La crudeltà infinita della razza umana è il vero tema de Il gioco di Ender. La malvagità degli uomini è pienamente formata fin dai loro primi anni di vita, se è vero che ancora quando Peter non aveva che sei anni ha coltivato progetti di morte nei confronti di Ender e della sorella Valentine. Ma questa malvagità è indotta. A provocarla è la stessa civiltà umana con le sue regole e le sue norme che, lungi dall’assicurare la vittoria del bene sul male, favoriscono la prevaricazione del più forte sul più debole. Un principio che dispiega tutta la sua portata nello scontro finale tra Umani e Scorpioni, quando i primi non si limitano a sconfiggere i secondi ma a sterminarli fino all’ultimo esemplare, come nelle peggiori pagine della storia umana.La critica non ha, del resto, mancato di notare che Il gioco di Ender presenta degli spunti che sembrano riferirsi alla vicenda storica di Hitler e del nazismo. Il genocidio degli Scorpioni e i principi stessi che vigono alla Scuola di Guerra, fondati su un darwinismo sociale in cui solo i più forti devono prevalere, ha portato a travisare spesso il messaggio di Orson Scott Card. Pur non potendo essere definito un progressista democratico, Scott Card è chiaramente molto distante dalla filosofia di Heinlein, e qui sta la distanza principale tra il suo romanzo e Fanteria dello spazio. Ender viene trasformato in un massacratore suo malgrado, e benché ciò porti a un risultato fondamentale per la sopravvivenza dell’umanità – lo sterminio degli Scorpioni – l’ultima parte della storia rovescia completamente l’assunto. Se l’umanità avesse perso più tempo a cercare un contatto con gli alieni invece di combatterli in una brutale e animalesca logica di pura sopravvivenza, avrebbe infatti chiarito la tremenda incomprensione alla base dello spietato “scontro di civiltà” che si è venuto a creare. Un messaggio che, negli anni in cui viene scritto e pubblicato il romanzo, ha una carica esplicitamente pacifista. La Terra descritta da Scott Card è ancora divisa tra un’Unione sovietica che controlla anche l’Europa e gli Stati Uniti che guidano le cosiddette nazioni libere. Una divisione superata temporaneamente dall’Egemonia istituita per combattere l’invasione, ma che per tutto il romanzo resta sullo sfondo, pronta a riesplodere non appena la minaccia aliena sarà debellata, come infatti avviene. Ma Ender e i suoi compagni non vogliono prendere parte al conflitto tra americani e sovietici, la cui logica è al di là della loro comprensione. Se le due forze in campo decidessero di dialogare invece di combattersi, arriverebbero a scoprire di avere in comune ben più di ciò che li divide, esattamente come nel conflitto tra gli Umani e gli Scorpioni (la cui mentalità “collettivista” simboleggia il blocco sovietico).Quanto assurde siano le logiche della Guerra fredda lo dimostra il fatto che il conflitto sulla Terra per poco non esplode a causa delle manovre dei due fratelli di Ender, Peter e Valentine, che tra il serio e il faceto iniziano a utilizzare le loro capacità superiori per influenzare il dibattito mondiale celandosi dietro due identità fittizie, Locke e Demostene. Il primo, pacifista, sostenitore di un nuovo ordine basato sul diritto e sulla tolleranza reciproca; il secondo, guerrafondaio, fomentatore di un conflitto risolutivo tra i due blocchi che metta fine all’innaturale alleanza in funzione anti-aliena. I giochi di potere di Locke e Demostene costituiscono la terza trama del romanzo, la più apparentemente distante dalla vicenda di Ender. È chiaro invece che i due conflitti sullo sfondo, quello nello spazio e quello sulla Terra, sono paralleli; e così anche le azioni di Ender, da un lato, e di Peter e Valentine dall’altro. Il primo subisce le imposizioni del sistema, che cerca di trasformarlo nella macchina da guerra perfetta, sorte a cui è stato destinato prima ancora della sua nascita. I secondi, invece, si prendono beffe del sistema stesso, dimostrando quanto fragili siano le sue fondamenta, dal momento che due bambini appena dodicenni sono in grado di stravolgere l’ordine
mondiale usando quelli che oggi chiameremmo account fake. Locke e Demostene sono le due anime che lacerano l’individualità di Ender: la pace e la guerra, l’empatia e la violenza, il raziocinio e l’istinto. E sono, al contempo, le due anime che lacerano l’umanità e la trascinano continuamente in nuovi errori, su una scala sempre maggiore di violenza: prima la Guerra fredda e la Terza guerra mondiale, poi il genocidio di un’intera civiltà aliena.

Quando i “grandi” vengono a scoprire le reali identità di Locke e Demostene, si stupiscono del fatto che si tratti di due bambini. Ma Graff, che ha seguito l’educazione di Ender fin dai primi giorni di vita, e conosce bene sia Peter che Valentine, non se ne stupisce affatto. Sa che i Wiggin non sono bambini come gli altri, né lo sono gli allievi della sua Scuola di Guerra, diventati adulti prima del tempo. Quei bambini a cui i grandi della Terra hanno negato la fanciullezza, sacrificata sull’altare della ragion di Stato, sono diventati esattamente come li volevano gli uomini che li hanno allevati: subdoli, ambiziosi, calcolatori. A loro immagine e somiglianza. Un destino a cui Ender prima e Valentine poi decidono di ribellarsi, scegliendo nelle ultime pagine del romanzo di lasciare la Terra e iniziare a vagare nella galassia per ricostruire un’umanità migliore, partendo dal bozzolo della Regina degli Scorpioni, “seme” simbolico di un modo nuovo di vivere.