Takeshi Kovacs era uno di loro, prima di ritirarsi nel suo mondo natale: uno Spedi. Nato sotto
All’inizio de Il ritorno delle furie (Woken Furies, 2006) lo ritroviamo in effetti su Harlan’s World, più precisamente a Tekitomura, rilanciata nell’economia planetaria dall’Iniziativa Mecsek, il nuovo governo mondiale. Tek’to è la testa di ponte per New Hokkaido, continente-isola infestato dagli strascichi dell’ultimo conflitto che ha opposto i ribelli quellisti alle truppe governative. E questi strascichi hanno le fattezze di micidiali armi nanotecnologiche, le mamint (che sta per Intelligenza Macchina dei militari), la cui distruzione offre collocamento alle squadre speciali dei disAt, mercenari specialisti in disinfestazione perfettamente collaudati per agire in gruppo, sincronizzati attraverso un sistema di coordinamento bioware. Quando un affare andato male lo costringe ad abbandonare la città in cerca di acque più tranquille, Kovacs – che, come i lettori che lo hanno già conosciuto sapranno bene, è la quintessenza del cinismo individualista e non poco nichilista – si ritrova coinvolto proprio in una di queste squadre, gli Infiltratori di Sylvie, alla cui comandante ha appena salvato la vita.
Benvenuti su Harlan’s World, regno di mito e disinformazione.
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