Tom Cruise e Samantha Morton in una scena di <i>Minority Report</i>
Tom Cruise e Samantha Morton in una scena di Minority Report
La giornata Anti Scientology si è presa il compito di ricordarci tutto questo. D’altra parte l’immagine di una potente organizzazione basata su una pseudoreligione, contrastata da un gruppo di ribelli nascosti nella rete, è di quelle che la fantascienza ha spesso utilizzato. La lotta sommersa tra fazioni ribelli è stata lo sviluppo centrale dei più importanti romanzi del canadese A.E. Van Vogt, caduto anch’egli nella rete della Dianetica alla quale sacrificò oltre un decennio della propria carriera di scrittore. Ed è curioso come uno dei principali detrattori delle teorie di Hubbard, “The Good Doctor” Isaac Asimov, creò nel ciclo della Fondazione una setta parallela per molti aspetti simile a Scientology, con il compito di guidare l’umanità durante la propria rinascita. Ma lo stesso Hubbard, autore di romanzi oggettivamente dozzinali ma anche di storie pregevoli quali Fear (in italiano Le quattro ore di Satana) e Ritorno al domani, avrebbe potuto dimostrare diversamente la propria inventiva. Se si fosse limitato a scrivere un romanzo, Scientology sarebbe stato un grande romanzo di fantascienza, un libro profetico sulla pericolosità delle commistioni tra scienza e fede, specie quando si piegano al raggiungimento di fini poco chiari. Avrebbe potuto essere un romanzo avvincente, ricco di azione e colpi di scena, con personaggi “giusti”, ambientazione verosimile, scenari sociali coinvolgenti; insomma, con tutti gli ingredienti per lasciare una traccia nella letteratura del genere, potendone diventare un classico. Invece no. Probabilmente l’ingegno di Hubbard ha ceduto sotto le pressioni delle sue idee; ancora una volta la realtà ha preso il sopravvento sull’immaginazione, e Scientology è uscita dalle pagine di un romanzo tutto da scrivere per prendere pericolosamente forma e sostanza nella realtà quotidiana.