Nuovo Millennio è da pochi giorni nelle edicole italiane. Quali sono le ragioni principali che l'hanno spinta ad affrontare questa sfida alle soglie del 2000?

Fin da quando pubblicavo fumetti mi ero reso conto che il mercato dell'editoria aveva uno sbocco interessante verso le collane di narrativa. Naturalmente per essere presenti in questo segmento di mercato occorre un prodotto che abbia un'anima, una speranza, a volte un sogno che si avvicini al meglio alle esigenze dei nostri amici lettori. Ho quindi esitato a lungo prima di dare inizio a questa avventura, e l'ho fatto solo adesso perché finalmente ho la convinzione di avere tra le mani un prodotto formidabile, che non solo farà parlare di sé tra gli appassionati di fantascienza, ma si imporrà con autorevolezza sul mercato.

Quali sono i progetti principali che riguardano Nuovo Millennio per i prossimi mesi?

Si tratta di una collana che per il momento vorrei mantenere trimestrale, per sondare il terreno. È partita bene con il volume I mondi di Delos, l'antologia di racconti del meglio della fantascienza su Internet, e continuerà a luglio con un bel romanzo fantathriller carico di pathos, scritto a quattro mani, dal titolo Ombre nel silenzio, che è stato prelevato dalla lista dei titoli in opzione presso Mondadori.

Ci può indicare i plus di questa innovativa iniziativa e che ruolo svolgeranno gli autori italiani?

Naturalmente la Garden non si può paragonare alle grandi case editrici italiane. Ma questo da un certo punto di vista gioca a nostro favore, soprattutto per quanto riguarda la flessibilità della collana, che possiamo sfruttare al meglio. Quando riusciamo a trovare dei prodotti e delle idee innovative non ci pensiamo su due volte. In questo caso Nuovo Millennio darà ampio spazio agli autori di casa nostra, così come iniziò qualche tempo fa un editore francese che, partito in sordina, è oggi leader nel suo settore. Noi creeremo avvenimenti annuali, come nel caso dell'antologia di Delos, e daremo il giusto spazio agli autori italiani, opportunamente selezionati, tenendo sempre a mente che oggi il lettore è mutato, è più vicino alle tecnologie, è più connesso globalmente con il mondo, grazie a Internet. Non ci saranno pregiudiziali, comunque, né nei confronti dei romanzi, né delle antologie personali o collettive. Anzi, ci auguriamo che gli scrittori italiani aderiscano all'iniziativa e ci inviino i loro dattiloscritti per la selezione (che sarà sempre rigorosa e fondata sulla ricerca della massima qualità, s'intende).

La periodicità trimestrale di Nuovo Millennio potrebbe cambiare in funzione del successo della collana?

Certo. Partiamo con prudenza, considerato anche che i nostri curatori in questo momento non avrebbero la possibilità fisica di lavorare su un prodotto mensile. Poi, dopo i primi due grossi titoli, decideremo il da farsi. Naturalmente è tutto nelle mani dei nostri lettori. Sebbene qualche idea è già dietro l'angolo.

Quali sono gli autori di fantascienza che predilige?

Tra i tanti mi piace Arthur C. Clarke. A suo tempo pubblicai anche la versione a fumetti del suo 2001: Odissea nello spazio.

Ci sono altre esperienze di SF della sua casa editrice che vuole ricordare ai lettori di Delos?

Nel 1987 uscì la collana Star Trek con ottimi titoli. Prima ancora, nel 1985, Solaris, dove rilevai attraverso un amico materiale da Ugo Malaguti quando chiuse la sua Casa Editrice. Non furono grossi successi, nonostante la pubblicazione di nomi famosi tipo Van Vogt, A. Norton, ecc. Mediamente tiravano 4.000 copie. Ma adesso credo che la musica sia cambiata. Nuovo Millennio ha un livello qualitativo decisamente molto superiore, ne saranno conferma il volume I mondi di Delos e l'ottimo romanzo di luglio, Ombre nel silenzio.

Visto il suo grosso passato di editore (che andremo a svelare dalla prossima domanda), preferisce personalmente leggere libri o fumetti?

Mi piace molto sfogliare i fumetti. Forse si tratta solo di curiosità innata. Devo però ammetto che anche per me c'è stato un passaggio verso i media alternativi, come la TV, che ha portato via una fetta del mio tempo libero che prima dedicavo alla lettura.

E veniamo dunque ai vecchi tempi, quando il nome della casa editrice era Editoriale Corno. Si tratta di un nome che molte generazioni ricorderanno certamente con stima (alla Corno si devono i fumetti di Alan Ford, Sturmtruppen, Andy Cap, i superereoi come L'Uomo Ragno, I Fantastici Quattro, Thor e via dicendo, oltre a pubblicazioni prestigiose come Eureka e Il corriere della paura). Come nacque questa avventura e, inizialmente, con quali testate?

