Dramatis Personae(1)

Federico II – Imperatore

Moamin – Falconiere arabo

Teodoro d’Antiochia – Filosofo ermeneuta

Tommaso D’Aquino Conte d’Acerra – Nobile longobardo

Bonagrazia da Ovile – Mercenario senese

Il lupo – Predatore alieno

Prologo

Corre l’anno del Signore 1241. Da sette mesi Faenza, città fedele al Papa, è sotto assedio imperiale.

Atto I – Sotto le mura di Faenza

[Sera. Federico e il suo seguito ispezionano le trincee degli assedianti; un soldato arrostisce la sua cena]

Bonagrazia: (tra sé): Proprio così: è sufficiente costruire la miglior trappola per topi e tutti busseranno alla tua porta!

Federico: Conte, non riconosco le insegne di questo soldato.

Tommaso: Mio imperatore, è solo un mercenario, pagato non più di cento soldi al mese(2).

Federico: Tuttavia l’aroma del suo pasto è ottimo. Mi domando dove si sia procurato il roditore: da mesi non se ne scorgono più in queste lande.

Tommaso: Plebeo, inchinati all’imperatore!

Federico: Alzati soldato: potrai finire il tuo pasto dicendomi come hai cacciato quel topo.

Bonagrazia: Nobili Signori, la strategia dei ratti poggia su tre colonne. La prima è rifiutare il cibo sconosciuto. La seconda è la conoscenza del terreno attorno alla tana. La terza è il sospetto perenne.

Federico (ridendo): Hai sentito Moamin? Dovresti aggiungere queste perle di saggezza al tuo trattato(3). – Poi, verso il soldato – Ma non mi hai ancora detto con quale stratagemma catturi tali bestiole.

Bonagrazia: Questo, Sire, è un segreto di famiglia. – Gli fa cenno di avvicinarsi -

Tommaso: Mio Signore, concedimi di punire la sua impertinenza!

Federico (fa un cenno di diniego e si accosta al soldato per ascoltarne il segreto): Al contrario: domani verrà con noi nella selva e vedremo all’opera la sua scienza venatoria. Ma con ben altre prede.

Atto II – Nella selva [Giorno. Federico, il suo seguito e Bonagrazia sono in una radura]

Moamin: Il bosco è stregato: in tutto il giorno non abbiamo sentito neanche il verso di un animale. Solo il vento tra i rami.

Federico: Oltre alla sensazione di essere continuamente osservati.

Tommaso (sprezzante verso Moamin): E cosa recita in questi casi il tuo prezioso manoscritto?

Moamin: Che forse qui non siamo noi i predatori.

Teodoro: Nell'interpretare un testo l'ermeneutica considera ciò che il linguaggio dice, ma anche ciò che esso implica e non dice.

Federico: Un lupo?

Tommaso: In questo caso, mio Signore, non dovete preoccuparvi: ho qui una buona scorta di quella polvere ammazza lupi(4) e poi ci sono con noi un filosofo, un falconiere miscredente e un cacciatore di ratti.

Teobaldo: Si dice che il lupo sia una bestia diabolica, con occhi luccicanti, capaci di annebbiare l’intelletto.

Federico: “Il lupo Fenrir, nemico degli dèi, si libererà dalle catene e gli dèi stessi saranno in pericolo”(5).

Almeno così recitano i bardi normanni.

[Un predatore alieno compare dal nulla, Teobaldo si getta in un cespuglio, Bonagrazia nella cavità di un tronco, Tommaso tenta di estrarre la spada. Moamin lo precede e libera il falco che aggredisce l’essere ma ne viene abbattuto. Federico rimane, inerme, in mezzo alla radura. Il predatore lo attacca e cade nella trappola]

Atto III – Nella tenda dell’imperatore [Sera, Federico e il suo seguito stanno cenando]

Federico: Sono contento che la trappola per topi abbia funzionato: quell’essere, orrendo e pericoloso, ci ha offerto, invero, un ottimo pasto. Mi dispiace solo per il falco.

Moamin: Si chiamava Shaihin Tarazed, falco che colpisce le stelle.

Tommaso: L’idealizzazione di un animale vicino agli dei.

Federico (scuotendo il capo): Proprio non lo so come raccontare questa storia nel mio Falkenbuch.(6)

Teodoro: Mio signore, ciò che risulta ineffabile deve essere a buon diritto escluso dalla Storia.

Federico: E così sia. Ma di una cosa sono certo: il giorno che vorrò castigare una provincia la farò governare da un filosofo.(7)

Epilogo

Bonagrazia da Ovile tornerà a Siena, ma la sua fama di cacciatore d’alieni arriverà lontano. Fino in Sassonia. Alla città di Hamelin.

Note

1 I personaggi in elenco sono realmente vissuti ed erano presenti all’assedio di Faenza

2 Storico: era la paga dei mercenari senesi al seguito dell’esercito imperiale

3 Storico: De scientia venandi noto anche come Moamyn Latino

4 Storico: De pulvere pro destructione luporum: la storiografia ritiene che Tommaso I D’Aquini avesse imparato la fabbricazione della polvere da sparo in Siria

5 Il riferimento è ad un gigantesco lupo della mitologia norrena 2

6 Storico: De arte venandi cum avibus è un trattato dell'imperatore Federico II, il cui manoscritto originale è conservato nella Biblioteca Vaticana.

7 Storico: frase effettivamente attribuita a Federico II