Uno dei migliori racconti di Asimov in cui compaiono specie aliene, e che dimostra ormai una reale maturità dello scrittore – del resto il racconto è del 1958, quando ormai il nostro è all’apice della sua produzione – è Ospite. ;;Protagonista è uno scienziato Hawkinista, ospite di una donna terrestre sua collega e del marito di questa, un poliziotto. Gli Hawkinisti vengono descritti in dettaglio da Asimov: si sono evoluti dagli ungulati, quindi stanno sulle quattro zampe e hanno piccoli zoccoli al posto delle unghie. Inoltre, sono ruminanti e vegetariani. Gli umani, scopriamo, sono gli unici carnivori tra le specie galattiche. In questo racconto l’hawkinista cerca la verità sulla Morte per Inibizione, una malattia nata sulla Terra ma a cui i terrestri si sono assuefatti. Ma la malattia si sta diffondendo negli altri mondi non conseguenze catastrofiche. Ospite, oltre ad essere una storia ben orchestrata con trovate geniali e un tema principale molto intrigante, presenta per la prima volta una specie aliena ben descritta e originale, che si discosta dai tradizionali canoni umanoidi. È il primo tentativo di Asimov di immaginare, estrapolando da basi scientifiche reali, un essere extraterrestre, di cui descrive anche le inevitabili difficoltà ad adattarsi alla gravità e all’atmosfera terrestre. Cronologicamente precedenti ad Ospite, sono da segnalare due racconti notevoli: Chiazze Verdi (1950) ed Esplorazione vegetale (1956). Entrambe le storie sono accomunate dalla presenza di una specie aliena diversa dagli abituali schemi. In Chiazze Verdi si avverte un’eco dei racconti minacciosi del periodo classico della fantascienza, in cui gli alieni possono minacciare l’esistenza stessa della Terra, ma lo fanno in un modo subdolo e senza rendersene conto. Gli ‘alieni’ di turno sono gli abitanti del Pianeta di Saybrook. Non sono singoli organismi, ma fanno parte di un ecosistema ben organizzato. Animali, vegetali, rocce, microbi, cellule, sono tutti dotati di consapevolezza perché parte di un’unica Entità. Questa Entità vuole far sì che anche l’uomo sperimenti i benefici della completezza e infesta la nave dei terrestri, i quali porteranno sulla Terra i germi che modificheranno il mondo a loro immagine e somiglianza. In Esplorazione vegetale, due esploratori spaziali vengono in contatto con due mondi dello stesso sistema stellare che presentato lo stesso tipo di vegetazione. Scopriranno che i particolari fiori dei due pianeti hanno asservito ai loro scopi le intelligenze autoctone, che da civiltà evolute sono decadute a un primitivo stato animalesco. Per la prima volta i veri alieni non sono umanoidi o specie animali, ma vegetali. Dato che però nella maggior parte dei casi le civiltà extraterrestri non rappresentano una minaccia per l’umanità, in alcune storie (come in Homo Sol) gli alieni si adoperano per aiutare la Terra. L’aiuto è inteso di solito come salvezza da una sicura guerra nucleare. I racconti del genere, nel periodo tra il 1946 e la fine degli anni Sessanta, erano numerosissimi: tutti gli scrittori di fantascienza paventavano l’Armageddon nucleare finale, e ipotizzavano gli scenari post-apocalittici e le conseguenze sulla civiltà. Asimov immagina invece che questo conflitto, in fin dei conti, possa essere evitato. Nel racconto La Pausa (1954), una specie aliena di “osservatori” cancella dalla mente umana la conoscenza della radioattività, degli impieghi bellici dell’uranio e del plutonio ed evita così che la Terra degeneri nel conflitto atomico. Ingegnoso e affascinante, La Pausa si sofferma però poco sulla descrizione degli alieni. Diversamente accade ne I Nobili Avvoltoi del 1957. Qui un’altra specie aliena, gli Hurriani, attende da quindici anni su una base nascosta sulla Luna lo scoppio della guerra termonucleare. L’intenzione degli Hurriani è di salvare il salvabile a guerra conclusa: una prassi, questa, che gli alieni hanno praticato con successo con tutte le migliaia di specie evolute presenti nella galassia: tutte hanno subito una guerra atomica che ha spazzato via la loro civiltà, e solo gli Hurriani – unici a non aver seguito lo stesso corso – sono riusciti a salvare le varie specie dalla distruzione. L’umanità, però, è singolare: nonostante tutto, ancora non si decide a far scoppiare la guerra. Quindi, due storie e una trama comune, ma intenti diversi. Gli alieni ben descritti in I Nobili Avvoltoi – dotati di appendici mobili, coda, coperti di finissimi peli – attendono lo scoppio della guerra per salvare l’umanità, ma anche per assoggettarla al loro dominio.