Ora invece vedeva le cose da una prospettiva diversa. Quello che aveva vissuto era la dimostrazione che l'uomo può arrivare in ogni luogo con la forza del proprio intelletto. Forse non tutto era perduto, forse un po' di quel fervore che di solito è usato per distruggere questa volta aveva creato un progetto per continuare a vivere. Forse lo spirito di sopravivenza aveva operato il miracolo scavalcando gli squallidi interessi, le idee politiche e le inutili parole. Ledeo sorrise tra sé. Era cambiato, certo, ma ancora troppi “forse” rimbalzavano nella sua testa.Quella nave conteneva la conoscenza accumulata in migliaia d’anni di storia ed evoluzione, ma non solo: trasportava i corpi e le menti più brillanti e creative della sua generazione, un capitale umano immane, e lui ne era il custode. Solo ora questo pensiero si era fatto palese alla sua mente: certo tutto il sistema operativo di Madres era stato progettato per rendere assolutamente sicuro questo viaggio, ma lui era l'unico uomo cosciente, l'unico a non vivere passivamente quell'avventura. Qualunque imprevisto fosse capitato sarebbe spettata solo a lui la decisione finale, e doveva essere per forza quella giusta. Nessuna possibilità d’errore.Ledeo scosse la testa per scacciare questi pensieri. Non sarebbe capitato nulla di drammatico in quel viaggio e poi era inutile pensarci adesso, ogni cosa a suo tempo. Adesso c'era un'altra cosa che attirava la sua attenzione: M.I.S.

Quella macchina era veramente straordinaria. Il suo aspetto era impressionante, umano fino ai pori della pelle, chissà se intellettualmente era altrettanto sorprendente. Certo si era presa cura di lui, aveva reso più accogliente la sua camera e questo denotava un certo gusto; ora che ci faceva caso, aveva anche lasciato un vassoio con del cibo cucinato sulla scrivania, ma queste erano tutte cose che si erano già viste. La robotica aveva raggiunto buoni traguardi negli ultimi 50 anni, specie in campo medico. Il punto più importante era però l'interazione tra uomo e macchina. Normalmente il dialogo con un androide non era molto lontano da quello con uno sportello automatico della banca. Finora le capacità di formulare pensieri razionali propri era stato il limite maggiore nel progresso in questo settore, anche se in cuor suo Ledeo era certo che non fosse stato superato solo per motivi commerciali. Una macchina pensante avrebbe dovuto superare barriere psicologiche molto più imponenti di un semplice pezzo di metallo che lavora per te senza fiatare. Gli androidi erano prodotti ad uso del pubblico e come tali dovevano sottostare alle regole di mercato per essere venduti con successo. Da quel poco che era riuscito a capire, M.I.S. non era così. Lei era stata concepita per alleviare la solitudine di quell'interminabile viaggio, quindi doveva per forza essere in grado di intavolare un qualche tipo di discussione, doveva essere capace di impegnarsi in attività un po' più alte che non la solita partita a scacchi ed anche se non riteneva di aver bisogno di una dama di compagnia, si sentiva un po' meno abbandonato a sé stesso pensando a quella meraviglia della tecnica.

Non era stato difficile trovare la stanza di M.I.S.; la porta era aperta ma Ledeo non entrò subito. Era curioso di vedere cosa stesse facendo l'androide ma purtroppo le luci erano spente e nessun rumore giungeva alle sue orecchie. Prese coraggio e varcò la soglia. Non appena fu entrato una fievole luce si accese rivelando le piccole dimensioni del locale. D'altra parte una macchina non necessita di grosse comodità. Si aspettava di trovarlo in piedi, magari fermo in un angolo nell’attesa d’ordini, invece era sdraiato sul letto, il volto rivolta dalla parte opposta all'entrata. Pareva dormisse.

- Entra pure, cosa posso fare per te?

Ledeo ebbe quasi un sussulto. M.I.S. si era girato e messo a sedere sul letto. La luce era fioca ma non c'erano dubbi, il suo aspetto era decisamente cambiato. Prima il suo viso e i suoi modi di fare avevano un che di materno: ora era esattamente l'opposto. Dimostrava non più di venti anni, i suoi movimenti e soprattutto il suo sguardo denotavano quell'insieme di dolcezza e malizia tipico delle giovani donne coscienti del proprio fascino. Indossavo solo una sottile tuta color carne che se fosse stata appena un po' più aderente non avrebbe lasciato nulla all'immaginazione.

- Effettivamente avrei qualche domanda da farti.

- Certo, siediti qui e dimmi.

La sua voce era fresca ed amichevole ma Ledeo preferì rimanere in piedi.

- Prima di tutto vorrei capire qual è esattamente il tuo compito su questa nave e quali sono le tue reali capacità d’interazione.

M.I.S. lo guardò un attimo negli occhi e sembrò sospirare prima di rispondere alla sua domanda.

- E' normale che tu abbia dei dubbi su di me, ma ti posso assicurare che non ne hai motivo. Il mio solo ed unico compito è renderti il più agevole e leggero possibile questo viaggio. Sono stato programmato per assecondare ogni tua inclinazione emozionale, non solo intellettualmente ma anche, come forse avrai intuito, visivamente. Sono in grado di mutare il mio aspetto e le mie processioni mentali secondo il tuo fabbisogno.

- Come fai a capire di cosa ho bisogno? Immagino che il tuo data base contenga una quantità notevole di dati su di me, la mia vita, le mie esperienze e via dicendo, ma dubito che tu possa veramente comprendere quello che provo minuto per minuto.

- Effettivamente nel mio programma sono incluse alcune informazioni generali su di te ma non è grazie ad esse che elaboro le mie azioni\reazioni. In realtà sono in grado di percepire il tuo grafico neurologico e interpretarlo nel modo migliore ogni volta che subisce delle variazioni. Non voglio entrare nei dettagli in quanto, senza offesa, non disponi delle nozioni adeguate a comprendere il lato più tecnico delle mie funzioni, ti basti sapere che il mio cervello positronico è in grado di entrare in "simpatia" con i tuoi processi mentali e quindi di elaborare l'approccio migliore per soddisfare ogni tua necessità.

- Quindi, al di là dei paroloni, sei semplicemente un manichino creato per compiacermi. Una macchina che dice sempre sì.