Il nuovo film di Oliver Stone ha un unico grande difetto: è eccessivamente lungo. Un problema strutturale che porta, inevitabilmente, a momenti di calo della tensione su una sceneggiatura intensa, ma con alcune parti decisamente inferiori rispetto all'andamento di un film insolito e originale come nella tradizione del regista americano.

Certo, non ci troviamo dinanzi ad un capolavoro, ma per Stone vale la stessa definizione offerta riguardo il personaggio interpretato da Colin Farrell, 'le sue cadute sono superiori alle vittorie di tanti altri'.

E questo è certamente vero per Alexander  pellicola che - nella tradizione del lavoro del cineasta americano - ha una forte vocazione politica oltreché 'spirituale'.

La figura di Alessandro Magno non viene, infatti, riletta da Stone come quella di un semplice conquistatore, bensì come quella di un re illuminato che tramite l'avventura e la guerra voleva unificare tutti i popoli sotto un unico re, favorendo la mescolanza delle razze, la cultura e la pace.

Alessandro, con la stessa sorpresa del suo popolo, non è un tiranno, ma un avvneturiero consapevole di stare portando a compimento un'impresa mai più ripetuta nella storia dell'umanità da un singolo uomo.

Un sogno lungimirante che il regista di JFK e Nato il quattro di luglio de scrive con forza e un talento visionario. La battaglia in India con gli elefanti ha qualcosa di spaventoso con gli animali descritti come potevano apparire agli occhi dei macedoni comandati da Alessandro: ovvero dei mostri. Il mondo visto attraverso gli occhi del passato ha qualcosa di emozionante e ancora misterioso.

 Alexander è un film emozionante e pieno di passioni. Vorace, violento e carico di dignità descrive l'educazione sentimentale e politica di un sovrano raccontato attraverso i ricordi di Tolomeo, uno dei suoi generali che - alla morte di Alessandro - aveva conquistato l'Egitto dando vita alla stirpe di sovrani di cui fu erede Cleopatra.

Conosciamo Alessandro bambino, coccolato da un'Angelina Jolie nel ruolo di sua madre Olimpiade, strepitosa nella sua bellezza e regale nel portamento nonché nel porgere le parole. La regina ha deciso che suo figlio diventerà non solo il re della Macedonia, ma - alla fine - anche il padrone del mondo. L'elemento ferino che la Jolie riesce a trasmettere attraverso i suoi occhi lascia al dubbio allo spettatore che la leggenda secondo cui Alessandro sarebbe figlio di Zeus e non di Filippo di Macedonia potrebbe avere (idealmente...) qualche fondamento.

La forza di Olimpiade, le parole di Aristotele interpretato da Christopher Plummer nonché la grande umanità che Val Kilmer dona alla propria interpretazione di Filippo il Macedone, padre di Alessandro, rendono interessantissima la narrazione dell'infanzia del guerriero.

Realizzato in forma di flashback e con qualche inevitabile discontinuità

 Alexander trova il suo momento migliore quando incontriamo l'esercito macedone schierato sul campo di battaglia pronto a trasformare la propria storia in leggenda. La ieraticità del re persiano Dario opposta alla rabbia incontenibile di Alessandro è la celebrazione ideale dell'eterno scontro tra Oriente e Occidente che fa di questo film una chiave di lettura interessante per la nostra modernità.

Se il sogno di Alessandro si fosse compiuto , allora, oggi le guerre di religione sarebbero solo un brutto incubo. Il modello di tolleranza ideato dall'Alessandro di Stone si apprezza soprattutto nel suo trionfale ingresso in una Babilonia sontuosa e in festa per il trionfo del giovanissimo Re.

Ed è proprio in questo momento che l'avventura diventa meno chiara: il matrimonio con la sensualissima Rossana (interpretata da una Rosario Dawson incredibilmente sexy), l'ostinazione nel superare i confini dell'India e asservire tutto l'Oriente sembra un'atto di hybris (tracotanza) da parte di Alessandro che perde l'armonia con i suoi sottoposti.

Iniziano le faide, i tradimenti e cresce il malcontento. Il sogno di un re diventa l'ossessione di un uomo e Alessandro si ritrova improvvisamente solo quando i suoi amici di sempre iniziano ad abbandonarlo per un motivo o per l'altro.

La morte di Bucefalo, il cavallo che si era lasciato cavalcare soltanto da Alessandro, la scomparsa di Efestione interpretato da Jared Leto segnano profondamente il re, incapace di portare a compimento il suo sogno, da solo.

Costruito su una sceneggiatura che - se non altro - ha tutto il tempo per sviluppare in pieno figure 'trimensionali' cariche di umanità e passioni, Alexander brilla per la sua forza e la sua lungimiranza. L'arte della guerra, la filosofia di vita, la sete di avventura, la rapacità sessuale e la violenza emotiva della figura di Alessandro Magno esplodono in un film lungo, ma certamente originale e - per certi versi - travolgente. L'ambiguità sessuale dell'uomo è raccontata in maniera delicata, mentre al tempo stesso la mente del sovrano è altrettanto imperscrutabile nella sua ostinazione. Sorprendentemente, alla fine del film si ha l'impressione che qualcosa sfugga ancora di Alessandro. Questo perché Oliver Stone ha realizzato un film spettacolare in cui storia e leggenda sono fuse in unico piano di lettura che conquista lo spettatore per la sua carismaticità e - soprattutto - per un'intensità espressiva che lascia spazio ad interpretazioni differenti ugualmente valide sul piano della rilettura di un'avventura che ha più di ventitré secoli di storia.

 Alexander è un film epico intenso e straordinario che tra sogno politico e necessità spirituale porta lo spettatore al fianco di un re nel vivere una delle più grandi avventure militari della storia dell'umanità rivelatasi - alla fine - una conquista sociale che ha cambiato la storia dell'umanità aprendo la strada a Roma e all'idea di mondo abitato da uomini diversi, ma uguali e non più 'barbari'.