Gino Acevedo nel suo studio al Weta Workshop, Wellington, Nuova Zelanda  (foto di Roberto Taddeucci)
Gino Acevedo nel suo studio al Weta Workshop, Wellington, Nuova Zelanda (foto di Roberto Taddeucci)

Da quale tipo di studi e esperienza proviene?

Il mio background è nelle illustrazioni e dipinti. Quando avevo 18 anni a Phoenix in Arizona trovai una compagnia che produceva maschere per Halloween e cominciai a disegnare per loro dei nuovi modelli di maschere. Questo mi permise di avere un mio piccolo studio nel quale sperimentare, far pratica e sviluppare le varie tecniche. Avevo un amico che lavorava come artista del make up a Los Angeles e tramite lui finii per avere diversi contatti con l'industria cinematografica. Tra questi contatti c'era David Miller, il grande artista che curò il trucco di Freddy Krueger nel primo Nightmare - dal profondo della notte di Wes Craven. Con lui cominciai a lavorare nel cinema ed il primo film per me fu Nightmare 5 - il mito di Stephen Hopkins. Da allora sono rimasto a lavorare per il cinema, passando da un set all'altro e lavorando con persone che avevo sempre ammirato, come ad esempio Rick Baker. Col suo team facemmo il primo Il Professore matto ed il mio compito fu quello di realizzare un grosso corpo di silicone che poi sarebbe stato applicato a Eddie Murphy, dopo quello, sempre con Baker, venne il primo Men in Black. In seguito ho lavorato con Patrick Tatopulos in Independence Day, Godzilla e Supernova. Con la Amalgamated Dynamics lavorammo in Point break, per il quale costruimmo le maschere di gomma che i surfisti usano per rapinare le banche. Poi venne Alien 3, per il quale mi trasferii per un anno a Londra, fu una fantastica esperienza. Molto lavoro, davvero, molto film come La morte ti fa bella con Meryl Streep, o Demolition man con Sylvester Stallone.

Differenze tra il modo di lavorare americano e quello neozelandese?

A Los Angeles l'industria è molto sviluppata ma il gruppo di persone che lavora negli effetti speciali di trucco è relativamente piccolo. Le principali ditte sono quelle che fanno capo a gente come Stan Winston, Rick Baker, o Patrick Tatopulos ed hanno i loro impiegati diciamo fissi ed un loro stile piuttosto ben definito, tant'è che un occhio esperto può riconoscere in una sequenza di un film chi l'ha realizzata, quale scultore ha fatto una certa maschera, chi l'ha dipinta, eccetera. Insomma si hanno vari tipi di stile. Quando sono arrivato a Wellington una delle prime cose che ho notato è stato quanto nuovi fossero i disegni di pre-produzione, idee fresche, nuove, roba mai vista prima. Questo perché la gente che lavora è così distante da quella che possiamo definire l'industria dei trucchi che non hanno niente a cui rifarsi, o da copiare, per cui il lavoro creativo è molto più fresco e innovativo. Christian Rivers è stato uno dei disegnatori chiave e col suo talento e il suo stile ha elaborato idee che non avevo mai visto prima, davvero fantastico. Il che ha reso anche il mio lavoro molto più eccitante e mi ha spinto a soluzioni innovative anche in fatto di pittura, si è trattato davvero di una grande sfida, dal punto di vista creativo e professionale. Il troll delle caverne è stato uno dei primi personaggi su cui ho lavorato.

Cos'altro?

La grande attenzione e cura per i dettagli. Basta girare per il Weta Workshop per rendersi conto della grande mole di lavoro che va nella cura del dettaglio di armi e armature e trucchi, strato su strato e che poi neanche necessariamente riesce ad essere visibile nel film, però c'è, è li, aspetta solo di essere scoperto dalla macchina da presa. Una delle caratteristiche più belle della trilogia di Il Signore degli Anelli è l'omogeneità che deriva dal fatto di essere stato realizzato da un unico laboratorio. Se tutto questo fosse stato fatto negli USA una ditta avrebbe avuto il compito di fare le protesi, un'altra avrebbe curato le miniature, qualcun altro avrebbe avuto gli effetti visivi. Si sarebbe sparpagliato il lavoro e quello che sarebbe successo è che ogni ditta avrebbe realizzato la loro parte di lavoro col proprio stile. Quando questo si verifica una volta che il film viene montato i vari stili diversi sono chiaramente visibili e assai raramente combaciano. Questo purtroppo recentemente si verifica molto stesso. Qui invece c'è Richard Taylor, che supervisiona il lavoro di tutti i vari dipartimenti e garantisce unitarietà di stile al prodotto. Anche perché lui stesso ha esperienze passate di lavoro nei vari settori e ne conosce bene le peculiarità.