Nuovo disco in uscita per David Bowie. Il titolo è Blackstar.
Agli appassionati di numeri e statistiche diciamo che si tratta dell’album numero 25 del “Duca Bianco” e che sarà disponibile l’8 gennaio 2016, giorno in cui il cantante compirà 69 anni.
Agli appassionati di fantascienza invece consigliamo vivamente la visione della clip di Blackstar, primo singolo tratto dall’album. I dieci minuti netti del videoclip (la durata rende più appropriata la definizione di “cortometraggio”), infatti, sono infarciti di immagini fantascientifiche, fatto non certo inusuale per il cantante che, forse più di tutti, ha reso saldo il legame tra musica pop e sf.

Le scene iniziali mostrano una ragazza che scopre il cadavere di un astronauta. Non siamo sulla Terra ma su un pianeta nel cui cielo si staglia un sole nero (la “black star” del titolo). Il ritmo della canzone è sincopato e claustrofobico, sottolineato dalle movenze degli attori e dello stesso Bowie, bendato. Ai riferimenti fantascientifici si affiancano nel video quelli esoterici: viene officiato un rito pagano mentre lo scheletro dell’astronauta fluttua nello spazio. Lo scarno ritmo del brano, con la batteria in primo piano, si apre in una ballata. Bowie non ha più le bende e mostra un libro che reca sulla copertina una stella nera. Cambia il ritmo della musica ma non l’ambientazione da incubo del video. Fanno la comparsa tre spaventapasseri che, mossi dal vento, danno l’idea di tre corpi crocifissi. La solitary candle, citata più volte da Bowie nel testo, è un’enorme candela che si consuma progressivamente. La parte finale del brano riprende il tema iniziale. Bowie è di nuovo bendato, il rito pagano si completa, officiato da una sacerdotessa circondata da donne, gli spaventapasseri prendono vita e si contorcono dal dolore.
Terminata la visione si prova a dare una spiegazione alle immagini inquietanti che per dieci minuti sono apparse ai nostri occhi. Impresa ardua, il testo ermetico del brano non aiuta.
Chi è l’astronauta morto? Che cosa rappresenta? Per i fan di Bowie il pensiero andrà subito al maggiore Tom, lo sfortunato protagonista di Space Oddity, che già veniva rievocato in Ashes to Ashes, uno dei primi (e più famosi) video girati dall’artista. Ma Major Tom fluttuava intorno a una navicella in orbita lunare, l’astronauta di Black Star giace morto su un pianeta distante chissà quanti anni luce dalla Terra.
La sensazione è che il Maggiore Tom sia lontano non solo nello spazio ma anche nel tempo. Il David Bowie attuale ci appare infatti come un artista che si è evoluto in linea con i tempi fino a divenire oggi uno dei principali cantori dell’ “uomo schizoide del ventunesimo secolo”.
12 commenti
Aggiungi un commentoEh, pure io non considero canonico l'esperimento Tin Machine però nella wiki italiana, dedicata alla voce Bowie, Blackstar sta al 27° e i due dei Tin Machine sono in lista separata.
Sono però sottigliezze, ecco, ma preferisco 27+2 invece di 25+2 per motivazioni strettamente egoistiche
Perdonatemi se sono pedante: una volta qui, non ricordo se in un 3d o in un pm, Vegetti mi ha definito un "pulcista"... (edit: definizione affettuosa nel contesto in cui è stata scritta ).
ok, me ne torno nel mio piccolo circo
Non so con quale spirito ti venne data la definizione, ma è una di quelle piccole perle di "spiritosaggine"... quindi simpatica.
Svelato l'arcano: credo che tu nella discografia consideri anche le colonne sonore ("Labyrinth" e "The Buddha of Suburbia" ) che io escluderei.
Curiosità: la pagina italiana di Wikipedia dedicata a David Bowie considera nella discografia le colonne sonore e non i Tin Machine, mentre la pagina Wikipedia "Discografia di David Bowie" tiene conto dei Tin Machine ma non delle colonne sonore. A conferma del fatto che le questioni che stiamo affrontando sono davvero "sottili".
Saluti da un collega "pulcista"
Ok, soddisfatto della spiegazione rimetto 25
S*
Grazie per la spiegazione, ora Bowie è moralmente impegnato a far uscire almeno il 27°
Lo so che sono un "rompi"... ma non si fa con cattive intenzioni!
Col "pulcismo" si impara di più e si hanno spunti per confrontarsi
@Mikronimo: sisi, sicuramente una definizione direi affettuosa (non ho messo una emoticon, accidenti la metto ora, altrimenti si può fraintendere); stavamo discutendo di correzioni di bozze, di revisioni, di cura dell'edizione e labor limae, io su posizioni un po' troppo integraliste, tali da rendere praticamente infinito il processo di rifinitura di un'opera, mentre chi crea, deve staccarsi dalla propria creatura, prima o poi.
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