Paul Michel Foucault (1926 - 1984) è stato uno storico , giornalista e filosofo francese. Fu il primo ad analizzare scientificamente la storia della follia, del crimine e del sesso in rapporto alla società e alle sue istituzioni. Importante anche la sua rivoluzionaria concezione del potere. Ebbe un ruolo essenziale nella contestazione sessantottina francese, nonostante visse gran parte di quel periodo fuori dalla Francia. Tra le sue opere principali ricordiamo Sorvegliare e punire: la nascita della prigione (1975), Storia della follia nell'età classica (1961), Microfisica del potere (1977).   

James G. Ballard
James G. Ballard
In un’altra sua opera, Sovranità Territorio e Popolazione, Foucault si propone di approfondire lo studio del biopotere, ovvero quell’insieme di meccanismi “grazie ai quali i tratti biologici che caratterizzano la specie umana diventano oggetto di una politica, di una strategia politica, di una strategia generale di potere”. Nella conduzione dell’indagine che porta alla strutturazione del biopotere, Foucault si basa sulla nozione di governo passando dal potere pastorale di matrice orientale e introdotto in Europa dal cristianesimo fino alla sua crisi nel XV e XVI secolo. La fine dell’idea del sovrano pastore, che esercitava il suo potere sul “gregge” fornendogli i mezzi di sussistenza e la via per la salvezza, viene accelerata dalla nascita di nuove forme di rapporti economici, nonché dalla messa in discussione dello stesso principio di governare e governarsi. Pertanto si assiste alla formazione della governamentalità politica, cioè la maniera in cui, scrive ancora il filosofo francese: “la condotta di un insieme di individui è stata coinvolta in modo sempre più accentuato nell’esercizio del potere sovrano”. Fondamentale nozione legata alla nascita della governamentalità è la “ragion di stato”, ovvero la razionalità che ha il campo di applicazione nello stato e che si scontra con le virtù tradizionale del potere pastorale. A queste considerazioni va correlata la “morte di Roma”, intesa come fine dell’idea dell’unificazione di tutte le sovranità e dell’apertura di una nuova fase di moltiplicazione delle entità statali. Il conflitto di tutti contro tutti porta alla creazione di nuovi valori essenziali per lo Stato, che saranno la conoscenza e lo sviluppo delle proprie forze. Si supera la fase del sovrano come dio e padre e la ragion di stato si struttura secondo due dispositivi: la tecnologia diplomatico-militare e la polizia.

Copertina del numero di RE/Search dedicato a Ballard
Copertina del numero di RE/Search dedicato a Ballard
“Sviluppo dello Stato di concorrenza (economico-militare) – scrive ancora il filosofo francese - e sviluppo dello Stato di Wohlfahrt (ricchezza-tranquillità-felicità): sono due principi che la polizia intesa come arte razionale di governo deve essere in grado di coordinare. In quest’epoca la polizia è concepita come una sorta di tecnologia delle forze dello stato. Tra i principali oggetti di cui questa tecnologia deve occuparsi c’è la popolazione…lo sviluppo, a partire dalla seconda metà del XVIII° secolo dell’igiene pubblica deve essere reinscritto nel quadro generale di una biopolitica”. Nella parte conclusiva, Foucault teorizzerà la nuova governamentalità, in funzione della ragione economica, che non andrà a sostituire ma ad indicare ulteriori sviluppi sempre nell’ambito della ragion di stato. Questo progetto sarà articolato in quattro valutazioni che verteranno sui processi naturali, sulla conoscenza scientifica, sulla comparsa della popolazione sotto forme nuove e sul limite dell’intervento statale nel rispetto dei processi naturali. Dalla correlazione di questi punti emerge, secondo il pensiero foucaltiano, come “la presa in carico della popolazione nella sua naturalità implicherà lo sviluppo di un certo numero di pratiche…sarà il caso ad esempio della medicina sociale”.  Proprio gli sviluppi contemporanei e i limiti delle politiche sanitarie troveranno una gustosa versione romanzesca in Un gioco da bambini (Running Wild, Feltrinelli 2007) e Super-Cannes (id., Feltrinelli 2002) di James G. Ballard. L’invasività delle politiche statali in una società che deve essere “completamente sana” può generare come unica via d’uscita la follia.