Il giorno dopo il ragazzo con il cane era di nuovo in vista, nella spirale superiore. Sandro osservò la bestia: profilo fiero, garretti nervosi, torace possente, rastremato... accidenti, era Nestore, l'ultimo e il più fedele compagno del nonno. Quando Sandro andava a trovarlo il cane gli faceva le feste, poi si accoccolava ai loro piedi, posava il capo; ogni tanto sollevava lo sguardo e nei grandi occhi scuri si potevano leggere sentimenti che non è dato conoscere, se non grazie ai cani.

Che fine aveva fatto Nestore? Sandro non si fece troppe illusioni, considerando il trattamento riservato al nonno, per il suo cane le prospettive non erano allegre. Ne parlò con la mamma, lei doveva saperne qualcosa. Le previsioni peggiori, le più realistiche, trovarono conferma: lo sfortunato animale era finito in un canile. Avrebbe fatto la fine del nonno, trascorrendo le ultime stagioni della vita abbandonato da tutti... forse c'era ancora una possibilità, Sandro non poteva guidare ma uno dei suoi amici lo avrebbe aiutato.

Nestore fu felice di rivedere Sandro e impazzì d'entusiasmo uscendo dalla gabbia. I due divennero buoni amici e finalmente il nonno trovò pace: per il popolo ramingo del vaso l'esodo ebbe fine. Gli anziani drizzarono la schiena e le donne sorridevano mentre un riflesso di speranza illuminava i loro volti. Gli uomini ritrovavano l'antico vigore e i ragazzi... per la loro incosciente gaiezza non cambiò molto, avevano il passo leggero, come a voler improvvisare un'antica danza tribale.