- Permesso, levàteve 'a 'nanze, fate passare, permesso...

Un paio di poliziotti si fecero largo tra la calca, e con loro Moldè. Nel trambusto i poliziotti furono ripuliti dei cinturoni, Moldè del suo trench, ma sotto ne portava un altro uguale, perciò entrando nella barberìa sembrava non ci avesse rimesso niente.

- Scusa, Pasculli, ma xe l'era un traffico de l'ostrega.

- Fa niente, Moldè, qui non c'è molto da fare. Niente testimoni, nessuno ha visto niente.

Moldè fece un giro, guardò il cadavere, guardò le schedine sparpagliate, guardò il tipo pelato che aveva parlato con Pasculli:

- S'è lei il mago Usi...Urcinalle...come se ciama?

- Uri Naler, la Forza dell'Ignoto.

- Xe la tersa volta in sei giorni che scampa alla morte, lei. Come fa, con la forsa de l'ignoto?

- Noi andiamo, Moldè - interruppe Pasculli, - lo accompagno in questura, gli ci vuole una scorta.

- Mi g'ho una pista, Pasculli, bisogna che ne parlémo - fece Moldè fissando Pasculli con un occhio da primo piano. Pasculli ricambiò con espressione da martire:

- Non dirmi che c'entrano gli extraterrestri pure in questa storia.

Moldè fece un ghigno affermativo. Pasculli espirò rassegnata, e raggiunse Uri Naler che si era già avviato coi poliziotti e con alcuni della scientifica. Il gruppo dovette riattraversare la folla di napoletani neorinascimentali, rimettendoci due cappelli da poliziotto, un kit del piccolo chimico, una collanina bagnata in oro e una tessera telefonica semiusata. Pasculli si ritrovò senza scarpe.

Moldè attese di rimanere solo, poi tornò ad accucciarsi sulle schedine sparse al suolo. Le smuoveva, le scansava, le guardava accuratamente una per una, si fermò. Guardò ancora più attentamente e la prese: una schedina come le altre, a quattro colonne, ma era stata compilata. Per ogni partita c'era lo stesso segno su tutt'e quattro le colonne, e alla fine, scritto a matita il risultato: 2-0, 1-1, 1-3, eccetera. Controllò la data del pronostico: 5 dicembre 2002, mancavano tre settimane.

Moldè non sapeva se socchiudere le labbra o serrarle in un ghigno, decise per il secondo, perché in primo piano gli veniva meglio.

Davanti a quella schedina coi risultati del futuro.

Questura di Napoli - 15 nov. 2012, ore 21.44

- Allora, signor Uri Naler, al secolo Gennaro Cacace: come mai la stanno omaggiando di tanto piombo da un po' di tempo in qua?

- E che ne saccio, signora mia. Voi lo sapete? no? e manco io.

Dina Pasculli aveva un paio di scarpe nuove ma stava perdendo la pazienza:

- Vediamo se indovino: toto nero?

- No, guardate, io con le shcommesse clandestine nun ci azzecco. Io sono un mago onesto e basta. Certe cose non le so, e non voglio sapere niente.

- Però dal barbiere ci andavate con la controfigura - intervenne il capo della Mobile, che in abbigliamento casual sarebbe sembrato un venditore ambulante di porco lesso al limone: - I miei informatori mi dicono che nelle ultime settimane molta gente ha sbancato con le vincite, e pare che la camorra è incazzata assai.

- E io che c'entro?

- C'entrate, perché voi i pronostici li vendete, e pare che tutte le vincite sono state realizzate da pronostici vostri.

- Chella è la Forza dell'Ignoto.

- Ehi, questo non me lo avevate detto - intervenne Dina Pasculli.

- E mo' lo sapete - ribadì il venditore ambulante della Mobile.

- Allora perché avete chiamato noi della X Files?

- Perché qua la storia para normale, ma nun è. Il signore qui presente è un mago, cara collega, e a Napoli su queste cose non si scherza.