Per molti versi, ristabilisci gli equilibri di natura, alterati dall'invenzione delle medicine. Cosa c'è di male nel ristabilire gli equilibri della natura che il progresso umano ha compromesso? Soprattutto se il mondo è comunque condannato a morte nel giro di cinquant'anni. Assieme ai tuoi colleghi ti sei convinto che una catastrofe controllata sia comunque meglio di una catastrofe naturale. E' sempre più difficile trovare pretesti per non entrare in azione. Le ragioni per agire le hai. Le hai discusse per anni assieme agli altri strateghi. Avete già deciso quali malattie ci vogliono, scelte dopo mille riflessioni tra quelle in dotazione. Il potere per agire lo hai. E riguardo al know-how... Più o meno hai anche quello. Ma non è prudente procedere senza una o più prove generali, effettuate con malattie a letalità ridotta, per rendere il tuo know-how davvero completo e a prova di errori. Un virus con il 4% di mortalità può andare bene, per iniziare. E' importante studiare bene i patterns di propagazione del virus, l'efficienza delle istituzioni sanitarie nel contenimento dell'epidemia, la risposta in termini di psicosi collettiva da parte delle popolazioni. In guerra, il timing è essenziale. C'è un momento giusto anche per fare scoppiare un'epidemia. L'ideale è farlo coincidere con l'avvio delle operazioni belliche in Iraq. A questo modo, qualsiasi delle due vicende dovesse andare per il verso sbagliato, i media avrebbero subito a disposizione un'alternativa su cui ridirigere l'attenzione generale. Ti compiaci della tua idea. L'epidemia di polmonite come paracadute mediatico di una guerra in Iraq che andasse male e la guerra in Iraq come paracadute mediatico di un'epidemia di polmonite che sfuggisse al controllo. Non ci avrebbe pensato neanche Frederick Forsythe!, ti ritrovi a scherzare con i tuoi colleghi. Poi, il tempo degli scherzi tramonta e giunge l'ora delle decisioni irrevocabili: il momento di tradurre i piani in azioni che modifichino la storia dell'umanità. C'è un momento in cui un ultimo brivido gelido ti sale lungo la schiena, ma non è nulla che tu non possa superare.

Basta così. Tu non sei più tu o meglio non sei più quell'altro che per cinque minuti hai finto di essere e sei di nuovo tu, quello che legge la trama, non quello che trama contro la legge.

Progetti per il futuro?

Capisco il tuo stato d'animo e ti tranquillizzo subito: nonostante quello che hai appena letto, non hai nessun motivo di preoccuparti!

Ti senti meglio, adesso?

Non hai nessun motivo di preoccuparti per il semplice fatto che preoccuparsi in questo caso non modifica in alcun modo il corso degli eventi, e allora tanto vale che tu da adesso in poi - anziché preoccuparti - ti concentri invece sul goderti la vita che ti rimane (scherzetto!), un consiglio sempre valido comunque.