Alan Turing
Alan Turing
Keira Knightley interpreta nel film Joan Clarke, amica e college di Turing. Anche la Knightley non è rimasta insensibile davanti alla storia del matematico: “Sembrava una storia molto importante da raccontare. È incredibile pensare che si può trascorrere sei anni della propria vita facendo un lavoro e poi non parlarne mai più con nessuno. I decrittatori non erano autorizzati a parlarne nemmeno tra di loro. Alan e Joan erano grandi amici e ci fu un momento in cui lui pensò persino di potersi sposare con lei ed essere “normale” e forse avrebbe potuto funzionare tra loro grazie alla loro amicizia. La seconda Guerra Mondiale è stata vinta grazie al loro contributo.”Benedict Cumberbatch si è fatto un’idea precisa della figura di Turing, non solo come scienziato, ma anche come uomo: “Ho parlato con persone che lo avevano conosciuto durante la sua permanenza a Manchester e tutti hanno detto quanto fosse straordinariamente gentile, educato e riservato. Evitava quasi sempre il contatto visivo diretto, ma quando non lo faceva, ti sentivi immerso in una personalità molto umana, incuriosita, spiritosa e piacevole. Dava l’idea di essere sempre altrove con i suoi pensieri, concentrato e chiuso nel suo mondo e nei suoi ragionamenti; faceva cose un po’ eccentriche ma in modo molto trasparente. Era un essere umano straordinario, un animo gentile e buono, leggermente goffo ma ostinatamente determinato, un uomo deciso e volitivo dotato di un talento eccezionale e di grandi capacità.”

Il film è stato girato in Inghilterra, in otto settimane in diverse location a Londra, nell'Oxfordshire, nel Buckinghamshire e nel Dorset, tra cui: una villa vittoriana che è stata l'ex casa di Ian Fleming, scrittore e inventore di James Bond, nonché funzionario navale dei servizi segreti; una base dismessa della Royal Air Force; la stazione di King Cross; la Sherborne School, dove studiò il giovane Turing e lo stesso centro di crittoanalisi Bletchley Park; alcuni interni sono stati girati agli HDS/CHAK89 Studios nel Middlesex.

Per il regista del film, Morten Tyldum, era essenziale rimanere fedele alle radici iconoclaste di Alan Turing.”È una storia molto importante che rende omaggio all’essere diversi e quanto sia fondamentale in una società avere persone che la pensano differentemente e che non seguono la norma,” ha affermato Tyldum. “Turing subì una grande ingiustizia, ma non scese mai a compromessi con i suoi ideali. E il mondo è migliore grazie al suo coraggio.”

Il film non renderà certo giustizia alle sofferente patite da Alan Turing, ma contribuirà a far conoscere il matematico britannico e il ruolo decisivo che ebbe nella Seconda Guerra Mondiale, decriptando il codice che era alla base dei messaggi cifrati dei tedeschi. Una riabilitazione della sua figura è giunta solo nel 2009, quando l’allora primo ministro inglese formulò delle scuse ufficiali da parte del governo, riconoscendo che Alan Turing fu oggetto di un trattamento omofobico.