Simmons è Simmons: le etichette non vanno bene per lui. Non ama il purismo nella narrativa, e
È noto che Simmons adottò per il suo Hyperion la struttura di un classico della letteratura inglese medievale, i Racconti di Canterbury di Goeffry Chaucer: c’è una cornice, e una serie di racconti - sette - che i protagonisti narrano a turno. Sono i racconti della loro vita precedente, e del perché sono giunti fino ad Hyperion per sfidare lo Shrike. Anche questi sono racconti di sofferenze. Il gesuita Lenar Hoyt racconta la storia di Paul Duré, specie di missionario su un pianeta primitivo, che scopre un culto cristiano indigeno e finisce suo malgrado crocifisso e continuamente risorto. L'archeologo Sol Weintarub narra della terribile malattia contratta dalla sua giovane figlia, che la porta a dimenticare ogni giorno i suoi ricordi e a regredire fisicamente fino allo stato di neonata. Alcune di queste storie saranno sviluppate nei seguiti del romanzo, che infatti si interrompe a metà e lascia al seguito La Caduta di Hyperion il compito di sciogliere i nodi. I tre romanzi successivi (La Caduta di Hyperion, Endymion e Il Risveglio di Endyimion) abbandonano la fortunata formula stilistica della serie di racconti e adottano quella più classica del romanzo di fantascienza puro.
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