L’intervista è un genere del giornalismo che è solo apparentemente semplice. Si tratta, nella sua definizione più cruda, di un dialogo scritto tra due soggetti: l’intervistato e l’intervistatore. Tutto semplice, no? Si fanno delle domande e si ricevono delle risposte. Nella realtà, è uno dei momenti più difficili che un giornalista possa affrontare, per il semplice motivo che l’intervista può risultare banale oppure essere un “pezzo” di buon giornalismo.

La differenza la fa l’intervistatore, ossia colui che pone le domande. Quest’ultime possono essere non banali e semplici se colui che le pone è preparato, conosce l’argomento chiave dell’intervista e conosce il personaggio che sta intervistando. Allora, l’intervista diventa un vero e proprio dialogo tra due persone preparate, allo scopo di informare una terza parte, ossia colui che legge il dialogo scritto.

Nell’ambito dell’intervista come genere del giornalismo, è di particolare rilievo, poi, l’intervista letteraria, ossia quella che viene rilasciata da uno scrittore o da un’intellettuale. Siamo, in questo caso, in un ambito ancora più specifico.

Si tratta a tutti gli effetti di un vero e proprio genere letterario (andiamo oltre, con l’aggettivo letterario) inaugurato nel 1953, da una delle più famose e importanti riviste letterarie: The Paris Review. Sul primo numero della prestigiosa rivista americana venne pubblicata un'intervista a E. M. Forster e da allora The Paris Review ha praticamente intervistato i grandi autori della letteratura anglosassone: romanzieri, poeti, sceneggiatori. In alcuni casi, l’intervista è stata condotta in più sessioni, anche nell'arco di anni, e il risultato è spesso stato riveduto e corretto dallo scrittore insieme all'intervistatore, prima della pubblicazione, e sempre con estrema genuinità e consapevolezza. Quindi, una sorta di genere letterario vero e proprio.

Dell’intervista letteraria ha fatto il suo “cavallo di battaglia” lo scrittore e giornalista materano Filippo Radogna, ben noto agli appassionati di science fiction proprio per aver condotto decine e decine di interviste a scrittori e professionisti del mondo della fantascienza italiana e non solo.

Filippo Radogna
Filippo Radogna

Una parte di queste interviste, Radogna le ha raccolte nel volume Conversando tra le stelle. Percorsi di vita nel mondo della fantascienza e del fantastico. Interviste ad autori della World Science Fiction Italia, edito da Edizioni Scudo.

Si tratta di ben 45 dialoghi che il giornalista materano ha svolto con il variegato mondo del fantastico e della fantascienza italiana. Si va da veterani della science fiction letteraria come Renato Pestriniero, Carmine Villani, Mauro Antonio Miglieruolo, Nicoletta Vallorani al sommo storico del cinema di fantascienza quale è Giovanni Mongini, nonché al regista Luigi Cozzi; ancora a illustratori internazionali come Maurizio Manzieri e alle nuove leve della fantascienza di questi ultimi dieci anni come Sandro Battisti e Lukha B. Kremo, fino a traduttrici come Annarita Guarnieri. Ma i personaggi sono davvero tanti e variegati da poterli citare tutti.

In ogni intervista, Radogna accompagna il lettore nel personale percorso artistico-letterario dell’intervistato, dosando domande che forniscono ineluttabili informazioni fino a quelle più sagaci e indagatorie sull’attività del singolo personaggio.

Il libro si avvale di una prefazione di Donato Altomare e di una breve nota di Gianfranco De Turris, che di seguito riportiamo e che da il senso di questo lavoro di Filippo Radogna:

Ogni ambiente di appassionati di uno specifico argomento diventa spesso una vera e propria comunità umana, e in quanto tale con i suoi lati positivi e anche negativi. Quello di fantascienza credo lo sia in modo particolare, sin dai tempi pionieristici agli inizi degli anni Sessanta del Novecento. Oggi molte cose sono cambiate, soprattutto nei modi di comunicazione che hanno reso i contatti e i rapporti interni più rapidi, diretti, in tempo reale, “fantascientifici” appunto, il che ha rafforzato questi legami in un gruppo di persone, giovani e anziani, che guardano non solo al futuro, ma anche a un Altrove in quanto non sopportano le panie del presente. Con queste quarantacinque interviste Filippo Radogna ce ne offre un ritratto complessivo a tutto tondo, non solo specialistico ma anche umano che ribalta molti luoghi comuni che ancora circolano sugli appassionati di letteratura dell’Immaginario, sia semplici lettori che autori. 

Alla fine, il libro di Radogna si può leggere anche come un saggio di storia della fantascienza italiana, laddove qua e là nelle risposte degli intervistati si può per l’appunto fare il punto sulla carriera del personaggio e di conseguenza della storia stessa della fantascienza italiana. Un libro, dunque, da leggere proprio per raccogliere dalla viva voce dei personaggi della science fiction italiana i momenti salienti della storia di questo genere letterario nel nostro paese.