Ma come ha sottolineato lo stesso Lippi, la cura di Urania e delle collane sorelle, non gli ha permesso di dedicarsi ad altri progetti editoriali, fino a quando non ha deciso di invertire questa tendenza, scrivendo il saggio 2001 Odissea nello spazio. Dizionario ragionato, pubblicato nel 2008 dall’editore Le Mani-Microart'S e vincitore del Premio Italia 2009.“Questo libro – ci tiene a sottolineare Lippi – contiene tanti miei amori, anche se non proprio tutti perché c’è una parte della mia anima che pencola verso Lovecraft e il fantastico classico che qui non è presente, ma c’è tutto il mio interesse per il cinema e la fantascienza speculativa, cioè fondata non tanto sui personaggi e la critica alla società, ma su una serie di idee astratte”.Non c’è dubbio che il film di Kubrick, ricordiamolo tratto da un racconto di Arthr C. Clarke, suscita ancora oggi ampi dibattiti sul suo significato, se mai ne ha avuto qualcuno. Lo stesso curatore di Urania ha confessato che: “Ho visto 2001: Odissea nello spazio proprio quando è uscito nelle sale nel 1968, anche se allora ero solo un quindicenne, ed ho avuto la netta sensazione che un interro mondo di sensazioni, desideri e pensieri a cui non sapevo dare un nome, se non quello di fantascienza, potesse letteralmente esplodere ed imporsi come una visione del mondo”.

Da allora il cinema di fantascienza non è stato più lo stesso, o almeno qualcosa era cambiato, rispetto anche al passato, ma un’altra rivoluzione si affaccerà quasi dieci anni dopo l’uscita nelle sale di 2001, come ha ricordato lo stesso Lippi: “Il film di Kubrick si differenziava tantissimo dalle altre pellicole di fantascienza dell’epoca, che non avevano quel tono sofisticato che invece ritrovano in molta narrativa di fantascienza. Devo ammettere che quasi dieci anni dopo, con l’arrivo di film quali Guerre Stellari e Incontri ravvicinati del terzo tipo, mi sentivo superato dagli eventi, perché non mi ritrovavo in questo tipo di fantascienza - pur essendo spettacolare, grandiosa e di grande impegno produttivo -, così semplicemente avventurosa e così distante dalle cose che ero abituato a leggere”.

Sul controverso e discusso finale del film di Kubrick, Lippi confessa che all’epoca non riuscì a coglierne appieno il significato e che ha dovuto ricostruirlo successivamente: “Nel finale si assisteva alla trasformazione di un essere umano, da crisalide a farfalla, ossia da semplice essere umano a qualcosa di trascendente, senza peraltro esserci né nel film né nel racconto da cui è tratto la minima traccia di misticismo”.

Per il curatore di Urania, comunque: “Un film come 2001, come i migliori racconti di fantascienza, è sempre in bilico, sull’orlo che divide la razionalità della conoscenza dall’imprevisto dell’ignoto. 2001 rappresentava un’avventura della conoscenza ed è un po’ questo che caratterizza anche la fantascienza moderna”.

A proposito della sua visione della science fiction, Lippi ha affermato che: “La fantascienza rimane un genere interessante perché ha la capacità di mettere in scena un intero mondo e qualche volta un intero universo. Naturalmente un modo ed un universo che hanno dei limiti. In fondo, uno dei temi più affascinanti della fantascienza – spiega il curatore di Urania –, sintetizzato nella figura dell’alieno, è il tema dell’umanità che si rispecchia in qualcosa di altro da sé, mettendo così in evidenza quali sono i nostri limiti”.

La conferenza, poi, ha virato decisamente su Urania. Lippi, infatti, ha ricordato come il mercato della fantascienza italiana sia radicalmente cambiato in questi ultimi vent’anni. “Quando ho cominciato a curare Urania, nel lontano 1989, la collana era quattordicinale e si presentava nel formato fascicolo, vendendo quasi venticinquemila copie a numero. Poi, cominciarono a verificarsi dei tonfi nelle vendite, come capitò anche nei Gialli Mondadori”.

Proprio sullo stato di salute della collana da edicola di fantascienza per eccellenza, il suo curatore ha tranquillizzato gli appassionati sulla sua tenuta e ha sottolineato anche la felice stagione vissuta dalla science fiction scritta dagli autori nostrani.