Quasi vent'anni dopo la sua ultima avventura cinematografica, Indiana Jones è tornato in un'era della storia del mondo completamente diversa dagli anni Trenta dove l'avevamo lasciato.

L'archeologo che tutti avremmo voluto essere, indossa nuovamente frusta e cappello per un'avventura alle prese con nemici sempre più pericolosi e per una nuova ricerca legata ad un oggetto misterioso, dai poteri ancora una volta, in grado di cambiare la storia dell'umanità.

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo non è il migliore della tetralogia e, forse, alla fine è  inferiore sia all'imbattibile L'ultima Crociata che a I Predatori dell'Arca Perduta.

Eppure, nonostante tanti difetti, qualche incertezza e alcune ridondanze questo film è ancora una volta espressione perfetta del talento straordinario del gruppo di lavoro che riunisce Steven Spielberg, George Lucas e Harrison Ford. A questo terzetto si aggiungono Cate Blanchett,  Ray Winstone, John Hurt, Jim Broadbent, Shia LaBeouf e una 'rediviva' Karen Allen che torna nel ruolo della Marion Ravenwood vista nel primo film.

Il senso dell'umorismo, le ambientazioni esotiche, lo stile di ripresa vicino a quello degli eroi anni Quaranta, rendono Indiana Jones un personaggio ancora estremamente fascinoso e, a differenza di quello che è successo per altre saghe riprese a distanza di anni, si intravede un chiaro orizzonte artistico, oltre quello, evidentemente, più commerciale.

Molte cose sono cambiate in due decadi: i nazisti hanno lasciato spazio ai comunisti e la paranoia maccartista si sublima in esplosioni atomiche che sono la prova generale di una guerra atomica di là da venire. Il mondo della gioventù di Spielberg e Lucas prende corpo e forma con una serie di citazioni che vanno da Il Ribelle con Marlon Brando fino ad arrivare ad American Graffiti.

Questo il mondo in cui ritroviamo il Dottor Henry Jones Jr., rapito dai comunisti che vogliono utilizzarlo per ritrovare una cassa contenente i resti di qualcosa che lui stesso ha ispezionato nel New Mexico dieci anni prima.

Senza volere rivelare nulla, anche perché si capisce nei primi dieci minuti del film, Indiana Jones è, a questo punto della sua carriera, pronto ad un incontro ravvicinato del terzo tipo. Il pubblico, forse, no. Avendolo per due volte visto entrare in contatto con la potenza del Dio della Bibbia del Vecchio e del Nuovo Testamento e un'altra alle prese con i misteri dell'India, forse, sono proprio gli spettatori che non sono pronti per questa svolta 'Sci-Fi' della saga Jonesiana che si arricchisce di nuovi elementi e personaggi. Come, ad esempio, la scienziata - spia russa interpretata da Cate Blanchett che proprio da Jones vuole avere le risposte per impossessarsi di un'arma in grado di fare vincere all'Unione Sovietica la Guerra Fredda tramite il controllo della mente.

L'alieno di Roswell è, infatti, la prima tappa di una lunga scorribanda che porterà Indiana Jones  in Sudamerica alla ricerca dell'Eldorado e di un Teschio di Cristallo scoperto dai conquistadores spagnoli in grado di penetrare la testa delle persone. Uno strumento potentissimo per i sovietici che prendono prigioniero lui, un altro archeologo suo amico, Marion e il figlio di lei, Mutt.

Ovviamente le cose andranno diversamente da come tutti si aspettano e Indiana Jones potrà dimostrare, ancora una volta, di essere sempre estremamente in gamba e ancora 'il migliore'.

Peccato che rendere tutto questo Spielberg & Co abbiano, forse, indugiato un po' troppo sulle comunque sempre riuscitissime sequenze d'azione lasciando meno spazio alla storia dove si sente, comunque, molto forte la mancanza di Sean Connery o di una figura altrettanto carismatica. Per il resto Harrison Ford è perfettamente credibile nel suo personaggio nonostante il trascorrere del tempo.

Brillante e divertente, anche questo film è, comunque, in linea con i suoi predecessori, dimostrando che Indiana Jones ha ancora molto da dare al cinema a patto che si possano trovare storie affascinanti e in cui gli enigmi da risolvere vadano di pari passo con divertimento e gusto per l'avventura.

Forse, alla fine del film, con l'inizio dei titoli di coda, si potrà avere qualche perplessità rispetto alcuni momenti della storia e, soprattutto, riguardo a determinati passaggi. Lasciando la sala, però, non si potrà fare a meno di porsi la domanda che determina il giudizio finale su quello che si è visto: "Quando uscirà un altro film di Indiana Jones?"

Altri diciannove anni sarebbero veramente troppi...