Dan Simmons è conosciuto per la tetralogia fantascientifica, che ha vinto un Premio Hugo, che comprende Hyperion, La Caduta di Hyperion, Endymion e Il risveglio di Endymion. Ma è ugualmente a suo agio con i romanzi horror, come Carrion Comfort (appena uscito), Summer of Night, e l'inquietante Winter, senza dimenticare le storie poliziesche della serie di Joe Kurtz. Tutti ricorderanno anche uno dei primi romanzi pubblicati in Italia, Gli uomini vuoti, interessante e di difficile catalogazione. Ultimamente Simmons è stato anche nell’occhio del ciclone per alcune “cadute di stile” nel suo blog personale, che comunque non intaccano il suo talento di scrittore.

I recenti romanzi The Terror, che narra di un reale tentativo di trovare il passaggio a Nord-Ovest, e Drood, che parla della vita di Charles Dickens e in particolare dell'ultimo lavoro incompiuto dell'autore, disegnano trame intricate con un contorno storico accurato e con brividi soprannaturali. In Black Hills ci sono tutti questi ingredienti e forse qualcosa di più.

Indipendentemente dalla trama o il tema, i quattro elementi che definiscono il lavoro di Simmons sono: le approfondite ricerche, lo stile di scrittura elegante, la definizione accurata dei caratteri e la descrizione vivida e ricca di dettagli, che sia a bordo di astronavi, su pianeti lontani o, come in Black Hills, sulle praterie del Dakota del Sud.

Il libro si apre nell'estate del 1876. La storia narra di come un bambino (dieci anni) di nome Paha Sapa (il cui nome significa Black Hills in inglese) segue i guerrieri della sua tribù Lakota al Little Big Horn, una zona che i nativi chiamano Greasy Grass. Anche se Paha Sapa non ha alcuna intenzione di diventare un guerriero e spera di divenire un capo spirituale della tribù, viene risucchiato dagli eventi e si precipita sul campo di battaglia, dove incontra il generale Custer morente. La sua anima lo accompagnerà per il resto della vita...

Intrecciando senza soluzione di continuità le storie di Paha Sapa, Custer, e l'Ovest americano, Dan Simmons rappresenta un momento burrascoso della storia dei nativi e dei bianchi americani. Ossessionato dal fantasma di Custer, e anche dalla sua capacità di vedere dentro i ricordi e nel futuro degli uomini leggendari, come il capo guerriero Sioux Cavallo Pazzo, la lunga vita di Paha Sapa è guidata da una visione drammatica di come un ragazzo possa essere vissuto nel popolo dei Black Hills...

A quando la traduzione in Italia? Ai posteri l’ardua sentenza.