Lo sa Ribinsk, lo sanno perfino i due: il loro atteggiamento è simbolico, un semplice avvertimento. Superfluo, per di più, perché non avrei mai tirato colpi bassi alla RIC: quando si maneggia grosse somme di denaro sporco, l’unico modo per rimanere vivi è quello di essere leali con i propri clienti, e io non ho intenzione di morire presto. Completo un’analisi dimensionale della roba, poi accenno a uno studio qualitativo, finché non ne so abbastanza. Il carico è piuttosto grosso e apparentemente ben tagliato, ma non è su questo che volevo indagare. Mi aspetta parecchio lavoro perché dovrò stipulare documenti falsi relativi alla joint-venture, crittografare gli stupefacenti e trasferirli.Sposto lo sguardo dal terminale a Ribinsk.

– Ci vorranno tre giorni – sentenzio. – Chiudere il tutto prima è materialmente impossibile.

Lui soppesa la scadenza, pensieroso.

– Tre giorni – mormora.

C’è poco da riflettere: non ci sono alternative, punto.

– Non un’ora in meno. Quanto al mio onorario, credo lei sappia già che corrisponde al sette percento dell’ammontare che trasferirò.

Ribinsk abbandona le proprie valutazioni per squadrarmi, gelido.

– È un’enormità – protesta. – Il compenso fissato dalla maggior parte dei suoi colleghi non supera il cinque percento.

Non mi scompongo: la sua obiezione è legittima.

– Naturalmente – concordo. – Posso segnalarle i nomi di alcuni miei conoscenti che sarebbero felici di assumersi l’incarico per quella cifra. A patto che lei sia disposto ad accettare che la joint-venture viva una settimana anziché tre giorni. O, peggio, che viva tre giorni lasciando alla sua estinzione abbastanza indizi da far capire in cos’è consistita a qualsiasi analista s’interessasse dell’argomento.

Rimane un istante in silenzio, con uno sguardo in cui convivono il disappunto per esser stato messo con le spalle al muro e il compiacimento nel constatare l’abilità di chi con le spalle al muro ce l’ha messo.

Gli protendo la mano.

– Sette percento dell’ammontare che trasferirò?

Ribinsk me la afferra.

– Sette percento dell’ammontare che trasferirà.

 

Peta

 

Sono fuori dal palazzo della RIC e mi sto dirigendo verso l’automobile.

Ripenso all’assurdità di quello che ho appreso nell’ufficio di Ribinsk: il conguaglio del tunnel della Manica verrà pagato grazie alla vendita di una partita di droga digitale.

Molta gente continua a fare uso di quella merda, nonostante gli innesti neurali siano degli ottimi surrogati. Alterano la realtà senza deformarla completamente, forniscono piacere senza portare alla perdita totale della ragione e soprattutto non friggono il cervello. Se così non fosse, non avrei mai potuto essere innestato. Invece la scheda impiantata nella mia scatola cranica è diventata gradualmente un impareggiabile strumento di lavoro: adempie ai compiti più banali, come attivare un pulsante senza che io debba pigiarlo fisicamente, ma se lo desidero mi può mettere in comunicazione per via telefonica con un interlocutore innestato o meno, ricaricare la carta di credito e persino collegare alla rete globale.