C’era una volta, sul finire degli anni Ottanta, un ormai leggendario “programma contenitore” chiamato “Junior Tv”. Esso consisteva nello spazio della tv dei ragazzi che veniva trasmesso su vari gruppi di reti locali in diverse zone d’Italia, in modo da garantire la copertura nazionale delle trasmissioni. Junior Tv (riconoscibile dall’inconfondibile logo bianco a forma di nuvoletta) conteneva al suo interno molti tra i più celebri anime trasmessi in Italia, appartenenti ai più svariati generi: dai robot di Go Nagai (Goldrake, Jeeg, Il Grande Mazinga), all’apocalittico e cruento Ken il guerriero (prima e seconda serie tv), dal fantasy Il fantastico mondo di Paul, al divertente Carletto il principe dei mostri. Oltre alle serie tv, al sabato pomeriggio (con replica alla domenica mattina) era presente lo spazio “Film Weekend”, in cui venivano trasmessi film animati nipponici (come i lungometraggi di Carletto, del gatto Doraemon, ecc), film di montaggio realizzati in Italia per gli anime più famosi (come nei casi dei tre film di Goldrake, del film di Jeeg, di Mazinga contro gli Ufo Robot, etc.) e tante altre chicche giapponesi attualmente di difficile reperibilità (Il gatto con gli stivali, Le 13 fatiche di Ercolino, …).

Particolarità di Junior Tv era poi la messa in onda di anime senza apportare nessuna censura, facendo così la gioia di tutti i suoi spettatori, che oggi ne rimpiangono con grande dispiacere la scomparsa. Tra tutti gli anime di Junior Tv, nel 1989, fa la sua comparsa anche Dragon Ball (realizzato tra il 1986 e il 1989), basato sull’omonimo manga (iniziato nel 1984) di Akira Toriyama e trasmesso con un doppiaggio italiano incompleto (solo 54 puntate delle originarie 153 di cui si compone la serie), ma che ben si adattava alle vicende narrate nel cartone, proposto al pubblico senza alcuna censura e rendendone indimenticabile l’umorismo demenziale e malizioso che pervade le avventure dei protagonisti (tra i doppiatori presenti, ricordiamo Massimo Corizza come voce di Goku), e che non suscitava nessuna polemica da parte dei genitori degli spettatori. Quest’edizione presentava anche i nomi dei personaggi, dei colpi e di altri elementi, quasi del tutto coerenti con l’originale versione nipponica (la nuvoletta volante di Goku, ad esempio, veniva chiamata con l’originario termine di “nuvola Kinton”), il che contribuiva a renderne ancor più piacevole la visione. Come nel caso del celebre grido Aaa-taa-taa-taa-taaah!Atah! di Ken il guerriero, anche in questa prima edizione di Dragon Ball, spesso, quando un personaggio urlava o usava una tecnica segreta durante un combattimento, veniva mantenuto l’originale doppiaggio nipponico, che contribuiva a rendere più coinvolgente ed emozionante l’azione (vedasi la sequenza dell’episodio 8 dove il maestro Muten usa per la prima volta la Kamehameha, ribattezzata poi “onda energetica” nella seconda edizione italiana dell’anime).

La vasta presenza di anime di ogni genere e di ogni periodo di realizzazione, permette agli spettatori più attenti di Junior Tv (e dei cartoni trasmessi da altre tv locali), di cogliere alcune analogie tra Dragon Ball e altri anime come il film Le 13 fatiche di Ercolino o le serie The Monkey e Starzinger. Tutte queste opere, come rivelato anni più tardi su riviste come Mangazine, Yamato e Kappa Magazine, traggono infatti origine da un racconto leggendario della tradizione cinese e giapponese, in cui si narra del lungo viaggio di un monaco accompagnato da bizzarri personaggi, come un piccolo e agguerrito scimmiotto guerriero chiamato Son Goku, capace di volare sopra ad una nuvoletta dorata ed armato con un bastone allungabile.

Basandosi su quell’antico racconto, Dragon Ball narra le avventure del piccolo Goku, un bambino di 12 anni dotato di grande forza e di una strana coda, che ha passato la sua infanzia vivendo sulle montagne insieme a suo nonno, senza mai incontrare nessun altro essere umano, al punto da rendere sconosciuta a Goku la differenza tra un ragazzo e una ragazza, elemento da cui nasceranno molte delle gag demenziali dell’anime.

Rimasto solo, Goku continua a vivere sulle montagne conservando come ricordo del nonno una misteriosa sfera con 4 stelle. Un giorno, Goku fa la conoscenza di Bulma, una ragazza adolescente alla ricerca delle 7 sfere del Drago. Superate alcune divertenti incomprensioni, i due partono alla ricerca delle rimanenti sfere che, una volta riunite tutte e 7, danno la possibilità di evocare il dio Drago, capace di realizzare qualsiasi desiderio. L’anime si basa inizialmente sul tema della ricerca, mostrando gli incontri di Bulma e Goku con diversi e buffi personaggi umani e non (sono presenti animali parlanti, dinosauri, creature gigantesche, ecc…) che contribuiscono a rinnovare e ad accrescere il lato umoristico delle vicende. Nel corso dell’anime l’attenzione finisce però per concentrarsi sugli scontri tra Goku e i suoi avversari che divengono, poco a poco, sempre più dinamici e spettacolari, rinunciando gradualmente agli iniziali aspetti umoristici e maliziosi. La definitiva svolta “seria” dell’anime avviene con l’entrata in scena del Grande Mago Piccolo, una malvagia e demoniaca creatura che uccide diversi amici di Goku e che è intenzionata a conquistare il mondo per sottometterlo al suo dominio. Faticosamente Goku riesce a uccidere Piccolo, ma questa cruenta battaglia segna la definitiva svolta dell’anime verso tematiche più “serie”, incentrate su combattimenti con avversari sempre più potenti e minacciosi, destinati a contraddistinguere la seconda e la terza serie animata delle avventure di Goku da adulto: Dragon Ball Z (‘89/’96) e Dragon Ball GT (‘96/’97).