La marcia continuò per diverse ore. Un gorgogliare di acqua corrente li arrestò. Il giovane costrinse O-Ree ad accovacciarsi tra le grosse radici di un albero, poi, guardingo, cominciò a strisciare verso l'acqua che scorreva poco lontano. O-Baa ricordava che il vecchio O-Paa si muoveva sempre con grande cautela, ogni volta che si avvicinava all'acqua corrente. Tutti gli animali devono bere, e i più forti aspettano al varco i più deboli.

Scostando gli ultimi rami del sottobosco, O-Baa si affacciò sulla riva del placido torrentello. Gli alberi intrecciavano i loro rami da una sponda all'altra, formando un verde soffitto, brillante per la luce del sole ormai alto. O-Baa scrutò attentamente le due rive, e i grossi sassi che affioravano qua e là rompendo la molle corrente delle acque. Tutto il posto parlava di pace. Il grido acuto, lacerante, di O-Ree giunse inaspettato alle orecchie del giovane. Serrando istintivamente la mano contro la pigna, balzò in piedi e corse verso la ragazza.

Un grosso rettile giallastro a chiazze nere stava avvolgendo la povera O-Ree tra le sue spire. Sii, il serpente, si avvinghiava lentamente intorno alla preda, ben sicuro della sua enorme forza. La testa, vagamente triangolare, ondeggiava nella danza di morte.

O-Ree ormai non gridava più: gli occhi sbarrati, i muscoli irrigiditi, pareva non vedere e non sentire.

Sii continuò ad avvolgersi. Forse vide il piccolo O-Baa. Ma cosa poteva temere da quella scimmietta bianca?.

Fu allora che O-Baa, pazzo di rabbia, di dolore, di paura, si buttò sul serpente colpendolo con la pesante pigna.

Sii abbandonò subito l'inerte O-Ree e si avvinghiò alle gambe della scimmietta bianca che era riuscita a fargli male. O-Baa comprese che per lui ormai non c'era scampo, ma invece di abbandonarsi al terrore, sentì una forza nuova corrergli su per le arterie. Con una mano afferrò la testa di Sii, che aveva ripreso la sua danza, e con l'altra afferrò la dura pigna e colpì, colpì, colpì finché lo sforzo lo sopraffece. La foresta cominciò a danzargli davanti agli occhi e la notte calò su di lui, ma O-Baa continuava. a colpire. Gli pareva di non potersi più fermare, gli pareva che se avesse smesso Sii lo avrebbe stritolato.

Quando tornò in sé, sentì l'acqua fresca scendergli in gola attraverso la chiostra serrata dei denti. Apri gli occhi. Le azzurre iridi di O-Ree, i capelli biondi come il sole di O-Ree riempivano il cielo. Dalla bocca di O-Ree entrava, a forza, acqua nella sua. Le labbra della ragazza premevano sulle sue nello sforzo di farlo bere. La mano di O-Baa accarezzò le spalle esili di O-Ree, poi il ricordo di Sii tornò nella sua mente, e lui balzò in piedi terrorizzato, buttando da un lato la piccola, bionda O-Ree. Fece alcuni passi. Dietro un cespuglio giaceva, inerte, il lungo possente corpo di Sii. O-Baa fece un salto indietro, ma poi capì che Sii era morto. Si avvicinò al serpente e lo osservò. Sii aveva il capo ridotto a un'informe poltiglia in cui si mescolavano anche scaglie di pigna. Un po' più in là c'era la pigna semidistrutta. O-Baa toccò Sii. Dapprima con rispetto e poi sempre più allegro, lanciando piccole grida soddisfatte. Con uno sforzo, sollevò il lungo Sii e lanciò un altro urlo:

- O-Baa forte! O-Baa capo! O-Baa ucciso Sii!

O-Ree si avvicinò al giovane e gli si strinse contro, dolcemente. Lui l'aveva salvata dalla morte: adesso lei gli apparteneva anche per la Legge.

O-Baa comprese. Ebbro di gioia, afferrò O-Ree per le spalle e la buttò per terra. Poi si chinò su di lei e si avvolse il viso dei suoi capelli. O-Ree si allacciò a lui. La foresta ricominciò a girare davanti a O-Baa. Quella non era la stagione dei fiori, eppure O-Baa ne udiva lo stordente profumo. Le sue braccia stringevano O-Ree sempre più forte, senza che lui lo volesse. Il sangue gli gonfiava le arterie. I suoi muscoli gli sembravano fortissimi. Nessuno in quel momento avrebbe potuto vincerlo.