Vi racconterei volentieri di una giornata tranquilla, piena di festeggiamenti e di sorrisi, di una città avvolta da un'aura fantastica e soprannaturale, di una nuova energia che ha rinvigorito la letteratura di genere italiana. Ma non posso, non è quello a cui ho assistito io. Ho organizzato tutto alla perfezione, trovato una chiesa sconsacrata, dall'atmosfera cupa e inquietante, con un minaccioso immenso organo pronto a vibrare note da brividi; ho preparato il terreno al nefasto incedere della paura, all'avvento del mostro giunto ad ammorbare il network della Delos Books; ho steso un tappeto nero davanti ai piedi di Horror Magazine. Peccato che Silvio Sosio se ne sia sbattuto e abbia rimandato la presentazione a metà pomeriggio. E pensare che Ivo Torello aveva già iniziato ad appestare la sala con l'odore di zolfo, mentre Sergio Cicconi lo teneva legato con una catena al collo, come un orribile gargoyle al guinzaglio. "Belin!", continuava a ruggire il mostro grondante bava, ma il Capo Supremo non ha sentito storie. IT allucinava il pubblico con le sue equivoche sembianze: qualcuno ha giurato di vedere un corvo con gli anfibi; altri zampe caprine e coda biforcuta; altri ancora una radiografia che fluttuava in balia del vento. IT, Ivo Torello, Illusione Terribile, Infausta Tempesta... no, Inutile Tentativo: comanda Sosio!

La mattina passa ripercorrendo la giovane storia della Delos Books, ma qualcosa non quadra: Silvio non sembra quello che tutti conoscono. Tutto impomatato, giacca e cravatta, forse si è fatto pure una lampada. Ok, è il gran giorno di Delos, la creatura che da dieci anni splende nel web; quella che, per la storia di internet, c'è da sempre. Ma le parole di Sosio non sono quelle che ci aspetteremmo: "Io sono leggenda! La fantascienza in internet l'ho inventata io!". Tutti ascoltano con un misto di soggezione e imbarazzo, forse è il caso di cambiare discorso in fretta. "E Robot? Anche la fantascienza su carta l'ho inventata io!". Appunto, come non detto. "E i giovani autori, chi credete che li scopra? Franco Forte?". I primi sospetti sulla vera identità di Sosio sorgono quando il videoproiettore illumina un'immagine della sua faccia su sfondo blu e bandiera tricolore con su scritto "Premio Italia!". Scorrono i fotogrammi, cresce l'indignazione della platea. "Patto con gli scrittori: più royalties per tutti!". Fortuna che entra in scena Luigi Pacholmes a svelare il mistero. Si avvicina al palco, con la sua infallibile lente d'ingrandimento, e la punta in faccia all'impostore, fino a metterne in evidenza anche i pori della pelle: "Stavolta il lifting è venuto pure bene!"

Arriva il vero Silvio Sosio con Elisabetta Vernier, e sembrano due giovani marmotte scese dal Tirolo: zaini in spalla, rossi in viso, umore in acido: "Ho lasciato la macchina a dieci chilometri da qua e il parcheggio mi costerà una fortuna!". Franco Forte, mentre lucida lo specchietto della sua Megane, parcheggiata proprio di fronte al portone, annuisce: "Eh, ti capisco".

Torello e Cicconi riprendono coraggio e puntano dritti verso il palco. Forse è il momento buono, l'atmosfera si appesantisce di nuovo, strani fumi si levano dal pavimento e... "Bibidi bobidi bu! Arriva il mago Franco Clu!". Niente da fare nemmeno stavolta, prima tocca alla supercollaudata band PFM (Premiata Fantasy Magazine). "Se lo sapevo dormivo qualche ora in più", confessa Cicconi. Torello, che non dorme da due mesi per l'ansia, lo guarda storto, con due occhi rosso fuoco che nemmeno un collirio d'acqua santa potrebbe far tornare normali.