Erano passate le quattro del pomeriggio quando il professor Quinton Marler decise che si poteva fare una sosta.
Abbandonò l’oscilloscopio ancora acceso e si avvicinò al ragazzo, seduto ostinatamente al computer da quando era terminata la pausa pranzo.
Si chiamava Robert Powell, ricercatore neo-assunto volenteroso e sulle cui reali qualità si sarebbe fatto luce qualche mese più tardi.
– Robert – lo chiamò Marler.
Il giovane distolse gli occhi dal monitor e incontrò quelli del suo superiore.
– Sì?
– Lo prende un caffè?
– Volentieri.
Robert salvò i dati ottenuti con il software di analisi sul quale stava lavorando e si alzò.
– Vedo che lei è instancabile – osservò Marler, mentre i due si stavano dirigendo al distributore.
Il ragazzo abbozzò un sorriso, imbarazzato.
– Beh, non mi piace lasciare le cose a metà – ammise.
– Faccia attenzione a non abituarmi troppo bene, altrimenti potrei approfittarmene – disse il professore, ironico.
Arrivarono alla macchina del caffè; Marler infilò la chiavetta nella fessura e con un gesto invitò l’altro a scegliere la bevanda che preferiva.
– Per esempio potrei inserirla nel progetto dei cinesi – proseguì.
– No, per carità – fece Robert, adeguandosi al tono scherzoso del suo interlocutore. Selezionò un caffè espresso e chiese: – Ma davvero avete intenzione di mandare quella cosa nello spazio?
5 commenti
Aggiungi un commentoMi è piaciuto molto, sia come idea (che magari meriterebbe un respiro più ampio di 10 pagine) che come prosa (decisamente efficace).
Una sola annotazione: perché viene usato il termine tsunami come sinonimo di terremoto, quando dovrebbe valere solo per maremoto?
F.
Ti ringrazio per i complimenti e per l'annotazione, Faramir. In effetti il testo parla di tsunami ma poi non fa riferimento a inondazioni, quindi la natura della catastrofe è (involontariamente) ambigua. Hai fatto benissimo a segnalarmela.
Ah, sai che non sei il primo a dirmi che avrei potuto costruirci un romanzo sopra? Mi sa che dovrò meditarci su. Grazie ancora.
Prego, non c'è di che
E' il fatto che l'Afghanistan sia lontano dal mare ad avermi lasciato perplesso...
Comunque, bella (e molto postumana) l'idea del Grande Hassan delocalizzato; molto realistica la prima scena (conosci bene l'ambiente della ricerca?) e suggestivo il finale. Ergo... pensaci, sì, al romanzo!
F.
Sono esterrefatto... :-O Sì, bersaglio colpito e affondato: conosco l'ambiente della ricerca dall'interno, lo ammetto. Complimenti per lo spirito di osservazione!
Mi fanno piacere i tuoi apprezzamenti alla storia e il consiglio: spero che prima o poi ti ricapiti di inciampare su qualcosa di mio e che sappia soddisfarti come 'sto "Principio di induzione"
Anch'io faccio i complimenti, e mi aspetto un seguito, se non una versione più corposa. Naturalmente nella seconda puntata i protagonisti saranno Robert Powell (in lotta col suo superiore) e Khalid (in lotta col suo interiore).
... a volte i lettori indirizzano gli autori, come Misery insegna... un saluto, Sam.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID