Dovevo ricostruire non solo la cronaca e la cultura del 1980, ma soprattutto gli odori, i colori, le piccole cose. Come si viveva, considerando che la vita non è solo musica, ma anche e soprattutto rumore.Era imprescindibile tutto questo per conferire profondità allo scenario.
(5 – Memorie collettive)
Cosa fare in questi casi?
Cominciai a chiedere agli amici con qualche primavera più di me sulle spalle, cercando di attingere alle loro
Per fortuna avevo un blog, così pensai di sfruttarlo a mio vantaggio. Annunciai in un post sullo Strano Attrattore i miei propositi e invitai lettori, amici e colleghi a collaborare nell’impresa. Per chi volesse tornare sulla scena del delitto, il post è ancora lì: http://www.fantascienza.com/blog/stranoattrattore/2010/07/09/1980-una-ricostruzione-dambiente/.
Era il 7 luglio 2010 quando invitavo ad adottare angolazioni oblique, in quanto capaci di restituire con maggiore efficacia lo Zeitgeist, lo spirito del tempo. E nel giro di qualche giorno mi venne addosso una valanga di segnalazioni: commenti (potete vederli in calce al post, sono la parte del lavoro su cui questo articolo vuole richiamare la vostra attenzione), telefonate, e-mail. Un organismo collettivo entrò in azione. I miei collaboratori si misero all’opera per partecipare a questa iniziativa di recupero: fornirono ricordi, sensazioni, informazioni, correzioni, consigli, editing, al fine di dispiegare e sintonizzare il mood di quei giorni.
Entrammo in una fase di scavo archeologico nella memoria. Ciascuno portò la propria esperienza e la mise nelle mie mani, a disposizione del progetto che mi accingevo a sviluppare. Fu così che ricavai spunti utili, suggerimenti, riscontri. Qualche esempio al di fuori delle pagine di cronaca? Chi ricorda la Chevron tra i marchi delle pompe di benzina dell’epoca? E i cartelloni pubblicitari dei film in distribuzione nelle sale? I ghiaccioli a 150 lire o forse meno, “Frigidaire”, “Il Male” e “Aliens” in edicola, la polizia con le Ritmo, le Opel Kadett per le strade, i quaderni Pigna sui banchi di scuola e la Spuma su quelli dei bar, i gettoni telefonici della SIP venduti in confezioni di cartone e le cabine agli angoli delle strade, maglioncini dolcevita, camicie chenasky e pantaloni di velluto a coste, i flipper nelle sale giochi, la commercializzazione dei primi walkman che nel giro di qualche anno s’imporranno anche nelle abitudini dei ragazzi italiani. Tanto per citare qualche esempio in una panoramica veloce.
Forte delle segnalazioni di questa squadra riuscii a finire il racconto nel giro di un paio di giorni, come testimonia il post del 17 luglio 2010: http://www.fantascienza.com/blog/stranoattrattore/2010/07/17/cenere-alla-cenere-indietro-nel-1980/. Il risultato è un “racconto totale”, un viaggio nel tempo in cui cercavo di incastrare una scheggia dal passato di ognuno dei miei compagni di viaggio, prelevata di prima mano – le loro mani – direttamente dal 1980. Erano venuti a portarmi in dono il loro frammento del tempo e io mi impegnai a ripagarli in Cenere alla cenere. “La memoria senza nostalgie”, secondo la definizione molto calzante di Salvatore Proietti.
