Ebbene si, ci siamo sbagliati. Per circa trent'anni siamo stati tutti convinti che Michael Crichton non vedesse di buon occhio la tecnologia ed i suoi possibili sviluppi futuri. In fondo, se proviamo a clonare i dinosauri ne perdiamo il controllo, se creiamo la nanotecnologia quella diventa superiore a noi, se stiamo indagando su un omicidio le prove che abbiamo davanti diventano virtuali e manipolate, tanto per fare qualche esempio. L'assioma dei suoi romanzi sembrava essere: tutta colpa di una tecnologia indiscriminata.

Ma prima arriva Stato di paura, che ribalta certi canoni dati per certi ed infine Next. Improvvisamente si scopre che il tema principale di Crichton non è mai stato lo sviluppo tecnologico, ma le persone che ci sono dietro.

Pensate a Punto critico: non è che l'aereo non sia un mezzo sicuro, sono le compagnie aeree che saltano qualche passaggio, tipo la manutenzione. E le compagnie sono gestite da persone. Passiamo allo spiazzante Stato di paura: le cosiddette organizzazioni umanitarie sono meno angeliche di come si vendono e più simili ad un partito politico, la manipolazione delle informazioni collega politica, mass media e persino il pubblico in un calcolato stato di paura che serve solo a controllarle.

ma con Next Crichton fa un ulteriore passo avanti: non scrive nemmeno più un thriller.

Il suo nuovo romanzo è una vera e propria satira, divertente e cinica insieme, dove la grettezza e l'ipocrisia umana creano danni grotteschi ed arrivano a bloccare la stessa ricerca di metodi per salvarci.

Già dalla pagina che precede l'inzio si ha la sensazione che qualcosa sia cambiato: "la storia narrata nel romanzo è frutto di fantasia. tranne le parti che non lo sono."

E quando la storia comincia a muoversi non ti trovi più davanti un singolo personaggio che combatte contro una qualche struttura ostile, non sai nemmeno bene quale sia la trama.

Cominci ad incontrare una lunga serie di personaggi, alcuni legati tra loro, altri no, altri con connessioni che non puoi immaginare, mentre fanno quello che alle persone riesce meglio: cercano il loro tornaconto. tra di loro ci sono amminstratori delegati di società di biogenetica, avvocati, scienziati, impiegati di pompe funebri, medici con un senso dell'etica almeno elastico. Ma non pensate che si fermi qui: ci sono articoli di giornale tanto surreali quanti realistici e del tutto fuorvianti e soprattutto ci sono i comuni mortali, che cercano solo un'occasione per approfittare della situazione.

E' un vero e proprio puzzle, che si va costruendo sotto i nostri occhi e che ci lascia sempre spiazzati, incuriositi, divertiti e mostrosamente preoccupati. Ed ogni volta che credi di aver capito cosa succede, altri pezzi del puzzle allargano l'immagine, finchè non accadono due cose:

1- scopriamo di esserci dentro anche noi

2- tutti i giochetti operati dalle persone finiscono con l'avere delle conseguenze.

Malgrado la presentazione, Next non è un romanzo sulla sperimentazione genetica, ma sullo sconsiderato potenziale economico che si è creato intorno, al punto che è realmente possibile per chiunque depositare un gene del dna, che per la legge diventa virtualmente nostro e che quindi può essere usato solo a patto di pagare diritti esorbitanti.

Per cui voi potreste depositare, mettiamo, il gene che fa diventare bianchi i capelli e decidere che chi volesse studiarlo deve pagarvi tre milioni di dollari. Ma da qualche parte si stanno studiando le cause del cancro, che sono in relazione al gene "di vostra proprietà". A voi non importa affatto che la ricerca sia a beneficio dell'umanità, voi volete i tre milioni di dollari. E la ricerca si ferma. Questo è un esempio scollegato dal romanzo, ma al suo interno ce n'è uno reale, che è anche più terrificante.

E poi viene denunciato l'ambivalenza delle leggi sulle ricerche universitarie: ogni sperimentazione è sovvenzionata con fondi pubblici, ma le università per legge sono automaticamente proprietarie dei risultati, che possono vendere alle aziende farmaceutiche. In pratica, voi avete sovvenzionato la ricerca della cura per un malattia, ma poi dovete andare a comperarvela a caro prezzo.

Ma in Next le vere vittime sono poche. Il quadro che si va dipingendo è quello di una umanità che pur di guadagnarci sopra sta portando lo sviluppo alla paralisi, lo sa e non gliene frega un accidenti.

Un po' Thank you for smoking, un po' Dottor Stranamore, il romanzo di Crichton ci fa sorridere e spalancare gli occhi mentre ci avviciniamo al precipizio. Ci cadremo dentro ridendo, ma staremo cadendo lo stesso.

Infine una nota spiacevole legata all'edizione italiana: malgrado l'uscita sia differita di sei mesi da quella Usa, il romano è punteggiato da una quantità fastidiosa di errori grammaticali, che arrivano anche alla scomparsa di intere parole. esiste ancora la figura dell'editor o è solo una leggenda?