Il primo racconto di Mariangela Cerrino (Torino, 1948) si intitolava Passaggio a Eridani e apparve nel 1980 in un volumetto che raccoglieva le opere dei partecipanti a un'edizione del Concorso Letterario Nord. Nello stesso anno, suoi racconti cominciarono ad essere presentati sulla fanzine padovana The Time Machine (TTM). Queste storie brevi erano scritte in modo accattivante, ed ebbero subito un'ottima accoglienza da parte dei lettori. Altrove ho già accennato all'importanza che assunse TTM, nel decennio per molti versi oscuro che furono gli Ottanta: si trattava di una pubblicazione, emanazione del CFP (Club Fantascienza Padova) che aveva per principali animatori Mauro Gaffo e Franco Stocco, e che con 50 numeri apparsi in undici anni di vita (l'ultimo nel gennaio '85) assunse presto connotazioni di vera e propria rivista. Sulle sue pagine furono pubblicati (oltre alla Cerrino) centinaia di autori fra "veterani" ed emergenti: Renato Pestriniero, Lino Aldani, Gilda Musa, Inìsero Cremaschi, Daniele Brolli, Enzo Verrengia, Lanfranco Fabriani, Daniela Piegai, Grazia Lipos, Gianluigi Pilu, Gianluigi Zuddas, Paolo Lanzotti, Miriam Poloniato, Giorgio Placereani... per citarne solo alcuni (anche chi vi scrive ebbe occasione di apparirvi più volte). Tra gli illustratori figuravano Alessandro Bani e Roberto Bonadimani. TTM organizzò edizioni annuali del premio Mary Shelley per racconti italiani di fantascienza e/o fantasy; il duo Gaffo-Stocco fu altresì promotore di alcune convention, tra cui ricorderò almeno la "OrwellCon" di Montegrotto (ovviamente nel fatidico 1984). Il momento di splendore - che in realtà durò vari anni - di TTM si basava soprattutto su un paio di motivazioni: la sincera passione e competenza del gruppo padovano, e - come accennavo - la chiusura negli anni Ottanta della maggior parte delle iniziative fantascientifiche, non solo amatoriali.

Ma torno subito alla nostra Autrice (che frequentò spesso, agli inizi, le pagine di questa fanzine).

Dopo una serie di racconti legati ad alcuni cicli e apparsi su un nutrito elenco di testate, alcune delle quali effimere (Omni, Little Books, Pulp, Futura, Galaxis, Ucronia, Enciclopedia della Fantascienza Fanucci, vecchia gestione, L'Unità, Star Trek, Dimensione Cosmica, Urania Millemondi) la Cerrino si cimentò nell'opera lunga. In effetti un fascicolo della citata rivista torinese Pulp (nessun legame con l'attuale omonima, dedicata a recensioni librarie) aveva già, nel 1984, ospitato il suo romanzo Cielo 19; ma la "consacrazione" - per così dire - avvenne nel 1989, con l'apparizione di L'ultima terra oscura, romanzo che riscosse un vasto consenso e successo di vendite, e apparve (con la scritta "I capolavori della fantascienza moderna") nella collana Cosmo dell'Editrice Nord: la stessa che aveva "tenuto a battesimo" l'autrice un decennio prima, con il raccontino del concorso.

La riuscita dell'operazione Nord, in realtà, non deve destare meraviglia: all'età di diciassette anni Mariangela Cerrino aveva già pubblicato presso Sonzogno un suo primo romanzo (un western) scritto quando era appena quattordicenne; seguirono altre opere del genere, firmate con lo pseudonimo May I. Cherry, per un totale di circa venti volumi, l'ultimo nel 1986. Intanto la Cerrino, affascinata da certe valenze positive dell'universo di Star Trek, entrò nello STIC, il gruppo dei "trekker" italiano della quale fu anche promotrice unitamente ad altri personaggi torinesi: una "militanza" durata un decennio molto intenso di iniziative, incontri, rapporti, e che credo abbia lasciato una traccia in molte sue pagine, anche non espressamente legate a quell'"universo".