In occasione dell’uscita su Urania Collezione de Gli ascoltatori (The Listeners), ;;conosciuto in Italia anche come Progetto Stelle, Giuseppe Lippi, il curatore della testata mondadoriana lo ha intervistato, ponendogli anche una domanda su come è cambiata la fantascienza dagli anni Settanta e quali sono le fortune del genere narrativo oggi. Ecco la risposta di Gunn:“La fantascienza ha incontrato sempre maggior favore nel pubblico e presso i critici letterari, una situazione che è stata incoraggiata dalla maturità intrinseca del genere ma anche dal suo successo in altri mezzi di comunicazione: cinema, televisione, giochi, fumetti e una crescente popolarità ovunque, dagli articoli sulla stampa alla pubblicità. Gli scrittori mainstream si avventurano più di frequente nei territori della fantascienza, mentre gli autori di SF vengono letti anche dal pubblico generale e ne sono riconosciuti, accettati. Questa nuova popolarità e diffusione, tuttavia, comporta una maggior difficoltà nell’identificare le sue caratteristiche salienti e nell’individuare i libri migliori nella marea della produzione letteraria o affine; in questo modo, si è fatto più difficile rintracciare i capolavori che segnano la strada e da cui dipende l’evoluzione della SF”. Gunn attribuisce una certa fortuna alla fantascienza letteraria, in considerazione anche del fatto che il genere è stato veicolato anche da altri mass-media. Vero. In fondo la fantascienza aveva, ad esempio, fatto il suo ingresso nel salotto buono del cinema d’autore con 2001: Odissea nello Spazio ;;di Stanley Kubrick nel 1968 e con Guerre Stellari di Lucas è diventato un fenomeno di massa. Ma quale tipo di fantascienza è stata veicolata, mettiamo proprio dal cinema, in questi anni? Che effetti hanno avuto sul pubblico “non lettore di fantascienza” certe pellicole? Domande che bisogna necessariamente porsi alla vigilia di quella che è stata annunciata comne una nuova rivoluzione per il cinema, per quello di fantascienza e per gli effetti speciali: il 3D. Il riferimento è al film Avatar di James Cameron.

Siamo, ovviamente, all’evoluzione massima dell’Atom Vision e del Rumblerama descritto in Matinée, ma non poi così lontano dal punto di vista degli “effetti speciali” che tale cambiamenti possono avere sul cinema di fantascienza e sul suo rapporto con la letteratura. La questione, insomma, è: perché se milioni di persone al mondo vanno a vedere un film come Avatar, o si dichiarano fan di Guerre Stellari o Star Trek, non è poi anche lettore di Philip K Dick, o almeno di un Asimov o Heinlein? È sempre fantascienza, in una diversa forma, ma è sempre fantascienza. Stesso discorso riguarda i videogiochi o i telefilm.

Naturalmente, il marketing non si pone tali problemi, la sua risposta è già bella e pronta: esce il film di Avatar? Io pubblico anche il romanzo del film di Avatar, ma anche il videogioco, le action figure e così via? Ma quali sono, poi, le ricadute sulla letteratura di fantascienza? A guardare i numeri delle vendite dei libri, poco o niente. Perché? Bella domanda. Non abbiamo una risposta, ma possiamo però constatare come spesso la narrativa di fantascienza, da profani e giornalisti sprovveduti, è stata spesso accostata a Guerre Stellari, a prescindere se si trattasse di un romanzo di space opera o di un testo di un certo rilievo letterario, sia nella forma sia nei contenuti. Insomma il miglior Dick o Ballard, dal lettore profano o dal giornalista che non ha letto nulla, è spesso accostato tout court al film di Lucas. Con le ovvie conseguenze.

Probabilmente, vale la regola d’oro che afferma che bisogna distinguere caso per caso, anche se poi le macerie provocate da certi film, che non fanno altro che rafforzare i pregiudizi di cui la fantascienza letteraria soffre da tempo immemorabile, sono più difficili da rimuovere. Avatar, a cui dedichiamo lo speciale di questo primo numero del 2010 di Delos Science Fiction, segna il passo della novità del 3D, farà probabilmente sfaceli per quanto concerne gli incassi e il numero di persone che andranno a vederlo, ma su quanto sarà utile alla science fiction letteraria restano ancora molti dubbi. Oppure semplicemente è questa la vera fantascienza, mentre quella letteraria è solo un pezzo da museo.