Qualche sospetto sulla straordinaria fortuna di John verrà anche ai superiori, visto che sarà l'unico 

sopravvissuto allo scontro con una razza aliena che sembra dotata di tecnologie in grado di prevedere le mosse degli avversari. Ma è proprio in quello scontro, al quale è sopravvissuto per miracolo, questo va detto, che John s'imbatte in un mistero ancora più grande. Qual è il segreto del tenente Jane Sagan delle Brigate Fantasma, una soldatessa che sembra tanto somigliare alla sua defunta moglie?Andando verso lo scontro finale l'agile prosa di Scalzi porta velocemente alla risoluzione di questo e molti altri misteri, lasciando comunque intravedere ampi squarci di una costruzione molto bella e complessa, così piena di idee che sembrano stare strette al romanzo. Il segreto delle Brigate Fantasma, al quale si potrebbe arrivare tutto sommato con un po' di intuito, è solo una della tante.

Con quello che abbiamo appreso in questo romanzo siamo pronti e curiosi di esplorare sia il seguito denominato appunto Le brigate fantasma, pubblicato sempre dalla Gargoyle, narrante vicende successive e che approfondisce alcuni temi solo accennati nel primo. Durante la lettura di Morire per Vivere viene da chiedersi per esempio come vivano i coloni reduci dal servizio militare. Sono ottantacinquenni in corpi giovani, quindi destinati a vivere emotivamente esperienze per almeno centocinquanta anni. 

C'è molto da apprendere sulla vita di persone che vivono per un così lungo periodo, così come della vita di coloro che, creati in laboratorio, hanno "pochi anni per assimilare concetti che noi diamo per scontati", quali per esempio Jane Sagan, che ritroviamo anche stavolta come coprotagonista.

Le conseguenze del conflitto iniziato in precedenza hanno portato ben tre razze aliene a coalizzarsi contro l'Unione Coloniale: i Rraey, gli Eneshani e gli Obin. Non solo, sembra che uno scienziato terrestre, Charles Boutin, abbia tradito la sua razza, collaborando con il nemico. La sua coscienza viene ritrovata negli schemi di un computer e le Forze di Difesa Coloniale non esiteranno a compiere un esperimento azzardato, impiantandola in un soldato "fantasma" creato appositamente, dal nome Jared Dirac. Sottoponendolo a ogni genere di stress emotivo gli ufficiali tentano di riattivare la memoria e la coscienza dello scienziato, per conoscere i motivi del suo tradimento.

La vicenda è narrata in forma corale, in terza persona, ma con diversi punti di vista. C'è l'occhio alieno, rappresentato dallo scienziato Caineen Suen Su, c'è ovviamente quello di Jane Sagan, e quello degli alti ufficiali dell'esercito coloniale.

A prescindere dalle tante invenzioni fantascientifiche è l'amoralità è il tema portante dell'opera. I soldati spaziali faranno cose che "noi umani non possiamo neanche immaginare", e vedranno anche stavolta che nulla è come sembra in principio.

Anche i lettori è meglio che dimentichino la classica dicotomia tra "buoni" e "cattivi". Lo spazio è la nuova frontiera, ma per restarci si deve combattere, stringere alleanze e infrangerle. Non si sono né onore e gloria né prime direttive o pacifiche federazioni.

Gli esseri umani nello spazio trovano e portano nello spazio le stesse inquietudini, le stesse imperfezioni di sempre, conservano con i loro governanti lo stesso rapporto sfiduciato, fatto di verità pretestuosamente nascoste per "il bene comune", ma che di fatto sono lo strumento che le oligarchie usano per conservare il proprio potere.

I personaggi del romanzo dovranno tutti poi affrontare delle scelte che non li lasceranno per come li hanno trovati. Posti davanti a questioni morali non banali ognuno constaterà in prima persona che non esiste nulla che sia "giusto" in senso assoluto, affrontando e valutando le conseguenze delle proprie azioni non solo sulla propria vita, ma anche sul quadro generale.

Come nel primo romanzo, non stiamo parlando di personaggi di secondo piano, ma di coloro che fanno la differenza, gli unici di cui vale la pena parlare.