- Che vi servo, signuri'?

- Ci avete i friarielli?

- Comme no, ecche qua, guardate comme so' belle. Quante ne voleto?

- Un quintale.

- Subbito.

La fruttivendola smosse un paio di sacchi, prese a calci e pugni i sacchi di altre verdure che intralciavano, quindi passò alla pesa:

- Ecche qua, sono un quintale e settanta chili: che faccio, lascio?

- Lasci, lasci - rispose Dina Pasculli mettendo mano al portafoglio.

Fogne di Napoli sotto la cappella Sansevero - 16 nov. 2012, ore 15.48

- Eccolo - esclamò Uri Naler guardando oltre le spalle di Moldè: - Giratevi piano, calate la pistola, e fategli vedere le trecce d'aglio.

Moldè mise giù la pistola e si voltò. Vide un'enorme testa d'aglio, sul metro e cinquanta, e larga altrettanto, con gambe e braccia da cartone animato, due fessure al posto degli occhi, e una specie di bocca a sifone. Ma la cosa più strana di tutte era che aveva tre orecchie: due ai lati e uno, come dire, in fronte.

- Ah grazie - disse il coso, impossessandosi delle trecce d'aglio che Moldè gli porgeva incredulo.

- Questo è il politico di cui per la quale - fece Uri Naler al coso indicandogli Moldè. - Signor Moldè, questo è il signor Aglien, del pianeta... comme se chiamma 'o pianeta?

- Allium - precisò Aglien: - Era ora che mi portasse l'uomo giusto. Mi ero stancato di girare qui sotto.

- Eh già - commentò imbarazzato Uri Naler.

- Il mago le avrà spiegato tutto, immagino - disse Aglien rivolgendosi a Moldè.

- Non ancora - rispose Moldè, - non g'ha avuto il tempo, e...

- A proposito di tempo - interruppe Aglien porgendo al mago un cronografo e una schedina, - questo non mi serve più, e questa è del 12 dicembre.

Uri Naler arraffò cronografo e schedina: intascò il primo, e mirò estasiato la seconda.

- E ora veniamo a noi. Come già detto, vengo da Allium. Sono un profugo, ho lasciato il mio pianeta per motivi politici.

"No ghe bastano gli extracomunitari" pensò Moldè.

- Chiedo asilo politico: ho provato a spiegarlo ai vostri militari ma non c'è stato verso di farmi credere.

- Avrebbero potuto ucciderla.

- Ci hanno provato, ma noi di Allium siamo più avanzati di voi terrestri: le vostre armi da fuoco non ci danneggiano, a noi invece basta emettere un'esalazione per stendervi.

- Xe naturale - considerò Moldè rivolto al mago, - se gli demo da magnar tutto quell'aglio.

- Me l'ha richiesto espressamento lui - si giustificò l'altro.

- In cambio di pronostici del totocalcio pescati nel futuro - incalzò Moldè.

Uri Naler abbassò lo sguardo. Moldè parlò ad Aglien:

- Come fa, la me diga: ha una macchina del tempo?

- Sono io la mia macchina del tempo: mi basta un cronografo dei vostri, programmare ora, data e luogo, e vado quando mi pare.

- Smaterialissasion, g'ho capìo. Ma sul suo pianeta, cossa l'è che non funsiona?

- Funziona tutto.

- Ma prima gh'a deto che lei volarìa asilo politico.

- Abbiamo un unico governo planetario, il peggiore che si possa immaginare.

- La Lega Sud?

- La democrazia - rispose sprezzante Aglien: - Da noi tutti hanno diritto al voto. Idioti che hanno lo stesso diritto al voto di geni! Capito la mostruosità? Da noi il voto di un idiota vale uno, tanto quanto vale uno il voto di un genio.

Moldè deglutì. Uri Naler deglutì. Turbato dal suo stesso discorso, Aglien prese a passeggiare sul posto. Uri Naler ne approfittò per bisbigliare a Moldè:

- Io ce lo avevo detto a mio fratello: "Spiegaglielo tu che qua in Italia è la stessa cosa".