Anticipato da qualche polemichina sulla traduzione del titolo, cambiata dal classico La mano sinistra delle tenebre col quale era stato conosciuto fino a oggi nel nuovo La mano sinistra del buio, è arrivata nelle librerie la nuova edizione Mondadori del capolavoro di Ursula K. Le Guin, nella nuova traduzione di Chiara Reali e con una postfazione di Nicoletta Vallorani.

Ursula Le Guin è forse conosciuta più universalmente per i suoi romanzi fantasy del ciclo di Earthsea o di Terramare (anche qui a seconda delle traduzioni), ma ci sentiamo di dire che le sue opere più grandi sono quelle di fantascienza, in particolare I reietti dell'altro pianeta e questo La mano sinistra del buio. Mondadori li ha riproposti entrambi recentemente, mantenendo traduzione e titolo precedenti per il primo (ma chissà di vederlo un giorno reintitolato più fedelmente “Gli espropriati”) e rifacendo da capo invece il secondo.

Un libro obbligatoriamente da possedere e da leggere; unica nota stonata non è disponibile, almeno al momento, l'edizione ebook.

Il libro

Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London. Opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, "La mano sinistra del buio" descrive – nota Nicoletta Vallorani – «la progressiva costruzione di un rapporto di amicizia tra diversi che oltrepassa con spontaneità struggente ogni genere di differenza, e ogni differenza di genere». La nuova traduzione di Chiara Reali riesce a restituire tutti i colori di un testo complesso e delicato, un romanzo dallo stile fluido e composito, che mostra come categorie da noi ritenute determinanti non lo siano affatto, e come sia possibile progettare una cultura che da esse prescinda. «È questo che insegna la creazione immaginaria,» conclude Vallorani «ipotizzare mondi che potrebbero insegnarci qualcosa sul nostro.»

L'autrice

Ursula K. Le Guin (Berkeley, California, 1929 – Portland, Oregon, 2018), figlia di un noto antropologo e di una scrittrice, ha iniziato a inventare storie fin da bambina; ha pubblicato il primo racconto, Aprile a Parigi, nel 1962, ma è divenuta famosa nel 1969 vincendo sia il premio Nebula che il premio Hugo per La mano sinistra del buio. Nel 1974 ha ottenuto gli stessi riconoscimenti per I reietti dell'altro pianeta. Anarchica e femminista, è una delle rare esponenti della fantascienza utopica contemporanea, ma soprattutto una scrittrice capace di toccare temi profondi e attuali, dai diritti civili, al pacifismo, all'ambiente. Ha dato vita tra gli altri al mondo di Terramare e a quello dell'Ecumene; per i suoi libri ha ricevuto decine di premi, tra cui un National Book Award (La spiaggia più lontana, 1973), cinque Hugo, sei Nebula e diciannove Locus.

Ursula K. Le Guin, La mano sinistra del buio (The Left Hand of Darkness, 1968) Oscar Cult Mondadori, pagg. 300, euro 14,50