Cinquantesimo numero della nuova serie, novantesimo in totale per la rivista fondata da Vittorio Curtoni e dieci volte vincitrice del Premio Italia.

Il destino a volte è strano, o forse le nostre scelte sono guidate dall’umore più di quanto crediamo. Fatto sta che in questo numero di Robot, preparato in uno dei periodi più cupi della nostra storia recente, il tema dominante sia quello della morte e dell’elaborazione del lutto. È centrale in Lete, un capolavoro di un grande autore non apprezzato abbastanza, Walter Jon Williams, che racconta come si affronta la morte di un congiunto in un’epoca in cui la morte praticamente non esiste più.

Una morte vicina può essere devastante anche in un mondo già devastato di suo, come quello descritto da Giulia Abbate nel racconto finalista al Premio Robot La vita segreta dei cicloni, e può essere la fine di un ciclo della nostra vita, nel racconto Metallo di Giampietro Stocco.

A volte è una distruzione sistematica, come quella portata dai mostri e dagli alieni di Lorenzo Davia e Massimiliano Tosti, a volte è naturale, e a noi tocca occuparci di ciò che rimane. Che può riservare anche incredibili sorprese, come nella casa della nonna descritta da Cat Rambo nel racconto Premio Nebula 2019 Carpe Splendorem.

A noi non resta, per consolarci, che offrirvi qualche pagina dell’avventurosa biografia di Jack Vance: uno che, di sicuro, sapeva godersi la vita.

All'interno un lungo articolo di Sandro Pergameno sulla nuova space opera americana (John Scalzi, The Expanse, Ann Leckie), Giovanni De Matteo sull'utopia, Walter Catalano su Snowpiercer e Piero Schiavo Campo sull'ipotesi: il nostro universo è una simulazione?

Robot 90

Silvio Sosio, Robot 90 , Delos Digital, Robot 90, isbn: 9788825412857, ebook formato kindle (su Amazon.it) o epub (sugli altri store) , Euro 6,99 iva inclusa

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