Come per molti film di fantascienza, gli effetti visivi sono più di un semplice accessorio, anzi

spesso sono la componente principale, specie quando si accompagnano ad una storia avvincente e visionaria come quella immaginata dallo scrittore americano Richard Matheson.A proposito proprio degli effetti visivi, Levy ha sottolineato la novità di quelli usati nel film.

“Si tratta – ha dichiarato il regista - di effetti visivi di livello futuristico. In parole povere, al posto di un’inquadratura vuota che in seguito viene riempita attraverso il computer con un robot animato, abbiamo utilizzato la ‘motion capture’, con veri pugili coreografati da Garrett Warren e Sugar Ray Leonard che si battono sul ring. Abbiamo acquisito i dati relativi ai loro movimenti corporei. Li abbiamo digitalizzati, immagazzinati. Poi, a distanza di mesi, siamo arrivati su un set e abbiamo effettuato la ripresa. A quel punto i dati immagazzinati di motion-capture, grazie al sistema Simul-Cam B, sono stati inseriti in un luogo reale. Abbiamo preso la tecnologia inventata per Avatar con qualche sottile differenza. Avatar prendeva le performance in motion capture e le inseriva nel mondo virtuale. Noi invece prendiamo le performance motion-capture per inserirle nel mondo vero”.

Per illustrare ulteriormente la tecnologia, Levy parla del lavoro svolto nei suoi film precedenti. “Quando ho girato i film della serie ‘Una notte al museo’, oppure quando Hugh ha fatto Wolverine e X-Men, gli attori hanno dovuto recitare davanti al nulla. Bisognava solo sperare che alla fine tutto andasse bene. Ora invece si può effettuare una ripresa in cui Hugh è accanto ai robot  nell’inquadratura. Hugh può vedere l’immagine con la quale si deve misurare, e questo aiuta a non dover solo immaginare o sperare”.

La motion capture è stata quindi adattata al movimento dei robot al posto di quello umano. Spiega Levy: “Non potevamo usare la motion capture pura. Se l’avessimo fatto i robot si sarebbero mossi in modo troppo umano. Quindi li abbiamo rallentati dell’89 percento. È una modifica piuttosto importante. La reale velocità umana non può essere applicata ai robot. Eliminando un po’ di velocità, abbiamo aumentato la massa ai robot. Inoltre, dato che a volte Atom era troppo bravo, abbiamo dovuto rendere le sue giunture più rigide,  per aumentare la sensazione del peso e della sua circonferenza”.

Ma come si è trovato Hugh Jackman ad interpretare il ruolo di un ex-puglie che ha dovuto lasciare il posto a dei robot? “Sono un fanatico degli sport - ha dichiarato l'attore - e l’idea di robot che combattono sul ring mi affascinava. E poi c’è la storia di un uomo in difficoltà, una persona che alla fine ritrova il coraggio di combattere per vincere. È senza dubbio uno di quei film che ti fanno sentire bene, e per me era anche qualcosa di estremamente diverso da quello che avevo fatto fino a quel momento.  La cosa che mi è piaciuta subito e in assoluto del copione è il rapporto fra padre e figlio e l’idea che qualcuno che ha commesso degli errori e che abbia rimpianti, ottenga dalla vita una seconda possibilità, per riuscire a diventare una persona migliore”.

Jackman era inoltre intrigato dal mondo in cui è ambientata la storia. “Mi piaceva molto l’idea di un’epoca non troppo lontana da noi. È un futuro incredibilmente accessibile.”

Accanto a Jackman, ci sono Dakota Goyo - nel ruolo di Max, il figlio del protagonista – e Evangeline Lilly, che gli appassionati hanno già potuto ammirare nel serial televisivo Lost, nel ruolo di Kate.

Per il ruolo di Max, il figlio abbandonato dal padre quando era piccolo, sono stati fatti centinaia di provini. Racconta Jackman: “Quando è arrivato Dakota, Shawn ed io siamo rimasti davvero colpiti. È molto profondo e non ha barriere, permette alla macchina da presa di mostrare la sua anima e questa è una qualità incredibilmente rara per un ragazzo della sua età. Il suo viso ha un aspetto angelico; è estroverso, ed è un ragazzo sereno, dolce e rispettoso. Sia sullo schermo che nella vita reale, è una persona davvero speciale”.