Dopo la saga di Indiana Jones anche il suo 'surrogato' cinematografico, ovvero la serie de La Mummia torna al cinema con un suo terzo capitolo.

Così come per Indy, anche per la famiglia O'Connell la seconda guerra mondiale è finita, e ci troviamo nel 1946.

Nata nel 1999 per mano di Stephen Sommers, la nuova serie de La Mummia prendeva l'ispirazione dall'originale con Boris Karloff per una virata verso il genere d'azione che oltre ai due capitoli precedenti aveva dato vita anche ad uno spin off intitolato Il Re Scorpione ed interpretato da The Rock.

Quasi un decennio dopo, il terzo capitolo presenta alcune novità e altre spiccate differenze. Alla regia c'è un talento particolarmente dinamico come Rob Cohen, e l'ambientazione non è più tra le sabbie dell'Egitto, bensì ai piedi dell'Himalaya, nella Cina maoista. Un'attrice affascinante come Rachel Weisz lascia il suo ruolo e il suo personaggio viene ripreso da Maria Bello che oltre ad essere americana e non inglese dimostra qualche anno di più della collega britannica.

Detto questo, il setting resta lo stesso, sebbene il vero protagonista del film sia il personaggio interpretato da Luke Ford, figlio della coppia, che cresciuto insieme ai suoi genitori, è un cacciatore di tombe oramai ventenne che ha lasciato gli studi per vivere una vita d'avventura.

Scavando in Cina, il giovane riporterà in vita un crudele imperatore contro cui, però, da millenni c'è qualcuno pronto ad intervenire.

La battaglia per rispedire nel regno dei morti il sanguinario imperatore vedrà coinvolto non solo Rick O' Connell (Brendan Fraser), ma anche lo zio interpretato dal sempre simpaticissimo John Hannah.

Spettacolare e divertente, il film è sicuramente il migliore della trilogia, sebbene anche questa volta l'attenzione eccessiva per l'elemento d'azione, renda abbastanza insensata una sceneggiatura che perde un'occasione dopo l'altra per far fare uno scatto di qualità a quello che resta un pop corn movie estremamente acrobatico e costoso.

Sebbene gli attori restino piacevoli e - in particolare - gli interpreti cinesi portino una buona dose di raffinatezza alla storia, la saga della mummia sembra essere destinata a non diventare mai qualcosa di altro e di meglio rispetto ad una serie di produzione per famiglie e adolescenziali. Mai spaventoso o emozionante, La Mummia - La Tomba dell'Imperatore Dragone è un ottovolante dove le buone idee vengono sacrificate a dialoghi e a situazioni estremamente superficiali e dove il fattore action cancella gli sbocchi per andare oltre, appigliandosi a tante ottime suggestioni legate, in questo caso, alla nascita dell'esercito di terracotta, allo Shangri-La, alla vita eterna e - perfino - agli Yeti...