Il "numero 5" del film <i>Short Circuit</i>
Il "numero 5" del film Short Circuit
Si direbbe, insomma, che sia stata trasmessa la convinzione che un'intelligenza artificiale, essendo in grado di ragionare più lucidamente di un essere umano, sia per questo più saggia e addirittura capace di salvare la razza umana da sé stessa (come del resto accade in racconti asimoviani come Il conflitto evitabile).

La fantascienza contemporanea sembra invece aver già superato anche questa fase, e adottato un atteggiamento ambiguo nei confronti delle intelligenze artificiali, evolutesi fino a diventare in qualche modo estranee alla comprensione dell'uomo, e ormai del tutto autonome da qualsiasi legge che voglia contenerne l'agire. Per esempio i bopper di Rudy Rucker citati all'inizio di questo articolo si sono separati completamente dall'umanità, e vivono in comunità sulla Luna, sorvegliati e temuti dagli umani i quali, entro la fine del romanzo, troveranno modo di distruggerli (alcuni degli stessi bopper, del resto, provano sentimenti non proprio benevoli nei confronti degli uomini). In Neuromante di William Gibson, il protagonista Case viene incaricato di celebrare un matrimonio tra due colossali IA, potenti e capricciose come divinità, i cui desideri non potrà mai comprendere appieno.

Ma forse le distanze non sono così incolmabili, visto che in Giù nel ciberspazio ritroveremo la stessa intelligenza artificiale intenta a costruire nello spazio piccole opere d'arte da far circolare tra gli uomini, come se solo dall'umanità potesse ricavare un senso dell'esistenza che sarebbe precluso nella prevedibilità dello spazio virtuale.

Forse ha ragione Iain M. Banks, il quale nel romanzo Volgi lo sguardo al vento spiega il motivo per cui le colossali astronavi della Cultura, pilotate e gestite da sterminate intelligenze artificiali, sono spesso dotate di un senso dell'umorismo assurdo che le spinge a scegliere nomi bizzarri. Il fatto è che un'intelligenza artificiale troppo perfetta tende immediatamente ad allontanarsi dall'umanità per fuggire in una dimensione di perfezione. Per poter avere a che fare con gli uomini, quindi, una IA deve per forza di cose essere costruita in modo da essere un po' "sballata". Invece che costringerle su binari prefissati, insomma, gli alieni della Cultura ritengono invece obbligatorio un pizzico di imprevedibilità e di follia. Mai le Leggi asimoviane erano state rovesciate in modo tanto radicale.