Una nuova moda: questa la giustificazione corrente. D’altro canto, chi non ricorda le colf esotiche di inizio secolo? In molte famiglie “bene” collaboravano filippini, mauriziani, cingalesi, albanesi, georgiani, etiopi e così via. Oggi, nell’anno 2018, in casa noi abbiamo scelto Maki: e quanto a esotismo credo che sia proprio il massimo. Per di più (sostengono molti) avvalersi di creature come Maki, anziché di persone, è molto più “morale”.

Non so se sia esattamente così. Comunque Maki è uno - anzi dovrei dire “una” - scimpanzè  modificata geneticamente. Un Superscimpanzè: “Un antropoide intelligente frutto di un allevamento selettivo e di tecniche di ingegneria genetica, che ha frequentato con profitto la Scuola Educativa dei Primati, di Johannesburg”. Così recitava il suo curriculum quando la acquistai. È alta circa un metro e mezzo. Marta e Renato (8 e 10 anni) la considerano ormai una amica  e compagna di giochi, guai a toccargliela. Maki è buffissima quando si mette il grembiule, e in cucina si muove veloce ma barcollando e grugnendo. Sa imitare un centinaio di parole e ne capisce circa 2000.

A nostra volta, abbiamo imparato il suo vocabolario di segni. Insomma, anche se Maki non ha una intelligenza umana è “quasi” umana. Conosco  personalmente almeno dieci famiglie che hanno un superscimpanzè come aiuto domestico, ma so che in città ormai ce ne sono dozzine.

Vedete, io ancora non ho deciso se questo è (come dicono alcuni) più morale dell’avere in casa persone. Alle volte, ormai, ho la sensazione che proprio  perché Maki è al limite tra umano e animale, solleciti tutti i sensi di colpa dello sfruttamento sia animale sia umano contemporaneamente. Ma forse io vivo fuori del mio tempo. Quando penso queste cose prendo Maki, le metto il suo vestitino più sgargiante e me la porto fuori, mano nella mano, a prendere insieme un gelato.