Ho iniziato nel '59/'60, grazie al mio interesse per i fumetti e all'incontro con Max Bunker. Io lavoravo alla Banca Popolare di Milano, dove per tradizione anche mio padre ci teneva che facessi il suo stesso percorso professionale. Invece iniziai la mia avventura da editore con il primo fumetto che fu Maschera Nera disegnato da Piffarerio (N.d.A. – che successivamente disegnò anche Alan Ford quando Magnus lasciò l'editoriale Corno). Piffarerio, così come Magnus, mi dimostrò con questa e altre esperienze di essere un santo, mi fece capire che gli angeli esistono e sono in mezzo a noi così come i diavoli!

Kriminal e Satanik sono stati progetti difficili da proporre al pubblico di quei tempi? A chi era diretto quel tipo di prodotto?

Difficilissimi. Basti pensare che per i contenuti di quei fumetti, a quei tempi, ci trovammo nel bel mezzo di beghe legali. I personaggi erano nati in risposta a Diabolik dell'editore Sansoni, scritto da due sorelle (una delle quali moglie dell'editore). Il loro "eroe" in calzamaglia nera si rifaceva a un personaggio americano del 1949. E sulla falsariga di Diabolik demmo vita a SatanikKriminal. L'idea del personaggio femminile ci piaceva molto, ma bisogna ammettere che Kriminal vendeva di più.

Indubbiamente l'editoriale Corno è ricordata da molti anche per il mitico duo Magnus & Bunker e per la loro creatura Alan Ford. Cosa ci può raccontare?

Dopo qualche processo di troppo relativo a Satanik e Kriminal, decidemmo che forse era il caso di dare vita a un personaggio inattaccabile: da qui la nascita di Alan Ford. Ci vollero due anni prima che il personaggio riuscisse a decollare con le vendite. L'idea di fondo fu di Magnus, in quanto un gruppo stile TNT non si era mai visto nemmeno nei fumetti americani. Ricordo per esempio Magnus che veniva da me e mi chiedeva come doveva fare una copertina. Due giorni dopo tornava con tre tavole una più bella dell'altra e non sapevo proprio quale scegliere. Un grande artista e un grande uomo. Nel suo ultimo lavoro fatto per Tex, prima di morire, è possibile vedere tutta la sua bravura. Quando finì il lavoro mi disse: "adesso posso morire". E scomparve davvero poco dopo.

La concorrenza di Johnny Logan, un prodotto che rappresentava una copia mal riuscita del Gruppo TNT, fu davvero concorrenziale, o non scalfì più di tanto le vendite di Alan Ford?

In realtà non vi fu concorrenza. Il prodotto era privo di nuovi messaggi rispetto a Alan Ford e quindi non ebbe effetti sulle nostre vendite. Nei momenti buoni vendevamo anche 150.000 copie al mese. E anche Sturmtruppen andava veramente bene, molto apprezzato e venduto soprattutto in Germania.

Quale fu la ragione principale che la spinse a portare in Italia i supereroi marvelliani, come ad esempio L'Uomo Ragno, I Fantastici Quattro, Devil, Capitan America, Conan, ecc.?

C'era un'agenzia giornalistica internazionale, credo la TransWorld, dalla quale acquistavamo già Guerra d'Eroi. Ci disse a più riprese che esistevano sul mercato americano anche i personaggi della Marvel e che valeva la pena importarli. Allora non c'era la concorrenza agguerrita che troviamo oggi in edicola, e così prendemmo al volo quella segnalazione. Le vendite andarono benone. Tra tutti i personaggi pubblicati, un serbatoio enorme, quello che tirava maggiormente era L'Uomo Ragno, seguito a ruota dai Fantastici Quattro. E le vendite permettevano di lanciare nuovi personaggi di volta in volta e verificarne la robustezza. Nel caso di flop si cadeva comunque sempre in piedi e ci potevamo permettere di riprovare con un altro personaggio grazie alle vendite delle testate di punta. Ricordo molto affettuosamente il mio primo incontro in Italia con Stan Lee. Scoprii un vero personaggio

A chi venne in mente di realizzare il Corriere della Paura, con le sue rubriche fisse tematiche e una serie di racconti a fumetti americani rigidamente in bianco e nero, nonostante i tanti prodotti a colori?

Fu Maria Grazia Perini, che si firmava MGP, a ideare il Corriere. Il mio mestiere è, dopotutto, ascoltare nuove valide idee e renderle concrete (come sto facendo adesso con Nuovo Millennio). L'obiettivo è quello di tenere assieme un gruppo affiatato, dal magazziniere all'editor. Un altro prodotto in bianco e nero, ma questa volta di fantascienza, lo pubblicammo anche agli inizi degli Anni Ottanta, col titolo di Fantasy.