Il titolo, ovviamente, è un gioco di rimandi ad Ashes to Ashes, la canzone di David Bowie (che già avevo omaggiato in Sezione π²), ma anche all’omonimo sequel di Life on Mars (2008-2010). E anche se lo scelsi io, nella by-line avrebbe dovuto comparire una lista di nomi. Cenere alla cenere si era avvalso infatti dei contributi di Mauro Appiani, Sandro Battisti, Simone Conti, Lanfranco Fabriani, Fernando Fazzari, Paolo Frusca, Francesco Gallo, Alessio Lazzati, Marco Moschini, Michele Nigro, Gabriele Paradisi, Alberto Priora, Salvatore Proietti, Giorgio Raffaelli, Giampaolo Rai, Alessandro Reineri, Paolo Trubiano, in rigoroso ordine alfabetico. Grazie ai consigli di ascolto accumulati nel corso dell’operazione, mi divertii inoltre a sintetizzare una soundtrack per il racconto, che potete ancora ascoltare a singhiozzo su YouTube: http://www.youtube.com/watch?v=HBMvUpBrWFQ&list=PL4C98CCA1EA465C44 (purtroppo tante tracce sono finite nel limbo dei link spezzati, pagando così lo scotto dell’impermanenza delle risorse di rete).
5 commenti
Aggiungi un commentoConfesso che non ho ancora avuto modo di leggere il racconto di Giovanni, benché il suo titolo mi avesse molto incuriosito. Lo leggerò al più presto. Anche io ho vissuto in qualche modo quell'epoca, e mi dispiace che mi sia sfuggita l'occasione di poter aggiungere sia pure un mio minimo dettaglio al mosaico di Giovanni. In questa bellissima "lettera aperta" a chi scrive e legge sf, si possono leggere molte cose. Anzitutto una scrittura decisamente scorrevole (ma la conoscevo già da anni) e matura. Poi, l'aperta dimostrazione che lo scrittore, anche quello di fantascienza, checché se ne dica scrive sempre di se stesso. Ricordo una frase quasi mitica di Federico Fellini (il grandissimo regista, se qualche giovanissimo non dovesse conoscerlo). A un giornalista che gli chiedeva se ci fosse dell'autobiografia nei suoi film, rispose: "Sono sempre autobiografico, lo sarei anche se descrivessi la storia di un pesce". Ma non solo si può fare sf scrivendo di se stessi, quanto - di conseguenza - farla partendo da eventi belli o brutti della nostra quotidianità. Spesso la fantascienza è prossima al reale molto più di quanto si possa credere. Ciò dimostra anche come la sf sia (credo) una sorta di scansione a 360 gradi della realtà: caratteristica, quest'ultima, che guarda caso possiede solo la sf (ma c'è ancora chi non l'ha capito).
Aggiungerei, un po' polemicamente, talvolta non lo capiscono neppure i lettori sf sovente un po' troppo intruppati nel loro sottogenere preferito o nella nicchia stilistica piu' di loro gradimento e restii ad accettare spunti, ambientazioni e linguaggi diversi da quelli cui sono abituati.
Non che dalle nicchie non nascano anche buoni autori o spunti narrativi pregevoli, ma insomma spesso si perdono per strada o si dimenticano ottime storie un po' troppo per partito preso o poco impegno nello sforzarsi a leggere qualcosa di diverso dal solito.
E' un peccato.
@ Davide Siccardi: condivido. Ma penso che rientri nella norma Nel senso che se un argomento presenta più sfaccettature, è naturale che ci sia chi propende per l'una o per un'altra. L'importante è che non ci si dovrebbe barricare nella propria, pretendendo che sia l'unica "vera". Amen
Anno particolare, il 1980, al quale il racconto di De Matteo mi ha fatto pensare parecchio, e molto interessante questo making of.
Ciao, vi ringrazio tutti per i vostri messaggi di apprezzamento, davvero molto gratificanti e lusinghieri.
Come sempre le parole di Vikk sono un motivo di riflessione in più, che si aggiunge agli appunti sviluppati nel making of. In particolare, per me la fantascienza il più delle volte è un tentativo di storicizzazione del presente, riletto dalla prospettiva del futuro. Con questo racconto ho provato a shiftare la finestra temporale, cercando di passare ai raggi X uno degli anni cruciali della storia del nostro paese. Di sicuro senza gli strumenti della SF e il valido apporto di tanti collaboratori non avrei mai saputo cimentarmi con la materia...
Ancora grazie a tutti!
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