A Franco:
per tutto quello che mi hai lasciato.
Grazie

Parte prima

I

Il ronzìo dei generatori era l'unico suono nel piccolo ponte della navetta. Ledeo osservava i suoi compagni di viaggio: cinque uomini e due donne. Nulla nelle loro espressioni lasciava trasparire la benché minima emozione. Per lo più se ne stavano seduti immobili, oppure si guardavano le mani, comunque sembravano impegnati a non incrociare mai lo sguardo con gli altri viaggiatori. Sette figure in divisa arancione sullo sfondo di bianco assoluto che le poltroncine, gli accessori, le pareti e il soffitto regalavano alla vista.Il viaggio non sarebbe durato molto. La stazione orbitante Seji non era lontana. Costruita in gran segreto dietro la terza luna di Al Arret era finalmente pronta ad assolvere il suo compito. Ledeo spostò lo sguardo verso l'oblò. Mentre cercava un orizzonte che non c'era, sentiva che il suo spirito stava diventando dello stesso colore dello spazio e non poteva fare nulla per evitarlo.In che razza di situazione si era andato a cacciare? Non riusciva assolutamente a capire che cosa c’entrasse lui con una storia tanto assurda. L’unica cosa che voleva era passare ancora qualche anno a dipingere e poi trovare un posticino tranquillo, lontano dalla guerra e dal rumore per tirare le cuoia. Invece era stato catapultato su quella navicella come un pacco postale, spedito verso un’utopia che lui non condivideva affatto. Ma non era solo questo. Appena un po’ più sotto questa indolenza, sapeva che il suo sogno sarebbe stato comunque irrealizzabile.La situazione a terra si era fatta insostenibile. La guerra tra la Federazione e l'Impero era ormai ad un punto critico. La federazione dopo quasi cento anni di battaglie era riuscita ad annientare completamente l'esercito imperiale che ora resisteva solo asserragliato a Puelonia, la città stato dell'imperatore. Sarebbe potuta sembrare una buona notizia. Una volta decretato il vincitore, le cose sarebbero tornate a scorrere normalmente. Questo se l'imperatore fosse stato una persona per lo meno sana di mente: purtroppo non era questa una delle sue virtù. La mancanza di senno non sarebbe stata neppure un problema presa da sola. Il vero problema era la risonanza digitale. Una nuova forma d’energia estremamente potente, illimitata ma anche difficile da gestire. L'imperatore era pazzo ma sicuramente anche furbo. Aveva fatto l'impossibile per mantenere segrete tutte le informazioni riguardanti questa scoperta. Sapeva bene che una simile arma faceva la differenza. Poco importava se non rimaneva nulla sul piatto del vincitore.

Anche se non lo voleva ammettere, Ledeo sapeva in cuor suo che non c'erano speranze per il suo pianeta.

Il vetro dell'oblò rimandava la sua immagine leggermente sfocata e per un attimo Ledeo si ritrovò a guardare nei suoi stessi occhi senza riconoscerli. Si sentiva completamente svuotato. Del resto la fine del suo pianeta era inevitabile, non solo a causa della smania di potere di pochi governanti, ma soprattutto grazie all’indolenza patologica che da generazioni accompagnava la gente di Al Arret. Il costante inaridimento culturale della classe media era stata la base perfetta per i piani insensati dei vari governi. In questa assurda guerra non c’era una parte buona ed una cattiva: anzi, probabilmente in pochi sapevano ancora i motivi per cui era cominciata. Ormai era diventata la normalità. A parte le zone in cui di volta in volta si combatteva qualche battaglia, il resto del pianeta viveva uno stato di apparente tranquillità. Eppure la sottile tensione che aleggiava teneva sotto scacco la maggior parte della gente. Nessuno guardava più al domani. Si pensava solo alle necessità del momento, al limite quelli che se lo potevano permettere accumulavano cibo e oro per chissà quale assurdo motivo. Tutti guardavano ai propri interessi senza curarsi di quel che accadeva intorno a loro. Vivevano in una società eppure si comportavano come animali solitari. Ma non era stato sempre così. Un tempo neppure troppo lontano erano stati toccati vertici altissimi in tutti i settori, dalle scienze alle arti. Erano bastate poche generazioni di ignoranza e propaganda per dimenticare tutto, per rendere la voce della gente solo un’insignificante brusio.

Tutte queste cose giravano nella mente di Ledeo mentre il nero dello spazio annullava il suo senso della vista e la sua voglia di vivere.

Quando la navetta arrivò a destinazione le leggere vibrazioni causate dall'attracco riportarono alla realtà Ledeo. Si alzò dalla sua poltroncina e insieme agli altri si avviò verso l'hangar principale.