Le rade nuvole butteravano il cielo e sembravano pustole piene di pus sul dorso di un vaioloso; le case del quartiere erano ammassate l'una all'altra come iene sbavanti sulla carogna semispolpata di un mastodonte morto... E' vero, sto usando le stesse metafore del primo romanzo. E allora? Mi pagano per questo, quindi se non vi sta bene infilatevi uno spillone appuntito come supposta. Parola di Xerox-Simmons.

Via Merulana, San Giovanni, via Tuscolana. Il ruscello umano che fluiva verso Tor Vergata confluì in un rivolo più grande, poi in un torrente, quindi in un fiume, infine in un'immensa marea di pellegrini gravidi di zaini, sacchi a pelo, sandali di gomma e sudore. Milton e il cybrido avanzavano lentamente, oppressi dal peso della folla e dal caldo belluino. L'umidità era tale che i pellegrini si sciacquavano con l'aria e si asciugavano con il contenuto delle bottiglie di Ferrarelle.

- Quanto manca a Tor Vergata? - chiese Milton, ansimante, a un giovane a torso nudo, il viso color rivolgimento intestinale e la maglietta annodata in testa a mo' di turbante.

- Ancora sedici chilometri. Più o meno.

Milton rimase agghiacciato. - Ma è proprio necessario andarci a piedi?

- Ma certo, fratello. - sorrise debolmente l'altro - E' bellissimo.

E svenne. Milton tentò di soccorrerlo, ma la folla era un muro impenetrabile come la redazione di una Casa Editrice.

- Lo calpesteranno! - gridò al cybrido.

- Non credo. Guarda bene.

Sorpreso, Milton si rese conto che parecchi tra i pellegrini che lo circondavano nella ressa avevano perduto i sensi per la fatica e il calore, ma restavano in piedi, violacei e disidratati, per il semplice meccanismo del castello di carte. Come zombie in un quadro di Munch, avanzavano inerti, sospinti dalla pressione della moltitudine.

- Come diavolo fanno a resistere? - chiese al cybrido, urlando per farsi sentire.

- I migliori mancano di convinzione, mentre i peggiori sono pieni di intensità appassionata.

- Che cazzo vuol dire?

L'altro scosse le spalle. - Non lo so, suonava bene.

- Dico davvero. - insistette Milton - Questo pellegrinaggio è un incubo. Cosa diavolo spinge questa gente a soffrire così? Io non riesco a capire...

Il cybrido puntò il dito. - Vedi quell'affare che tutti portano appeso al collo?

- La targhetta rettangolare? - azzardò Milton, confuso.

- Alcuni scienziati del Comando hanno una teoria. Dicono che si tratta di un parassita simbionte. Lo chiamano "crucimorfo", per via della croce disegnata sopra. Secondo la teoria, i parassiti prendono il controllo della mente degli ospiti, annullano la volontà e riducono gli infettati a livello di un gregge incosciente.

- Sangue e bile! Ma è vero?

Il cybrido scrollò ancora le spalle. - Stronzate. Sono solo pezzi di carta.

- Pacchi viveri! - gridava la voce da un megafono - Venite a prendere il vostro pacco viveri!

- Tieni, fratello. - urlò entusiasticamente una ragazza in faccia a Milton, lanciandogli addosso una scatola di cartone da trentacinque chili.

L'agente barcollò, ma la pressione di chi gli stava alle spalle gli impedì di cadere. Stupefatto, vide che i pellegrini intorno a lui, nonostante fossero oberati da zaini, stuoie e sacchi a pelo, si caricavano sulle schiene sudate il nuovo fardello e proseguivano soddisfatti.

- Non posso crederci! - balbettò - Questi masochisti accettano davvero di portarsi appresso per tutta la strada uno scatolo pieno di... - aprì il pacco, tirandone fuori, nell'ordine:

* num. 2 bottiglie di un'acqua marroncina prossima all'ebollizione;

* num. 6 tetra-pak mignon di succo di frutta ai mirtilli, gusto recentemente bandito dalla Convenzione di Ginevra sulla Limitazione delle Armi Chimiche;

* num. 4 panini bluastri farciti alla mortazza;

* 1 cornetto di gesso;

* num. 2 pere puteolenti color ardesia;

* 1 banana di pongo;

* un inginocchiatoio portatile con cilicio e rosario annesso in quindici profumazioni, mango e papaya compresi.

- Sono completamente pazzi. - commentò Milton.

Il cybrido annuì. - Di più. Io ho fatto qualche esperimento. Guarda...

Si avvicinò a un giovane. - Scusi... già che viene dai Fori... Mi porterebbe questo capitello? - propose con un sorriso, scaricando in mano al pellegrino un massiccio blocco di marmo scolpito.

L'altro accondiscese senza battere ciglio, e si allontanò barcollando per il peso, canticchiando tra i denti un inno religioso.

- Guarda ancora, John.

Il cybrido si accostò a un folto gruppo di pellegrini stranieri. Esibì uno smagliante sorriso e batté le mani per attirare l'attenzione. - Scusatemi tutti. Il Comitato per il Giubileo Pulito ha deliberato che i pellegrini debbano lasciare questa città più pulita di come l'hanno trovata... Ovviamente non si vuole distrarre il pellegrino dal suo impegno esiziale, cioè la preghiera. Si è quindi studiato il modo di ottemperare al dovere ecologico mentre si percorre il Santo Cammino. Ecco i vostri strumenti.

Il gruppo di stranieri si lasciò docilmente acconciare, e poco dopo camminavano ramazzando il selciato, ogni pellegrino con il suo bravo manico di scopa infilato su per il culo.

- Visto, John?

Milton era senza parole. - Si lasciano fare qualsiasi cosa... Non vedevo un rincoglionimento di massa simile dai tempi di Raffaella Carrà... Cosa... chi può averli soggiogati in questo modo? Il Wojtylhike?

Il cybrido abbassò la voce. - Per scoprirlo, dobbiamo arrivare a Tor Vergata. Andiamo...

...

Quando superarono il Raccordo Anulare il sole era un globo di sangue e bile appeso all'orizzonte. Il tramonto illuminò la moltitudine in marcia con una purezza crepuscolare degna di John Donne. Obliante e sottilmente iconoclasta. Velasquez. Gustav Mahler. Cazzo come sono colto.

La spianata di Tor Vergata pullulava di fiammelle e risuonava di canti sommessi come un'ode mozartiana. O forse erano lamenti. Nel buio incipiente migliaia di pellegrini si lasciavano bovinamente incolonnare nelle interminabili file per i WC chimici. Altri consumavano le loro razioni intorno a una chitarra strimpellata. Altri ancora si mangiavano le chitarre mentre qualcuno strimpellava le razioni alimentari.