E di Eureka! cosa possiamo dire?

Si trattava di una testata interessante, che ci permetteva di far fare palestra a molte strisce a fumetti, di trovare nuovi personaggi emergenti. Eureka! ha avuto momenti buoni ed era un po' il nostro fiore all'occhiello. Lì, ad esempio, nasce Bonvi, che oltre a essere un ottimo illustratore era anche un ottimo agente di se stesso. Si partiva con un po' di strisce e se il risultato era buono si passava alla monografia. Ricordo che si tiravano 120.000 copie e ne tornavano indietro dalle edicole solo 20.000, che noi riutilizzavamo a prezzo pieno in libreria, vendendole tutte. In quei periodi rammento anche che, certe mattine, dove avevamo gli uffici in viale Romagna a Milano, si formavano vere e proprie code per acquistare gli arretrati di tutti i nostri fumetti. A un certo punto pensammo anche di aprire un vero e proprio negozio per questo servizio, ma poi rimase solo un'idea.

A distanza di tempo, a quale prodotto si sente maggiormente legato?

Considero tutte le pubblicazioni della Editoriale Corno come dei miei figli. Quando si investe in un progetto bisogna crederci fino in fondo. Questo è sempre stato il mio atteggiamento, mai troppo vicino al prodotto, lasciandolo fare a chi deve farlo, mettendolo nelle condizioni ideali per produrlo, senza nessun particolare aspetto d'ingerenza. La creatività, dopotutto, è una cosa delicatissima

Lei ha portato alla ribalta Magnus, Bonvi e Silver. Cosa rammenta di questi tre personaggi, a distanza di tempo?

Magnus lo ricordo con grande affetto. Era maniacale nei suoi lavori, sempre lì a scrivermi note su tutto e tutti. Ho ancora molte delle sue lettere qui con me. Bonvi mi disegnava spesso davanti agli occhi, partendo dalle scarpe, uno dei suoi personaggi di Sturmtruppen, al quale abbinare una dedica a qualcuno dei miei conoscenti. È stato molto abile a sfruttare il successo di questa striscia e ci si è buttato dentro con grande tempismo. Silver è stato molto bravo anche lui, sebbene, a quei tempi, non ebbe la stessa fortuna immediata di Bonvi.

Un altro capitolo importante che la riguarda direttamente è la trasmissione Gulp – Fumetti in TV. Cosa ricorda più piacevolmente di questa esperienza e cosa, invece, non le è piaciuto affatto del piccolo schermo?

Avendo a disposizione tutte queste pubblicazioni, come ad esempio Alan Ford o Nick Carter, grazie a Giancarlo Roverni e De Maria (il vero scopritore di Bonvi), ci venne in mente di proporli in chiave cartone animato. Un po', in realtà, sfruttando l'idea già in essere negli Stati Uniti con i Supereroi. Queste operazioni sono comunque molto delicate: da un lato andare in onda sulla Rai in prima serata ti porta del nuovo potenziale pubblico, dall'altro si rischia di non soddisfare il lettore abituale che, per esempio, si trova a che fare con una voce del suo personaggio preferito che non ritiene adeguata. Ma alla fine le cose andarono benissimo, e la trasmissione fu un grande successo.

Se potesse tornare indietro nel tempo, come spesso accade nei racconti di fantascienza, cosa farebbe in più e cosa in meno, rispetto alla sua carriera editoriale?

Rimpianti per la Corno ce ne sono. Per le vecchie generazioni di lettori, la nostra casa editrice era un fermo punto di riferimento nel mercato editoriale italiano. In realtà le mode e i tempi cambiano. Oggi bisogna sapersi adeguare a questi cambiamenti sempre più velocemente. Un prodotto ai tempi della Corno poteva durare anche dieci anni senza essere scalfito, oggi un nuovo fumetto comincia ad avere un calo d'interesse nel pubblico già dopo sei mesi. In questo senso la Garden ha un'esperienza maturata e una visibilità maggiore, e oggi torna ad essere aggressiva con un prodotto in cui crediamo totalmente. Nuovo Millennio è la prima importante mossa di molte altre che avverranno presto: parola del sottoscritto.

Ad esempio? Può darci qualche anticipazione?

Diciamo che forse potrà esserci un ritorno in grande stile di un vecchio marchio. Un marchio che porta il mio nome

Grazie per la sua cordiale disponibilità e in bocca al lupo per Nuovo Millennio, che non mancheremo di recensire sulle nostre pagine.