A novembre, come ogni anno, su Urania viene pubblicato il romanzo vincitore dell'omonimo premio, bandito dalla Mondadori. A vincere il Premio Urania 2018 è stata una giovane autrice che risponde al nome di Francesca Cavallero, che si è aggiudicata l'ambito riconoscimento con il romanzo Le ombre di Morjegrad. L'autrice è la seconda donna a vincere il premio per un romanzo inedito di fantascienza, dopo quello vinto da Nicoletta Vallorani nel lontano 1992.

Il romanzo è ambientato in una città-stato che si chiama per l'appunto Morjegrad, dove non si vive, ma si sopravvive, in una perenne lotta con il prossimo e le stesse istituzioni della città; un luogo da incubo, in cui aleggia la morte.

In questo scenario da apocalisse immaginato dall'autrice, si stagliano alcune donne, forti e che hanno imparato a proprie spese come “resistere” alla continua violenza in cui sono continuamente immerse.

La dottoressa Sarah, ad esempio, si occupa di dirigere il settore pediatria dell’ospedale di Antenora, un Distretto Correttivo, immenso complesso sotterraneo, dove ai gironi delle celle di detenzione si alternavano laboratori dedicati a vari genere di esperimenti su esseri umani. Sarah vede arrivare quotidianamente in ospedale bambini vittime di esperimenti sempre più crudeli. Un giorno, la dottoressa viene chiamata ad esaminare il corpo di un uomo fatto a pezzi e subito dopo, i militari, le portano una bambina, con l’ordine di sorvegliarla e di occuparsi di lei. La donna in uno dei momenti ricreativi che le sono concessi, in una situazione di estrema violenza, viene salvata da Alex, una donna dal volto sfregiato. Fra le due nascerà un legame che porterà Sarah a scendere nelle profondità di Antenora, e scopreire così indicibili orrori.

C'è poi Ártemis, che fa parte della Mutant Hunters Unity, un reparto del corpo militare del governo di Morjegrad, incaricato di uccidere i mutanti che sono evasi da Antenora e che cercano di insediarsi nelle periferie della megalopoli. C’è stato, nel recente passato, un tentativo di ribellione da parte dei membri della Unione Rivoluzionaria per rovesciare il governo di Morjegrad e liberare dalla fortezza di Antenora quanti più mutanti possibili, ma l’insurrezione è finita in un bagno di sangue e con la vittoria di chi da sempre detiene il potere e amministra la metropoli.

Ártemis è rimasta ferita nel corso di una missione e non ricorda di suo marito Zakk, anch’egli appartenente al corpo dei Mutant Hunters Unity, e della vita che ha vissuto con l’uomo e con sua figlia Daphne. Dopo la morte di Zakk, avvenuta nel corso di un’azione militare, la donna ritorna a lavorare per il governo, in una missione che non sembra prevedere un ritorno a casa.

Ancora, nel capitolo dal titolo Crisalidi, facciamo la conoscenza di Chloe, una giovane donna che fa parte dell’Unione Rivoluzionaria e a cui le viene affidata una missione suicida dai vertici della forza ribelle, dalla quale non tornerà viva, ma se avrà successo la guerra finirà e Morjegrad conoscerà una nuova era di pace. Attraverso una serie di flashback, scopriamo che il vero nome di Chloe è Julia Eriksen, ed è stata una delle modelle più in vista di Morjegrad. La sua vita si svolgeva tutta tra passerelle e lenzuola, uomini e donne potenti che hanno fatto del suo corpo una terra di conquiste, fino a quando è rimasta vittima in un attentato ed è stata raccolta da Jayde, luogotenente della protezione civile per il governo, ma anche uno dei capi dell’Unione Rivoluzionaria.

Nell’ultima storia, dal titolo Jesen Avenue, è sempre protagonista una donna:

Michelle, scomparsa quando era un a bambina. Dopo l’ultima sortita dell’Unione Rivoluzionaria, ci sono state esecuzioni sommarie, deportazioni di massa così imponenti da richiedere gli scavi per un quarto Pozzo, ad Antenora. I due anni successivi hanno visto Morjegrad sprofondare nel caos, ma la linea dura del nuovo Presidente Mendel ha distrutto definitivamente l’Unione Rivoluzionaria, anche se venne fuori che molti di loro erano già infiltrati ai massimi livelli dell’Amministrazione della città.

Scott, un ex poliziotto della Divisione Investigativa di Morjegrad, viene incaricato da una donna di ritrovare sua figlia, scomparsa quand’era piccola. L’unico indizio che Scott ha sono il nome della ragazza, Michelle, il fatto che sia scomparsa quando era in un ospedale e una foto recente di lei.

Il primo e più importate elemento che emerge dalla lettura dell’opera è la potenza visiva, sociale e narrativamente forte dello scenario immaginato dalla Cavallero e rappresentato dalla megalopoli denominata Morjegrad.

Le protagoniste delle varie storie sono tutte donne forti, ma allo stesso tempo vittime di un sistema sociale diviso fondamentalmente in due classi: gli abitanti ricchi e potenti che vivono nella parte alta della megalopoli, denominata l’Acropoli, e quelli poveri e derelitti che vivono nella parte bassa di Morjegrad. Anche i personaggi secondari sono ben descritti e ben inseriti nelle trame delle varie storie.

Un discorso a parte merita Antenora, il complesso detentivo dove risiedono i più reietti abitanti della megalopoli, dove in laboratori che assomigliano più a stanze di tortura si praticano i più atroci esperimenti sugli esseri umani, che quasi sempre li trasformano in mutanti. Non a caso, a fronte di questo sistema sociale e politico, è nata l’Unione Rivoluzionaria che ha tentato, nel corso della storia, di unire i derelitti di Morjegrad e sovvertire il potere costituito. Lo scenario politico-sociale e l’ambientazione sono sicuramente tra le cose migliori del romanzo.

La biografia di Francesca Cavallero ci dice che è nata a Genova, ma è cresciuta in Val Bormida, nell’entroterra savonese; dopo il liceo classico si laurea in Scienze Giuridiche presso l’Università degli Studi di Genova e, dopo un deciso cambiamento di rotta, in Scienze dello Spettacolo, quindi consegue il Dottorato di ricerca in Arti, Spettacolo e Tecnologie Multimediali. Amante dell’arte e della comunicazione visiva, lavora come grafico freelance. Si dedica fin da giovanissima alla scrittura creativa, aggiudicandosi alcuni premi letterari. Nel 2012 è stata tra i finalisti del Premio Stella Doppia (indetto da Urania e Fantascienza.com) con il racconto Come polvere in una clessidra rotta, pubblicato nel numero 153 di Delos Science Fiction dell'aprile 2013.

A queste note biografiche ci permettiamo di aggiungere che con Le ombre di Morjegrad è nata una nuova e potente voce della fantascienza italiana.

Ca va sans dire la bellezza dell'illustrazione in copertina, come sempre dell'immaginifico Franco Brambilla.