Leggendo La mostra delle atrocità si capisce bene perché gli scrittori cyberpunk, Gibson in testa, abbiano considerato Ballard un precursore e un maestro. Io mi auguro anche che si capisca meglio la grandezza di questo scrittore, così complesso e fecondamente "incompleto" in ogni sua manifestazione. La mostra delle atrocità è un esempio splendente e lampante, denso ma anche (perché no?) divertente, di una scrittura autenticamente cosmopolita, che attinge la sua forza da uno sguardo impietoso e disincantato sulle tendenze unificanti della cultura planetaria: scrittura antropologica quante altre mai, perciò, di un'antropologia reale e non della finta antropologia del recupero delle "tradizioni".






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