Una peculiarità di questo tipo di dispositivi è l’interpretazione dei desideri percettivi dell’utente e il loro esaudimento qualora ricadano nella gamma di marginalità. In parole povere, si tratta di un modello matematico che permette all’innestato di vedere alberi dal fusto viola e dalle fronde fucsia, se questo appaga il suo gusto estetico, ma non gli permette di vedere come verde un semaforo rosso.Io ho fatto ridurre moltissimo la gamma di marginalità del mio innesto, che si riduce sostanzialmente al colore del cielo: detesto le giornate uggiose, quelle in cui il cielo è una tavola grigio fumo uniforme. La loro abulia sembra contagiosa, ti penetra nella pelle e ti svuota di ogni energia. Non che io sia particolarmente meteoropatico, ma avendo la possibilità di scegliere opto per avere sopra la testa una distesa blu elettrico.

So di gente che ha esteso la gamma di marginalità sino ai limiti del lecito: scelgono di sentire il tepore di un bagno turco quando vengono illuminati da una lampada al neon o il gusto delle fragole nei capezzoli delle donne. Poi se per una fatalità l’innesto si guasta, sono costretti a misurarsi con la realtà vera, dopo aver vissuto per chissà quanto in un mondo artefatto secondo le loro ossessioni. Un’esperienza traumatizzante, capace di mandare in manicomio più di qualche fondamentalista della gamma di marginalità. Abbastanza da consigliare a qualunque utente con un briciolo di raziocinio di usare l’innesto con una certa prudenza, insomma.

Fatta eccezione per il vezzo del cielo, per quanto mi riguarda l’innesto fa solo parte dei ferri del mestiere. È un dispositivo con ingressi e uscite bufferizzati; l’elemento fondamentale su cui si erge l’evoluzione del chip è la conversione del segnale cerebrale in segnale elettrico e viceversa. Dei trasduttori ad altissima scala d’integrazione svolgono questo compito; a valle rispetto alle sorgenti c’è sempre un comparatore con isteresi per depurare il segnale da eventuali disturbi prima di convertirlo in digitale.

Il comparatore con isteresi è un amplificatore operazionale retroazionato positivamente [1] mediante due resistenze collegate tra uno dei due ingressi e l’uscita. A un ingresso viene applicato il segnale, all’altro una tensione di riferimento che genera due soglie. Il mancato superamento di entrambe le soglie da parte di un’oscillazione del segnale fa sì che l’oscillazione venga ignorata e non generi alcuna commutazione in digitale. Si tratta verosimilmente di un disturbo di origine elettromagnetica o dovuto alla trasduzione, ma in questo modo i suoi effetti vengono annullati e la conversione risulta accurata.

Banalizzando il concetto, insomma, non c’è il rischio che selezionando un pulsante di un ascensore mi ritrovi al piano sbagliato.

Apro la portiera dell’auto e mi metto al volante.

Ci vogliono trequarti d’ora per raggiungere la mia destinazione, un casolare isolato in una landa semideserta della periferia di Mosca.

Ho dato all’abitazione una facciata di spaccio di alcolici. Gli alcolici sono una copertura perfetta, perché non richiedono alcuna cura o manutenzione. Basta conservarli in cantina. Chiunque perquisisse la mia cantina non potrebbe mettere in dubbio che io sia Anton Konokov, venditore di alcolici.

Invece il mio nome e la mia professione reali sono tutt’altri, mentre la cascina sarà nei prossimi tre giorni la mia casa, il mio ufficio e la mia base.

Parcheggio la vettura di fianco all’edificio ed entro.