1971: antologia italiana di Galassia curata da Curtoni, Montanari, de Turris
1971: antologia italiana di Galassia curata da Curtoni, Montanari, de Turris
Seguiamo ora quest'altro incipit:

Certe volte, a guardarlo bene, il fiume ha un po' la faccia del traditore, la faccia di Giuda che ha tradito Cristo. Schiume gialle e spugnose ristagnano nelle gore spente dove l'acqua nemmeno s'increspa, lungo le anse della lanca e dei canali sconnessi; nell'acqua di piombo, oleosa di nafta, tribù di pesci vengono a galla con la pancia livida. E c'è nell'aria come un presagio di sfacelo, un tormentoso formicolio di rimorsi che vengono dal profondo, come un cadavere annegato, gommosa presenza che è lì a ricordarti i propositi non mantenuti, le cose dette e non fatte, le illusioni.

Cos'è che cerchi, vecchio?

Ero lì che guardavo, stamattina, mentre facevi l'inventario (...)

Era uno stupendo racconto di Lino Aldani, Visita al padre, pubblicato da Curtoni su Robot nel 1976 e che provocò un'altra polemica: si trattava o no di fantascienza?

In realtà era... un tipico racconto di sf all'italiana: scenario leggermente spostato nel futuro ma appena intravisto e che diveniva soprattutto un "paesaggio psichico", se non un'estensione della psicologia dei due protagonisti in antitesi, padre e figlio, in una storia che in effetti quasi nulla aveva di science fiction.

Gli altri due esempi che seguono esemplificano invece una scrittura "personalizzata" degli autori.

Gli Arpionatori di Mauro Antonio Miglieruolo uscì nel 1970. La prosa era un miscuglio inedito di forme arcaiche, auliche, e di linguaggio burocratico; il tutto finalizzato a effetti drammatico-grotteschi:

Assai mirabili cose si sarebbero potute notare in quei momenti di inaudita disperazione. Audacie di tentati tuffi con cinture magnetiche, dal pericoloso spazio. Eroismi di astronavi che si autodistruggevano contro l'incalzante nemico. Follie di uomini che abbandonavano la Luna su diversa sorte di vettori, per poi sfracellarsi, insano olocausto, sui tetti delle fortificate metropoli. Tremoti di bombe a fissione, che scavavano morte nelle abitazioni. Smottamenti planetari disfacevano i sovrumani alveari elevati orgogliosamente dall'umanità, fenditure enormi sulla Terra inghiottivano i resti di quei rovinati splendori. E sciami di carri volanti tentavano una via di fuga, nel rotolare per l'aria degli sbriciolati edifici.

L'ultimo esempio è ripreso dal racconto Il pungiglione di Sandro Sandrelli (1962). La particolare scrittura ridondante, enfatica, tipica di questo autore, era il mezzo attraverso il quale egli raggiungeva lo scopo di stupire il lettore e immergerlo nei suoi folli fanta-universi:

Oh, signori, SIGNORI, ascoltate, ascoltate, vi prego... Io sono Emmelyne Flambeau, nata Doralyx. Oh, signori, SIGNORI, ASCOLTATE... QUALCUNO MI ASCOLTA? Flambeau, nata DORALYX. Doralyx... Tre giorni, signori, SIGNORI. Ascoltate, ASCOLTATE, MIO DIO!... Sono alta, slanciata, sono bella, BELLA! I miei capelli sono bruni, le mie spalle rosee, il petto alto e fermo, i fianchi lunati, il grembo liscio, e... Che la vostra anima vaghi per millenni nelle paludi nere e sanguinose di Urquksch! Le paludi, LE PALUDI NERE E SANGUINOSE DI URQUKSCH... Chi è, CHI E' URQUKSCH? SIGNORI, oh, signori, vi prego, vi prego, VI PREGO, ASCOLTATE! Le paludi nere... no , non le paludi, il sole, il sole, il sole, IL SOLE ALTO ALLO ZENITH FRA LE DUE GOLE DI ROCCIA... il sole, IL SOLE DIVENTO' FIAMMA e si circondò di sette, sette, SETTE ANELLI pure di fiamma e io mi sentii afferrare da una mano crudele e gigantesca e strappar via l'anima...