese di nome Hikaru Sulu, Kirk si lancia con il paracadute da uno shuttle. Una sequenza altamente spettacolare che Abrams commenta così: “Oggi la computer grafica consente di fare tutto, ma diciamoci la verità: quante astronavi abbiamo visto viaggiare al cinema? L’unica cosa sensata e che fa ancora la differenza è provare qualcosa per le persone a bordo di una navicella. Conoscere i personaggi da vicino è quello che ti fa entrare all’interno davvero di una storia. La spettacolarità fine a se stessa non impressiona più nessuno.” Una tesi condivisibile che dimostra tutta la genialità di questo regista che come per Mission Impossible 3 e Cloverfield ha dimostrato tutto il suo talento nel reinventare storie conosciute seguendo nuovi punti di vista.

Sexy, divertente ed emozionante, Star Trek è un film molto promettente, anzi, probabilmente di gran lunga superiore ai più riusciti che abbiamo visto nell’ultimo quarto di secolo. JJ Abrams – in un’intervista che sarà pubblicata integralmente su Robot – sottolinea, però, il fatto che non gli è sfuggita la rilevanza del messaggio che da oltre quattro decadi tocca il cuore degli amanti della serie. “Nonostante il suo look sensuale divertente, l’avventura e i toni molto dark, Star Trek resta fedele allo spirito della serie originale e il suo messaggio di pace, tolleranza e, soprattutto, il suo grande ottimismo sono, spero, in grado di portare in avanti la grande eredità.”

E a noi non resta che aspettare, soprattutto perché la differenza tra questo e gli altri film è soprattutto di natura visiva. Il genio è qualcosa di impalpabile: ma la regia di Abrams e il suo punto di vista risultano molto concreti e interessanti.  Non ci resta che accendere un cero per lui e dire una preghierina per la sua salute tutte le sere e Star Trek potrà veramente arrivare dove poche serie di fantascienza sono state prima…