Le brigate fantasma è ambientato nello stesso universo narrativo di Morire per Vivere e narra eventi successivi al primo romanzo.

Le brigate del titolo sono composte, lo abbiamo scoperto nello scorso romanzo, da esseri che di umano hanno ben poco pur avendo un aspetto simile. Se non sapete perché è meglio che non ve lo dica io, ma che andiate a leggere il primo romanzo, anche se gli abbondanti riassunti presenti in questo volume riescono a leggerlo leggibile in modo autonomo.

Torna Jane Sagan, il tenente delle brigate fantasma che abbiamo già conosciuto, che anche stavolta è coprotagonista.

Le conseguenze del conflitto iniziato in precedenza hanno portato ben tre razze aliene a coalizzarsi contro l'Unione Coloniale: i Rraey, gli Eneshani e gli Obin. Non solo, sembra che uno scienziato terrestre, Charles Boutin, abbia tradito la sua razza, collaborando con il nemico. La sua coscienza viene ritrovata negli schemi di un computer e le Forze di Difesa Coloniale non esiteranno a compiere un esperimento azzardato, impiantandola in un soldato "fantasma" creato appositamente, dal nome Jared Dirac. Sottoponendolo a ogni genere di stress emotivo gli ufficiali tentano di riattivare la memoria e la coscienza dello scienziato, per conoscere i motivi del suo tradimento.

La vicenda è narrata in forma corale questa volta, in terza persona, ma con diversi punti di vista. C'è il punto di vista alieno, dello scienziato Caineen Suen Su, c'è quello di Jane Sagan, e quello degli alti ufficiali dell'esercito coloniale.

Anche in questo caso, come un nano sulle spalle dei giganti, John Scalzi riempie il suo ampio universo narrativo di idee e citazioni da fantascienza classica a piene mani, da Brown a Dick, per arrivare a moderni autori come Scott Westerfeld e David Brin.

Tutto dichiarato o quasi, tutto esplicito.

A prescindere dalle tante invenzioni fantascientifiche è l'amoralità è il tema portante dell'opera. I soldati spaziali faranno cose che "noi umani non possiamo neanche immaginare", e vedranno anche stavolta che nulla è come sembra in principio.

Anche i lettori è meglio che dimentichino la classica dicotomia tra "buoni" e "cattivi". Lo spazio è la nuova frontiera, ma per restarci si deve combattere, stringere alleanze e infrangerle. Non si sono né onore e gloria né prime direttive o pacifiche federazioni.

Gli esseri umani nello spazio trovano e portano nello spazio le stesse inquietudini, le stesse imperfezioni di sempre. Nello spazio conservano poi con i loro governanti lo stesso rapporto sfiduciato, fatto di verità pretestuosamente nascoste per "il bene comune", ma che di fatto sono strumento per le oligarchie per conservare il proprio potere.

I personaggi del romanzo dovranno tutti poi affrontare delle scelte che non li lasceranno per come li hanno trovati. Posti davanti a questioni morali non banali ognuno accetterà che non esiste nulla che sia "giusto" in senso assoluto, e valuterà e affronterà le conseguenze delle proprie azioni non solo sulla propria vita, ma anche sul quadro generale.

Come nel primo romanzo, non stiamo parlando di personaggi di secondo piano, ma di coloro che fanno la differenza, gli unici di cui vale la pena parlare.

La cornice narrativa si amplia. Vengono posti i riflettori su nuovi particolari dell''universo creato da Scalzi, che diventa molto più chiaramente un nostro possibile futuro. Apprendiamo di più della vita emotiva di persone che vivono per oltre un secolo, ma anche di coloro che creati in laboratorio hanno "pochi anni per assimilare concetti che noi diamo per scontati."

Sì i riferimenti non sono casuali, ma anche stavolta il lavoro di missaggio e composizione di varie suggestioni riesce a creare un'opera unica, che se completamente originale non è, tale appare, a suo modo nuova e piacevole da leggere.